Pinacoteca Ambrosiana

Milano

Il palazzo dell'Ambrosiana, costruito sull’area dell’antico foro romano, è sede dell’Ambrosiana, una delle più importanti istituzioni culturali milanesi, costituita dalla Biblioteca [1]e  dalla Pinacoteca  [2]. Viene fondato all’inizio del Seicento dal cardinale Federigo Borromeo per ospitare una grande biblioteca pubblica in grado di contenere lo straordinario patrimonio di testi a stampa, manoscritti e codici raccolti dai suoi emissari in Europa e in Oriente.

Il primo corpo, accessibile dall’attuale piazza San Sepolcro, è realizzato a partire dal 1603 da Lelio Buzzi e Francesco Maria Richini ed è dominato dalla monumentale sala di lettura detta “Federiciana”. Intorno al 1611, per volontà dello stesso fondatore, viene aggiunto un nuovo edificio destinato ad accogliere un’Accademia artistica e una galleria di dipinti dotata, nel 1618, della sua personale collezione. Si forma così il primo nucleo della Pinacoteca che può vantare oggi opere di straordinari maestri tra i quali Botticelli, Leonardo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio e Brueghel. Gli acquisti e le donazioni dei secoli successivi rendono necessari nuovi ampliamenti che portano, nell’Ottocento, alla realizzazione del fronte su piazza Pio XI e del grande cortile neoclassico poi trasformato da Ambrogio Annoni in sala di lettura (1923). Dopo i bombardamenti del 1943 il palazzo è stato sottoposto a trasformazioni e restauri, l’ultimo terminato nel 1997.

All'ingresso una tela della scuola lombarda (1600-1649) raffigurante il cardinale Federico Borromeo. Sulla porta a cancello che dall’atrio conduce alla Sala Custodi della Biblioteca è collocato un busto in bronzo del cardinale, realizzato a spese della famiglia Borromeo.
Probabilmente fu lo stesso cardinal Federico Borromeo a volere in Ambrosiana i calchi in gesso che riproducono alcune scene presenti sulla celebre Colonna Traiana di Roma, dove i bassorilievi narrano la conquista della Dacia da parte dell’imperatore Traiano. La loro origine sarebbe da collocare nella collezione di Leone Leoni, il celebre scultore dell’imperatore Carlo V, custodita nella sua casa milanese. Il valore di questi calchi è insieme documentario e accademico: l’intenzione infatti era quella di costituire in Ambrosiana una sezione di archeologia e di antichità patrie, così che fosse possibile ammirare anche a Milano le grandi opere di Roma, le quali, a loro volta, potevano fornire modelli esemplari per gli studi dell’Accademia.

All'inizio della scala di ingresso alla Pinacoteca è un cippo in marmo realizzato da Antonio Canova e da Pompeo Marchesi come monumento alla memoria di Giuseppe Bossi, accademico milanese rinnovatore dell'Accademia di Brera e protagonista della scena artistica neoclassica italiana.

Sulla scala si trovano due gruppi scultorei di Leone Leoni.
Laocoonte (copia dell’esemplare vaticano). Questa copia del celebre gruppo scultoreo del Laocoonte dei Musei Vaticani proviene dalla cosiddetta Casa degli Omenoni, dove Leone Leoni aveva la sua collezione di calchi in gesso delle principali opere artistiche di Roma. Il braccio destro disteso e non piegato prova che questo calco fu eseguito dopo i restauri con i quali si intervenne sull’originale nel 1532-1533.
Pietà (copia da Michelangelo). Anche questa copia della Pietà di Michelangelo proviene dalla celebre Casa degli Omenoni dove Leone Leoni aveva la sua collezione di calchi in gesso. È importante notare che questa copia ci trasmette le condizioni in cui l’originale si trovava prima dei restauri del 1736, che interessarono la mano sinistra della Vergine e la mano destra del Cristo.

[rif. ambrosiana.it]