Spoleto

(Perugia)

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Si estende sul colle Sant'Elia, ai piedi del bosco sacro di Monteluco. Straordinariamente ricca d'arte di ogni epoca e protagonista di eventi prestigiosi, come il Festival dei Due Mondi. Spoleto è tra le città simbolo della cultura internazionale.

Importante centro fortificato degli Umbri, fu colonia romana e poi municipio (90 a.C.). Dopo la caduta dell'Impero Romano fu presidiata prima da Teodorico, re dei Visigoti, e poi dal bizantino Belisario. Espugnata da Totila fu riedificata dal bizantino Narsete.
Nel periodo altomedievale fu capitale del Ducato longobardo. Nel 1155 fu conquistata e distrutta da Federico Barbarossa e, dopo una serie di lotte tra guelfi e ghibellini, fu riconquistata dal Cardinale Albornoz che la assicurò alla Chiesa e ne fece un importante centro dello Stato Pontificio.
Il governo del Papato, salvo la parentesi napoleonica, durò fino a quando Spoleto si unì al nuovo Stato Italiano.
Il centro storico, accanto a evidenti influssi di epoca romana, mantiene intatta la struttura di epoca medievale. Alle più antiche origini di Spoleto appartengono l'Arco di Druso e Germanico, arco romano che introduceva al foro (sito attuale di piazza del Mercato), presso la chiesa romanica di Sant'Ansano, il teatro romano, la basilica di San Salvatore, un interessante monumento di origini paleocristiane (IV-V secolo), patrimonio mondiale dell'UNESCO come parte del sito seriale "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.). 

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Il maggiore monumento cittadino è il Duomo, la cattedrale di Santa Maria Assunta. Eretto in forme romaniche nel XII secolo, ha subito interventi successivi con l'aggiunta di un portico di stile rinascimentale, sulla facciata è ornato da un grande mosaico bizantineggiante (1207): all'interno conserva un affresco con Madonna e Santi del Pinturicchio, il busto in bronzo di Urbano VIII del Bernini e uno straordinario ciclo di affreschi di Filippo Lippi. 

Il sito oggi occupato dalla Cattedrale, fu con ogni probabilità sede del complesso vescovile dall'età paleocristiana: nel 956 vi è attestata la chiesa di Santa Maria del Vescovado. A questa costruzione si sostituì un edificio, già realizzato nel 1067 e demolito insieme ad altri per far posto alla nuova cattedrale, eretta nel XII secolo: il progetto prevedeva un interno basilicale modellato sugli esempi romani, in particolare di Santa Maria in Trastevere, mentre lo schema compositivo e decorativo caratteristico dell'architettura romanica spoletina fu adottato nella facciata che, pochi anni dopo il completamento, veniva ampliata. 

All'epoca della costruzione romanica risale anche la torre campanaria, edificata utilizzando molti materiali provenienti dagli edifici demoliti nell'area. Delle trasformazioni realizzate tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento per iniziativa dei vescovi della famiglia Eroli, restano importanti testimonianze nel portico rinascimentale che precede la facciata, nella decorazione dell'abside ad opera del fiorentino Filippo Lippi, nella edificazione e decorazione delle cappelle Eroli. 

Il radicale rinnovamento dell'interno, su iniziativa del cardinale Francesco Barberini, è opera tradizionalmente attribuita a Luigi Arrigucci, ultimata nel 1668. Il vescovo Loccatelli, futuro papa Pio VI, commissionò a Giuseppe Valadier un organico progetto di sistemazione e decorazione interna, con la realizzazione di tutti gli altari e dei quattro portali alle estremità delle navate laterali (1785-1792).

L'abside è affrescato dal ciclo Storie della Vergine di Filippo Lippi e dei suoi collaboratori di bottega realizzati intorno al 1466-69, riguardano: l’Annunciazione, la Morte della Vergine (Dormitio Virginis), la Natività della Vergine, l’Incoronazione della Vergine.
L’incarico al Lippi per il ciclo di affreschi nella cattedrale di Spoleto fu affidato nel 1466; i lavori, deliberati dall’Opera del Duomo, ebbero inizio nel settembre 1467 e furono portati a termine da collaboratori dell’artista, tra cui Fra Diamante, circa tre mesi dopo la sua morte (tra l’8 ed il 10 ottobre 1469).
Nel riquadro raffigurante la Morte della Madonna (Dormitio Virginis) viene identificato Filippo Lippi, con un mantello bianco (una delle figure alla destra) ed il figlio Filippino nella figura dell’angelo.