6 Le pubblicazioni

Sempre nel 1850 la chiesa italiana giunge a pubblicare un proprio innario: “Inni e Salmi”, sovvenzionato da sottoscrittori e benefattori. L’intenzione è quella pure di diffonderlo in Italia, le “assemblee cristiane in Italia” che ancora non esistevano, salvo la Chiesa valdese, che cantava i Salmi in francese e le riunioni clandestine[1].

Nel 1868 la Partridge pubblica la rivista L’Artista italiano, con racconti, inni ed incisioni. Nel 1869 viene pubblicato a Londra la rivista evangelica per bambini “L’Amico dei Fanciulli”, tradotto in gran parte dal corrispettivo Children’s Friend.

Dal 1860 quasi tutti gli esuli ritorneranno in patria.

Nel 1897 il Twattle Basket[2] dà notizia dell’esistenza di missioni evangeliche anglo-italiane al n. 2 di Frith Street, Soho ed al 260 di Gray’s Inn Road, con un numero esiguo di partecipanti.

L’Eco di Savonarola è il nome dato ad una rivista pubblicata a Londra in lingua italiana ed inglese la prima serie a partire dal 1847, a cura di Camillo Mapei, ex-sacerdote cattolico italiano convertito al Protestantesimo, esule in quella città. Una seconda serie è stata pubblicata sempre a Londra dal 1856 e curata da Salvatore Ferretti fino al 1862, anno del suo ritorno in Italia. Nel comitato di redazione comparivano, oltre ai nomi di Camillo Mapei e Salvatore Ferretti, quelli di Gabriele Rossetti di Vasto; Francesco Bruschi, ex cappuccino, Raffaele Ciocci, ex frate cistercense; Pietro Bacelli, ex parroco; Filippo Pistrucci; Giacinto Achilli; Niccolò Corrado; Giovanni Battista Di Menna; Angiolo Tacchella; e Sperandio Tacchella[3].

Dopo la morte del Mapei, fra gli scrittori nuovi che raccoglie troviamo: Luigi de Sanctis, T. P. Rossetti, l’ex prete di Firenze Damiano Bolognini, l’avvocato calabrese Vincenzo Albarella.

La sua linea segue il Risveglio con coloriture darbiste, ma non settarie, incentrandosi soprattutto nel rapportarsi con il Cattolicesimo e favorendone la sua riforma protestante-.

È lo stesso Camillo Mapei che, nel primo numero della rivista, spiega in che modo la figura di Girolamo Savonarola possa diventare una sorta di precursore del Protestantesimo italiano a contestazione dell’idea che esso sia solo “un fenomeno di importazione”.

Così Salvatore Ferretti definisce, nella seconda serie, le finalità de L’Eco di Savonarola: “Proclamare l’amore di Dio verso i poveri peccatori, combattere, per mezzo delle Sante Scritture, gli errori del Papismo e dell’incredulità, scuoter dal sonno gli indifferenti, edificare ed istruire i nostri fratelli, far conoscere ai cristiani d’Inghilterra l’opera del signore in Italia, e seminar pace ed unione fra tutti coloro che credono in Gesù Cristo”. Il Ferretti aggiunge poi: Da ciò ne segue che L’Eco di Savonarola non è un foglio letterario, né un giornale politico-religioso, ma un periodico esclusivamente evangelico.

L’Eco di Savonarola è il periodi che con maggior perseveranza svolge azione evangelistica fra gli italiani durante il risorgimento, riuscendo a entrare pure in Italia passando per le maglie della censura degli stati reazionari e cattolici.

L’Eco di Savonarola costituisce una fonte primaria per la ricerca storiografica a diversi livelli: la storia dell’emigrazione italiana in Inghilterra nel XIX secolo; gli esuli politici e religiosi italiani del Risorgimento e le loro idee; la storia del Protestantesimo italiano; e persino sugli eventi politici e religiosi italiani di quel periodo attraverso le lettere che filtravano dall’Italia attraverso la censura papalina e borbonica.

Cessa le pubblicazioni il 15 novembre 1860.

[1] Il gruppo di Londra stranamente sembra non conoscere che a Malta era stato üubblicato un innario evangelico italiano: “Salmi ed inni per uso della chiesa italiana”, Malta: Gabriele Vassalli Tipografo, 1848. Non sembra essere stato mai usato né a Londra né in Svizzera, benché pure contenesse inni del Mapei, del Rossetti e dell’Achilli.

[2] Twattle-Basket, p. 57.

[3] Angiolo Tacchella, ex-arciprete, convertitodal Risveglio svizzero, aveva studiato teologia alla “Ecole de l’Oratoire” di Ginevra nel 1844 e due anni più tardi si interessa già all’evangelizzazione degli italiani di Londra. Sperandio Tacchella, mantovano, nel 1846 dirige insieme al past. Jaquet, l’istituto evangelico di Glay per maestri, evangelisti e missionari-