Peccatori redenti dal Santo

Peccatori redenti dal Santo,

Benedetti dal Padre superno,

Questa terra già valle di pianto,

Sia per noi Paradiso d'amor.

Per chi avvampa d'affetto fraterno

Le sue spine si cangiano in fior.

L' almo Spiro che il Padre e' invia

D' infrangibili nodi ne avvinse.

Parla a noi di celeste armonia

Che al mortale era ignota guaggiù.

Spente l'ire in famiglia ci strinse,

D' amor santo maestro ci fu.

Sotto il peso del giusto rigore,

Tutti eredi del fallo primiero,

Allo stesso olocausto il' amore

Ci fe parte l' eterna pietà;

Ci si addita lo stesso sentiero

Cui la fede il diritto ci da.

Ci conforta la stessa speranza

D' una patria beata immortale;

D' una patria ove il duol non ha stanza,

U' del gaudio è misura il Signor;

D' una speme si bella sull' ale

Aneliamo alla pace, all' amor.

Chi di noi le bramose pupille

Non affisa, sperando, all'Empiro?

Quivi attingan le sante scintille

Che alimentin le fiamme del cor;

In noi nutran del bene il desiro,

Ai fratelli dian gioja e vigor.

Sta in Gesù dei credenti la vita,

Abbiam tutti un sol cor nell'Agnello ;

A noi stessi rechiamo ferita

Se agli eletti rechiamo dolor;

Chi amareggia ed affanna il fratello,

Sciagurato contrista il Signor.

ll divin Paracieto nutrica

Sol di amor questa fiamma celeste ;

Deh ! non fia che per nube nemica

Ne si scemi il benefico ardor,

Chi di noi fra le antiche tempeste

Tornera.? Dalla pace al rancor?

Bando all' ire, alle stolte contese,

Più non suoni pungente parola;

Sia soave il pensiero e cortese

La favella dei figli del ciel;

È l' amor la suprema, la sola

Legge imposta dall'alto al fedel