2 Il consolidamento

Girolamo Ferlito. Nel 1565 un nuovo ministro italiano, Girolamo Ferlito, arriva a Londra. Nato a Palermo, è favorevolmente ricevuto da Edmund Grindal[1], vescovo di Londra, stabiito come sovrintendente delle chiese straniere. Grindal raccomanda il Ferlito alla Compagnia dei Merciai proponendolo come predicatore evangelico della comunità italiana. La Compagnia stessa lo sosterrà così con lo stipendio che la piccola comunità evangelica italiana non poteva accordargli. Accogliendo questa richiesta, la cappella della Compagnia dei Merciai a Cheapside diventerà la sede della comunità evangelica italiana per più di un secolo.

Si sa poco del ministero del Ferlito. Nel 1568 egli abitava con sua moglie, Laura Canale di Venezia, pure rifugiata a Londra per motivi religiosi, che aveva sposato a Ginevra, nella parrocchia di Santo Stefano, in Coleman Street Ward. Delle lettere del vgescovo Grindal lo menzionano come caro amico. Altre lettere lo indicano pure come amico di Sir Francis Walsingham[2]. Comunità molto differenziata, essa viene tenuta unita dal Ferlito, dotato di capacità non comuni e dalla personalità eclettica.

Durante il suo ministero, la chiesa italiana viene coinvolta in un’aspra controversia sul teologo spagnolo Antonio del Corro da Siviglia[3]. Ferlito tenta di riconciliare fra di loro i protestanti spagnoli colinvolti nella disputa. Antonio del Corro, protestante, ma critico verso il Calvinismo, è un predicatore eloquente e polemico, spesso arrogante, ed attira un vasto uditorio. Non garba molto agli italiani, e predica in spagnolo, ma che rimanga membro della chiesa italiana farà sì che essa non sia riconosciuta al pari livello da quella olandese e francese, marcatamente calviniste.

Una questione disciplinare che riguarda un membro della comunità evangelica italiana di Londra nel settembre 1573[4] testimonia del fatto che si tratti di una chiesa organizzata ed amministrata diligentemente con regolari celebrazioni della Santa Cena e l’amministrazione della disciplina interna, il che presume l’esistenza di un consiglio di chiesa, un pastore, degli anziani e dei diaconi.

Nel 1561 la comunità evangelica italiana di Londra conta 161 membri, ma la maggior parte di questi, come mostrano le minute delle riunioni del consiglio di chiesa, erano olandesi, altri erano inglesi che amavano parteciparvi a causa della lingua, come pure alcuni francesi e spagnoli. L’italiano allora era una lingua molto popolare fra i commercianti di diverse nazioni anche a causa dell’attrattività che esercitava tutto il Rinascimento italiano. Gli olandesi aderiranno in seguito alla loro propria chiesa. La maggior parte degli italiani, però, era rimasta cattolica e partecipava alle messe che si tenevano nella casa dell’ambasciatore spagnolo, l’unico luogo per questo ammesso.

Si rileva pure la presenza in questa chiesa di diverse persone di origine israelita, i marrani. Essi erano ebrei sefarditi (ebrei della Penisola iberica) che vennero costretti ad abbracciare la religione cristiana, sia con la coercizione come conseguenza della persecuzione degli ebrei da parte dell’inquisizione spagnola, o per “libera” scelta, per una questione formale.

Girolamo Ferlito muore nel 1570 e per un po’ viene condotta da un membro del suo consiglio di chiesa, Antonio Giustiniani. La chiesa cerca un nuovo pastore incontestabilmente di tendenza riformata. Lo trova in Francia.

[1] Edmund Grindal, http://en.wikipedia.org/wiki/Edmund_Grindal.

[2] Sir Francis Walsingham, http://en.wikipedia.org/wiki/Sir_Francis_Walsingham Il Walsingham riceve la vedova del Ferlito nel 1550 a Parigi, dove era diventato ambasciatore, per l’amicizia che lo legava a suo marito.

[3] Antonio del Corro (1527-1591), http://en.wikipedia.org/wiki/Antonio_del_Corro

[4] A proposito di un suo membro, il medito fiorentino Giulio Borgarucci, accusato di aver frequentato ad Anversa il culto cattolico.