Pinacoteca di Brera

Milano

La Pinacoteca di Brera venne ufficialmente istituita nel 1809, sebbene una prima eterogenea raccolta di opere fosse già presente a partire dal 1776 – e ampliata negli anni successivi- con finalità didattiche, a fianco dell’Accademia di Belle Arti voluta da Maria Teresa d’Austria. Il corpus doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti.
Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Brera quindi, a differenza di altri grandi musei italiani, come gli Uffizi ad esempio, non nasce dal collezionismo privato dei principi e dell’aristocrazia ma da quello politico e di stato.

Per approfondire la figura di Fernanda Wittgens, direttrice della Pinacoteca dal 1940 al 1944:
Giovanna Ginex , Rosangela Percoco, L'Allodola, Salani editore

Il cortile d'onore del palazzo di Brera è il cortile principale del palazzo di Brera. Risale alla prima metà del '600 e nasce in origine come chiostro per il monastero di Santa Maria di Brera, retto dall'ordine dei Gesuiti, fino a quando l'istituto religioso fu soppresso e reso di proprietà dello Stato, che trasformò il palazzo nella sede della nuova accademia di belle arti e pinacoteca. 

I lavori per il palazzo dell'ordine furono assegnati a Francesco Maria Richini, maggiore architetto del primo barocco lombardo: questi progettò il chiostro di pianta rettangolare (30x40 m) con un doppio ordine di colonne a reggere archi a tutto sesto. 

Al pian terreno le colonne tuscaniche poggiano su semplici basi, mentre al piano superiore le colonne di ordine ionico poggiano su piedistalli che fungono da intermezzi per la balaustrata: la loggia a doppio ordine sovrapposto è un chiaro omaggio al cortile del collegio Borromeo di Pavia di Pellegrino Tibaldi e rappresenta uno dei capolavori del Richini, nonché il prototipo barocco dei cortili di area lombarda.

Il porticato, originariamente disadorno, fu arricchito, a partire dal XIX secolo, con numerose statue, busti e lapidi dedicati alle maggiori personalità scientifiche ed artistiche della Lombardia.