Città di Castello

(Perugia)

Situata nel versante nord-occidentale dell'Umbria, Città di Castello si distende lungo l'Alta Valle del Tevere ai confini con la vicina Toscana e non distante dalle Marche.

Al tempo della dominazione longobarda, la Val Tiberina rimase sotto il controllo bizantino facendo parte di quel «corridoio» che collegava l'Esarcato con Roma. In età comunale, alleanze, scontri e conseguenti dipendenze scandirono le vicende dell'area, dove gii interessi politici di Arezzo, Perugia e il Montefeltro entrarono in conflitto con la volontà di autonomia dei Comuni, primo fra tutti Città di Castello al cui territorio diocesano appartenne, fra XIII e XIV secolo, per la quasi totalità.

L'affermazione e la persistenza del ruolo di vera e propria città esercitato da Città di Castello, dotata di ampia autonomia politica e culturale fino a tutto il XV secolo, è fenomeno peculiare dell'alta valle del Tevere, terra di confine ed eccentrica rispetto alle aree di influenza dei grandi centri del potere. Questa egemonia, che sotto la signoria dei Vitelli trova piena espressione anche in ambito propriamente artistico e culturale, si proietta nel contado agricolo fitto di borghi e di ville, nel quale la città si pone come unico centro ordinatore.

Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio

Il Duomo di Città di Castello, dedicato ai santi Florido e Amanzio, compatroni della città, sorge all'interno del nucleo urbano, in piazza Gabriotti.
La facciata barocca è caratterizzata, nella zona inferiore, da un'ampia scalinata e da una serie di lesene, colonne e nicchie che conferiscono al tutto una grande plasticità. Poco distante sorge l'imponente campanile romanico di forma cilindrica in stile ravennate.

Nel corso dei secoli la chiesa ha subito numerosi interventi di restauro, anche importanti: nel 1356 venne ampliata, tra il 1466 ed il 1529 completamente rinnovata su progetto di Elia di Bartolomeo, del figlio Tommaso e di un maestro, Piero di Lombardia, che la riadattarono alle nuove forme dell'architettura rinascimentale. Infine nel 1632 su disegno di Francesco Lazzari, venne ricostruita la facciata, rimasta purtroppo incompleta nella parte superiore.

L'interno della chiesa, a croce latina, è ad unica navata con cappelle laterali e copertura a cassettoni risalente al XVIII secolo.
Le cappelle laterali, fatte erigere dalle più importanti famiglie castellane tra il XVI e il XVII secolo, sono ricche di affreschi e dipinti su tela. Tra queste un'attenzione particolare merita quella del SS. Sacramento, detta il "Cappellone", all'interno della quale si trovava la tavola raffigurante Cristo in Gloria (1528-30) di Rosso Fiorentino, ora conservata nell'adiacente Museo del Duomo. Tra le tante opere custodite all'interno della chiesa le tele di Bernardino Gagliardi, gli affreschi di Tommaso Conca, la Caduta da cavallo di San Paolo dipinta da Niccolò Circignani detto il Pomarancio ed un coro ligneo intagliato e intarsiato del 1540.