All'Eterno, al Forte, al Santo

V. Libera versione del Cantico di Mose

1. All'Eterno, al Forte, al Santo

Che di gloria si corona,

Israel sollevi il canto,

Il Signor per lui tenzona;

Calco il fasto degli alteri,

I cavalli, i cavalieri

Dentro il mare inabisso,

2. Fiacchi noi, derisi, avvinti

Da infrangibili catene,

Salda ognor, dall'uom respinti,

Collocammi in Lui la speme;

Del suo braccio ne fe scudo,

E la rabbia d'un re crudo

In trionfo a noi cangio.

3. Dalle fiamme del roveto

Tregua impose al lungo affanno,

E, ritroso al pio decreto,

Giù dal tron balzo il tiranno;

Gli avi nostri al regno elesse,

E le sante Sue promesse

Tutte in noi compiendo va.

4. A pugnar scendea siccome

Un guerriero impaziente;

formidabile e il suo nome,

L'Immortal, l'Onnipotente-

Forse dubbie del conflitto

Fian le veci? - o nell'Egitto

Faraon ritornera? -

5. Il protervo Sir, gli stolti

Duci, i cocchi, sfolgoranti,

E i guerrieri fur travolti

Infra i vortici spumanti.

Come sasso che nell'onda

Del torrente sulla sponda

Scagli assiso un fanciullin.

6. Poderosa nello sdegno

Tu la man, gran Dio, stendesti,

E la reggia iniqua, e 'l regno

Di squallor, di lutti empiesti;

Scese il decimo flagello

Infra l'ombre, ed Israello

Usci salvo sul mattin.

7. L'empio infranse il patto allora;

Al rigor lasciasti il freno;

Fosti fiamma che divora

Lungo i campi arido fieno:

Al Tuo cenno obbedienti

Sovra il mar correano i venti

Arrecando il Tuo furor.

8. Gorgogliando, l'atterrita

Onda a lor s'aperse innante,

Ed immota bipartita,

Parve muro d'adamante:

Qual tra' monti immensa valle

Ai fuggenti apristi un calle.

Una tomba all'Oppressor.

9. Ma il superbo in mezzo all'onde

Il destrier sospinge al corso:

Ebbro d'ira, esclama: "Or d'onde

"I miei schiavi avran soccorso?

"Mie saran ritorte loro,

Veste, gemme, argento ed oro,

"sara pieno il mio desir.

10. "Splendera balen di morte,

"La mia spada sul ribelle,

"Serbo tutti ed egual sorte,

"Vegli, pargoli, donzelle;

"Mi fia dolce udirli invano

"Scior la prece al Dio lontano

"Fra le angosce del morir."

11. Vagheggio vendetta, e gioja:

Era un segno, e il di lo sperse;

Tu dicesti al mar - lo ingoja -

Torno il flutto, e lo sommerse:

Coi suoi mille a fondo e sceso

Come piombo sotto il peso

Di sua stolta iniquità.

12. Fra i potenti sulla terra

Chi può dir che Ti somigli?

Tu, Signor, tremendo il guerra,

Giusto e pio ne' Tuoi consigli,

Quando ai popoli favelli,

Col miracolo suggelli

La giustizia o la pietà.

13. La Tua man che gli astri accese

Tocca i monti, e li dissolve;

Piombo sopra chi Ti offese,

E i superbi furon polve;

Mite agli umili la porgi,

E dall'ombre Tu gli scorgi

A fruir sereno il di.

14. Tu i redenti peregrini

Dall'angustia del servaggio

Guidi a nobili destini

Per difficile viaggio,

Un soggiorno avventuroso,

Una terra di riposo

Offri al giusto che soffri.

15. Ma degli alti tuoi potenti

Fra i lontani e corso il grido;

Bieche apprestansi le genti

A battaglia in ogni lido:

Duolsi e palpita Filiste...

D'Israello le conquiste

Le balenano al pensier.

16. Perché han pallide le fronti

Moabiti ed Idumei?

E rimpiattansi fra i monti

Peritosi i Cananei?

Corre loro un gel per l'osse...

Fero annunzio li percosse,

Han nemico il Dio guerrier.

17. Deh! Sia noto agli infedeli

Che un Tuo sguardo, se minaccia,

Sveglia il tuono, scrolla i cieli,

Discolora al sol la faccia;

Lo sgomento, e la paura

Come nembo in notte oscura

Sovra lor discendera.

18. Il terror li renda inerti

Sin che vinto ogni periglio,

Per burroni, per deserti,

Non si compia il nostro esiglio:

Cosi l'onda fuggitiva

Volge al mare, e sulla riva

Ardua rupe immota sta.

19. Sara lieto il giorno e bello

In cui, fuor d'ambasce alfine,

Avrem noi securo ostello

Sulle sante Tue colline!

Sui fecondi ameni clivi

Crescerem siccome ulivi

Cui benigno irradia il sol.

20. Quivi il sogno Tu locasti,

L'empio invan scrollarlo spera:

E starà, perche il giurasti,

Finché Tu non pieghi a sera:

Ma per te perenne e il giorno,

A Te sciolgono d'intorno

Gli anni eterni in giro il vol.

21. L'inno intanto che T'invia

Israel nell'esultanza

Ai venturi un'arra sia

Di conforto e di speranza:

Narri lor, come sospeso

Stette il flutto, e quinci illeso

Il Tuo popolo passo.

22. Che dal lido nel terrore

Quando volse indietro il guardo,

Vide l'angiol punitore

Che ghermiva il re beffardo;

E i suoi duci, i cocchi alteri,

I cavalli, i cavalieri

Dentro il mare inabisso.