Asilo pei fanciulli poveri italiani in Londra

La pia fondazione di una casa in cui i tapinelli, svelti dall'Italia per satollare la turpe ingordigia di alcuni malviventi, potessero ricevere

cristiana educazione ebbe origine nel Gennajo del l844.

Il Signor Salvatore Ferretti, fiorentino, già ecclesiastico, ne concepì l'idea generosa, e secondato dalle cure amorevoli della moglie, e dallo zelo del di lei fratello Signor Bruschi, accolse in sua casa due di que' poverini, e quindi altri, sicchè in breve tempo la crescente famigliola ne noverò otto. Le contribuzioni spontanee dei pochi cui quell'Opera Cristiana era nota non essendo bastevoli per le spese del vitto, del vestito e dell' occorrente per l'istruzione, il fondatore consacrava gran parte dei suoi guadagni personali a pro' dei suoi piccoli alunni. Vi è stata epoca in cui il numero di essi è asceso fino a 15.

Benchè il Signor S. Ferretti desse ciascun anno pubblica ragione del denaro ricevuto e dell' impiego fattone, i maligni non mancarono di appiccargli addosso la solita taccia di trar profitto sotto velo di religione dalla munificenza Inglese. Nè si contentarono di divulgare cotale accusa ignominiosa, ma scoppiarono in istrida e schiamazzi da spiritati. Si venne alla violenza, ed un bel giorno due ceffi da scherani s'introdussero nell' asilo, mentre un terzo restò vedetta in istrada perchè la polizzia non li sorprendesse nel reo disegno. Volle Iddio che il Signor Ferretti non fosse solo in quell' ardua circostanza, onde i tristi partironsi scornati, dopo avere scaricato una tempesta di contumelie e di minacele al Signor Ferretti, all'asilo, ed all' amico che ne avea preso le difese. Erano i padroni di due ragazzi fuggiti dalle loro mani e ricevuti nell' ospizio. Si tentò più volte d' impadronirsi dei ragazzi quando uscivano a passeggio. Una notte si provarono di entrar nella casa dalla parte del giardino, ma la divina Provvidenza dispose che nel bujo sbagliassero direzione. Forzarono la finestra della cucina della casa contigua, vuota di abitatori, nel che fare sorpresi dall' uomo di polizia si volsero in fuga.

Nè erano i soli padroni che fremevano contro una istituzione diretta a diminuire il loro traffico vergognoso (che l' annientarlo sarebbe dovere di questo saggio governo), ma generalmente tutti coloro cui spiace l' istruzione evangelica adoperavansi a più non posso per isvellere sul primo nascere la buona pianta. Si scrisse sui giornali per screditare; i portaron lamenti ai magistrati per iscoraggiare ; si fe pompa di protezione di membri del Parlamento (Cattolici Romani) per atterrire. Merita specialmente di essere riferita la visita fatta all' asilo da un onorevole che richiesto se fosse membro della Società Italiana allora recentemente formata rispose di sì, ed a questo titolo ottenne di esaminare la casa, d' interrogare i ragazzi, di osservare i loro lavori di scuola, terminando la visita inquisitoria col domandar loro se fossero contenti di restar nell' asilo, o di uscirne, e ricevendone la poco consolante per lui ed unanime risposta ch' eglino erano contentissimi della loro sorte. Qual non fù lo stupore del Signor Ferretti l' indomani nel vedere il Signor Melia cappellano dell' Ambasciata Sarda accompagnato dallo stesso onorevole personaggio ?

Dopo aver presentato alcune carte segnate non si sa da chi, con tuono d' importanza il Signor N. N. pretese che all' istante gli fossero consegnati tre ragazzi, affermando che non condiscendendosi alla richiesta avrebbe avuto ricorso alle vie legali innanzi ai tribunali. Non v' è d'uopo di dire che il direttore non tenne alcun conto di quello spauracchio; gioverà peraltro far noto al lettore che quell' onorevole ha poi stimato meglio di non tenere la data parola, piuttostochè esporsi al disonore di perdere una causa si mal fondata.

Più assai delle persecuzioni, le calunnie varie e molte che disseminavansi contro l' asilo consigliarono il direttore a porlo sotto la salvaguardia d' un Comitato che rendesse pubblica testimonianza della rettitudine dell' educazione religiosa e morale ricevuta dui giovanetti, e dell' integra e disinteressata amministrazione del Signor Ferretti. La Società Italiana di Londra fondata per quest' oggetto ha poi svegliato il desiderio di una simile istituzione per tutti gli stranieri residenti in Inghilterra, onde propagar fra loro le verità del Vangelo. A buon dritto può dirsi quindi che la pia fondazione dell' Asilo poi raggazi Italiani sia stato il granellino di senapa d' onde è sorta la pianta che da ricovero agli uccelli dell' aria. La Società Italiana di Londra cessa quindi di esistere come corpo isolato, rientrando nella organizazione generale della Società Evangelica per gli stranieri. In questa circostanza il Signor Ferretti depone spontaneo le sue funzioni come direttore dell' Asilo nelle mani della Società, per dedicarsi ad altra opera che condur possa al benessere spirituale e morale dei suoi connazionali.

Prima di chiudere questo cenno storico gioverà far menzione di un giovanetto che dopo due anni di educazione nell' Asilo trovasi ora in una casa di missioni in Francia per attendere a studj più convenienti alla sua età ed alla futura carriera cui sembra dalla divina grazia chiamato. E' meraviglioso l' amore che egli nutre per le Sante Scritture, leggendole continuamente senza esserne mai lasso. Il direttore ci ha mostrato le lettere che egli scrive, pienissime di sentimenti desunti dai libri santi, e fra esse quella direttagli nella dolorosa circostanza della morte dell' unico di lui fìglio, in cui dopo le condoglienze si esprime cosi:

Vi assicuro che siamo molto afflitti per una tale perdita II Signore è buono, ma permette che i suoi figli si trovino in tali prove I sentieri di Dio non sono i nostri; oi non " possiamo dir altro se non che non la nostra volontà sia fatta ma " quella di lui. E' scritto il Signore gastiga coloro che ama. Molte volte ci affliggiamo nel timore che Dio non ci ami poichè ci gastiga con rigore, ma non è cosi; egli ci tratta in tal guisa per provare la nostra fede; i figlioli di Dio debbono passare per molte prove. Considerate il popolo ebreo che fu un popolo di prove, particolarmente abbiate intorno agli occhi il Sant' uomo Giobbe. . . . Consolatevi adunque e prendete coraggio. Dio sa bene quello di cui avete bisogno. Non temete, il povero Torquatino è fra le braccia d' un padre che ne ha cura, e spero che un giorno avrete la consolazione di rivederlo, e anch'io se Iddio me ne fa la grazia.

Non fa dunque maraviglia che questo giovinetto illuminato dulia lettura del Vangelo si tenesse saldo incontro ai rimproveri del curato

del suo villaggio nativo, che venne due volte nell'Asilo tuonando con voce stentorea le minaccio dei gastighi eterni, ed alle persuasive

del padre e dello zio dalle cui mani fuggì per ritoruarsme nell' Asilo. E si osa con fronte scoperta asserire nell' Impostura Svelata, che i ragazzi si rattengon per forza!!! Voglia il Signore compire in lui l' opera incominciata, e benedire le tenere piante inaffiate coll' acqua viva della sua parola, acciò partin fratto copioso di benedizione all' Italia.

Eco di Savonarola, 1847, p. 24.