Piazza della Signoria

Durante l’Impero Romano, questa piazza era dotata di installazioni termali. All’inizio del Medioevo le terme scomparvero e la piazza fu occupata pian piano da artigiani; adottò la sua forma attuale nel XIII secolo e fu pavimentata alla fine del XIV secolo.
Quando nel 1268 il partito dei Guelfi, ancora una volta acquisì il controllo della città, decise di abbattere le case dei Ghibellini loro rivali. Questa famosa Piazza a forma di “L” iniziò a diventare storia sulle rovine di 36 case che vennero demolite. Non vennero più costruiti altri edifici al loro posto e questo è il motivo per cui, gli edifici intorno il quadrato, non sono allineati.
Fin dal XIV secolo è stata strettamente unita alla vita politica di Firenze ed ha visto realizzarsi importanti eventi storici e grandi trionfi, come il ritorno dei Medici nel 1530. Nel 1497 fu qui organizzato il Falò delle Vanità promosso dal frate domenicano Girolamo Savonarola, che fece bruciare nella piazza migliaia di oggetti da lui ritenuti “peccaminosi”, tra cui libri e dipinti.
Solo un anno più tardi il Savonarola stesso fu accusato di eresia e fu bruciato sul rogo nella stessa Piazza.

Palazzo Vecchio

Il nome della piazza effettivamente deriva dal Palazzo progettato da Arnolfo di Cambio nel 1298, dove risedette il governo della Repubblica (chiamato la Signoria). Il Palazzo ha continuato a mantenere la sua funzione politica a Firenze durante il Regno del Medici e successivamente sotto il Duca Cosimo I, che vi risedette tra il 1540 e il 1565. Fu durante questo periodo che fu commissionato a Giorgio Vasari il compito di raddoppiare le dimensioni dell’edificio. Più tardi quando il Granduca e la sua famiglia deciso di spostarsi al nuovo Palazzo Pitti nel 1565, Palazzo della Signoria iniziò a diventar noto come Palazzo Vecchio.

Le sculture

Le famose sculture collocate in Piazza della Signoria hanno riferimenti alle vicende politiche di Firenze, con qualche contrasto. Il David (l’originale si trova alla Galleria dell’Accademia) fu realizzato da Michelangelo e posizionato di fronte a Palazzo Vecchio a simboleggiare il potere della Repubblica fiorentina in contrasto con la tirannia dei Medici.
Il Nettuno (1575) di Ammannati ricorda le ambizioni marittime dei Medici, mentre la statua equestre del Duca Cosimo I è un elegante ritratto di un grande uomo, che riuscì a portare tutta la Toscana sotto il potere militare dei Medici. Fu commissionata nel 1587 al più importante scultore attivo a Firenze all’epoca, il Giambologna.
Il grandioso progetto prevedeva una statua in bronzo ed era la prima grande scultura equestre che si fosse realizzata a Firenze. Giambologna per l’importante commissione ebbe bisogno di una fonderia apposita per affrontare l’opera di grandi dimensioni. Nel 1594 l’opera fu completa, con la figura del Granduca e con il piedistallo marmoreo, sul quale furono sistemati tre bassorilievi che raffigurano episodi salienti della sua vita. Sul lato est un’altra iscrizione latina, scolpita nel bronzo, celebra le imprese del granduca.
Accerchiata dal palazzo degli Uffizi, nella piazza si trova un capolavoro dell’architettura medievale: la Loggia della Signoria, realizzata intorno al 1380 per ospitare le cerimonie  e assemblee pubbliche della repubblica. Realizzata nel XIV secolo, la loggia è un edificio di stile gotico, ma le tre grandi arcate a tutto sesto aprono la strada alla grande architettura rinascimentale. Viene chiamata anche Loggia dei Lanzi, perché si narra che sotto le sue arcate si accamparono, nel 1527, i Lanzichenecchi di Carlo V, diretti verso Roma.
La Loggia è detta anche “dell’Orcagna”, dal soprannome di Andrea di Cione, un tempo considerato il suo autore: in realtà fu il fratello Benci, insieme a Simone Talenti, a realizzare la loggia. Forse l’Orcagna partecipò alla sua progettazione.
Tra le opere poste sotto la Loggia si possono ammirare il Ratto delle Sabine del Giambologna e la statua del Perseo con la testa di Medusa, opera di Benvenuto Cellini (1554), un monito per coloro che si mettono contro i Medici (la Medusa rappresentava la repubblica).