18° Giorno

Venerdì 7 Maggio 2010

SANTIAGO DE COMPOSTELA

Mi alzo tardi anche perché, prima delle 8,30, non c’è colazione.

Quando esco ha da poco smesso di piovere.

Alle 9,15 però sono già arrivata con l’autobus davanti al bar di Pineiro per ricominciare da dove avevo lasciato ieri. Immagino che da qui ci vogliano circa 5 chilometri per arrivare alla meta.

Ha ricominciato a piovere molto e non posso che ringraziare per aver fatto il mio Cammino quasi indenne, almeno rispetto ad oggi.

Attraversata la statale eccomi già sul sentiero in salita, ma oggi non mi lamento più: ho fatto quel che dovevo.

Angrois è subito lì ma ormai siamo già nella piena periferia della città. Di qui passa il Cammino Real omonimo.

Una discesa di acciottolato porta in breve, attraversando un ponte sul rio, a Santa Maria La Real. Per me, questa chiesa, ha un fascino particolare, fascino che ogni volta mi porta qui.

Sebbene meno stanca degli altri giorni per il poco camminare di oggi, la guardo però con gli occhi estasiati del Pellegrino che la incontra per la prima volta.

Vi è un gruppo di alemanni che la sta visitando e poi innalzano un inno di ringraziamento. Per quanto sono bravi immagino che facciano parte di un coro.

E’ una commozione incredibile, sembra quasi che la chiesa e la Madonna che sorride dall’altare siano più belle.

Rivedo il chiostro, quel che rimane, ma fatto dal Maestro Mateo; è un vero capolavoro. La Collegiata fu fondata nel 1136 e conclusa nel XIII sec., ma ne ho già parlato in precedenza.

Ricordo in particolar modo i contrafforti costruiti nel XVIII sec. per salvarla dal collassamento. Poiché fu costruita vicino al fiume, il terreno argilloso, nei secoli, ha ceduto ed all’interno si possono vedere le sue colonne notevolmente divaricate che fanno una certa impressione. Comunque a questo declino sembra vi abbiano contribuito anche alcuni incauti accorgimenti architettonici.

Esco e so già che mi aspetta la lunga e ripida salita del Castron Duoro prima di arrivare in cima, alla Porta de Mazarelos, l’unica porta rimasta della cinta muraria di Santiago. Da qui velocemente si arriva alla Cattedrale.

Nella Piazza della Quintana, dove in antico esisteva la necropoli della città, vi è una lunghissima coda perché dalla Porta del Perdon o Porta Santa, che viene aperta solo negli anni giubilari, si accede alla Statua d’argento del Santo, sopra l’altare, ed alle sue spoglie, nella cripta. Per regolamentare il flusso dei numerosi Pellegrini, da qui non è permesso accedere alle navate della Chiesa.

Vista la lunga coda, decido di ritornare alla Messa dei Pellegrini del mezzogiorno, ma anche qui, per entrare da Praza da Prateria, vi è un’ulteriore lunga coda.

Questa piazza deve il suo nome ai piatti d’argento e quindi agli orafi che avevano, ed ancora hanno, le loro botteghe nella parte bassa sotto la Cattedrale. La piazzetta, oltre che per la Fontana dei cavalli, è importante perché conserva l’unica facciata romanica della Cattedrale, un vero gioiello architettonico.

Quando alfine, dopo oltre mezz’ora, entro nella Cattedrale non vi sono più posti a sedere, neppure oggi.

E’difficile trovare una buona posizione, per assistere alla Messa, anche in piedi, dato l’affollamento, ma in qualche modo riesco a veder bene il Botafumeiro

Entrando mi colpisce come a terra vi sia un rio d’acqua dovuto ai molti ombrelli e mantelle che scolano sul pavimento. Osservo anche l’interno della Cattedrale, sempre stupefacente, ma ora ne vedo le rughe: alcuni affreschi rovinati, l’erba che si è insediata nella cupola e, come detto, il Portico che non si può ammirare.

Io pensavo che per l’Anno Santo tutto fosse stato rimesso a nuovo ma, invece, tutto è deteriorato e malato, trascurato; anche la stessa città. Non ci sono stati interventi! Forse, attenderanno che il grande flusso dei Pellegrinaggi di quest’anno passi e forse aspetteranno anche il denaro che confluirà qui attraverso essi.

Ma mi colpisce anche tutto questo spiegamento di forze dell’ordine, perché ci sono guardie anche in chiesa, e tutto questo avrà certamente un costo.

Certo che notare questo abbandono mi crea una gran pena, una grande tristezza.

Oggi però ascolto tutto l’elencare dei Pellegrini giunti fin qui da chissà dove; è lunghissimo. Ciò che mi colpisce è che sia diverso da come ricordavo, nel senso che, dato l’afflusso, vengono privilegiati nella menzione i gruppi dando priorità ovviamente a quelli spagnoli e non importa se talvolta arrivino fin qui in autobus.

Oggi ne stanno attendendo ben 500 da Pontevedra, dei quali però non hanno notizia ed allora ci invitano a pregare per loro.

Quello che più mi impressiona è che ne arrivino dalla Corea, dalla Nuova Zelanda e perfino dall’Africa.

Di italiani, oggi, ce ne sono 18, ma non specificano quale Cammino abbiano percorso e da dove siano partiti.

Ed allora ecco una piccola rivincita, molto presuntuosa da parte mia: meglio essere stata menzionata ieri come: 1 Pellegrino italiano giunto da Siviglia.

Ma ce ne sono anche 54 che giungono dalla Francia ed inoltre molti altri che giungono da mille luoghi diversi.

D’altra parte questa semplificazione degli elenchi era necessaria perché questa premessa alla Messa dura oltre 15 minuti.

Anche oggi la Messa è celebrata dal Vescovo che ringrazia tutti in tutte le lingue, sua anche l’omelia ed anche oggi c’è il Botafumeiro.

Provo solo emozione!

Mi sfugge il senso estetico, sensazionale, cerimoniale e coreografico della cosa. Per me resta solo il significato spirituale, il manifestarsi, in altra forma, dello Spirito Divino.

E’ sentirsi coinvolti nel profondo, rendere visibile la propria emozione nell’intimo. E’ una preghiera speciale al Signore, è riporre nel suo grembo i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri dolori, i nostri desideri ed aspirazioni, ma anche le nostre miserie e il nostro nulla: Santiago come tramite profondo ed agognato, come mezzo di attuazione di richieste forse impossibili in una esistenza che vorremmo solo normale.

Quanti siamo giunti fin qui per chiedere e pregare per una serenità che non riusciamo a trovare, che non riusciamo a colmare?

Terminato il rito del Botafumeiro con organo e canti vi è anche una benedizione speciale.

Fuori piove a dirotto. Prima di rientrare mi fermo ad un bar affollato, Casa Rosalia, dove però ci sono delle ottime tapas (E. 5.30 per 2 tapas ed Albarino).

Sul tardi esco nuovamente per qualche acquisto, ma di presepi praticamente non ce ne sono.