Risveglio nella Svizzera francese

In questo articolo mi interessa chiarire il contesto in cui giungono i diversi esuli risorgimentali italiani che, prima di approdare in Inghilterra, si fermano per un certo tempo in Svizzera, in particolare nella Svizzera francese. E' lì, infatti, in cui hanno spesso un primo significativo contatto con il mondo protestante, o meglio, evangelico, visto che si tratta soprattutto di circoli del Risveglio.

Critici e in polemica con le chiese protestanti istituzionali, sclerotizzate e sulla strada dell'apostasia a causa dell'influenza razionalista liberale, essi sono un salutare movimento di opposizione anti-istituzionale che richiama queste chiese "all'antico amore" ed alla rivalutazione di concetti biblici come conversione e santificazione, preghiera, meditazione devozionale della Bibbia, comunione fraterna e condivisione, sacerdozio universale dei credenti ed evangelizzazione. Queste preziose istanze, però, vengono alterate da teologie alienanti estranee alla Riforma come, da una parte le dottrine wesleyane (che scivoleranno poi nel pentecostalismo) e dall'altra il darbismo e l'ideologia delle "assemblee dei fratelli" (che scivolano nello spiritualismo, nel legalismo e nell'ottuso settarismo).

Questi esuli italiani, fra i quali molti ex-preti, arrivano affascinati dalle idee del Protestantesimo classico che scoprono nella Bibbia, ma l'ambiente che li accoglie è del tutto particolare. I loro ideali risorgimentali trovano nelle istanze anti-istituzionali e "democratiche" del Risveglio un ambiente certamente ideale. Attraente per loro è l'accento sulla sostanza ed immediatezza dell'esperienza cristiana che si oppone al vuoto ritualismo ed al sacramentalismo del quale hanno avuto esperienza nella chiesa cattolica e che essi pure rigettano. I nostri non sembrano avere, però, abbastanza discernimento per identificare le tendenze involutive del Risveglio delle quali abbiamo accennato. Per questo o se ne lasceranno del tutto influenzare, oppure lo accetteranno con riserva, maturando in sé, però, quelle contraddizioni che poi esploderanno separandosi in movimenti diversi. Pensiamo, ad esempio alla separazione che avverrà quando, volendosi creare una "Chiesa libera", si divideranno fra "spirituali" (tipo "fratelli") e "politici" (sulla scia ideale del Gavazzi). Strano, poi che "sopravviveranno" i primi e si estingueranno i secondi, venendo eventualmente assorbiti dalle "chiese storiche", di grande erudizione teologica e impegnati socialmente, ma sempre meno biblicamente ortodosse.

Intendiamo così esaminare sommariamente la vita ed il pensiero dei personaggi e dei movimenti che i nostri esuli incontrano in Svizzera.

1) John Nelson Darby (1800-1882).

2) Alexander Vinet (1797-1847).