1° Giorno

Giovedì 10 aprile 2008

VERONA – CARMONA

La decisione di partire da Venezia per Siviglia è stata laboriosa e sofferta. Desideravo andare a Siviglia passando prima da Barcellona per vedere mio figlio e, da qui, fare poi ritorno in Italia, ma impegni, difficoltà e costi mi hanno fatto decidere per questa scelta. Per cui, con molto anticipo, come al mio solito, prendo il treno delle 12 a Verona, giungo velocemente all’Aeroporto di Venezia e, alle 17, puntuale, parte l’Aereo per Siviglia.

Il tempo è molto nuvoloso con brutte previsioni di venti straordinari proprio in Andalusia. Figuriamoci il mio stato d’animo; il Comandante ci comunica che a Siviglia piove e ci sono 11 gradi. Lungo il tragitto, nel varco delle nuvole, il mare ci appare splendente, illuminato da un sole incredibile, ma raggiunta la costa spagnola, le nuvole si addensano mano a mano. Quando l’aereo si abbassa per prepararsi all’atterraggio, laghi e fiumi tracimati sono una visione costante, ma, potenza di Santiago, il mio volo è perfetto. E pensare che i giornali andalusi, l’indomani, portano titoli di alberi divelti per il vento, di tendoni (per la Feria de Avril) distrutti e di alluvioni ovunque.

Già la Feria de Avril, l’antica fiera agricola di Siviglia, trasformata in una grande festa, con circo, balli e gare di cavalli. A causa sua non ho trovato posto in nessun Hotel di Siviglia, dove avrei voluto rimanere 3 giorni prima di iniziare il mio Cammino.

E neppure a Santiponce, il primo paese sulla “Via”, ho avuto miglior fortuna, perché il numero telefonico dell’unico Hotel non rispondeva. Infine, poiché comunque avrei desiderato visitare Carmona (che alcune guide riportano nella Via dell’Argento - forse perché romana - ma che in realtà è una deviazione dal vero Camino), ho deciso di prenotare un Hotel in questa città a circa 30 Km. da Siviglia, e, proprio per questo, l’unica disponibilità era un Hotel Alcazar de la Reina 4 stelle (€ 110).

Alle 20, quando arrivo, naturalmente non vi è un autobus pronto per me, anzi non c’è proprio, bisognerebbe (di giorno) dall’Aeroporto andare a Siviglia e da lì ritornare poi a Carmona. Non solo, a Siviglia ci sono due stazioni degli autobus e non sanno dirmi in quale dovrei andare. Per me, che con il calar della sera divento nervosa, non c’è alternativa! Il costo del taxi per 20 Km. è un pugno nello stomaco Euro 50 e, nonostante rifiuti e provi a contrattare con qualcun altro, il costo non varia e, addirittura, passa da un minimo di € 50 a € 60 ed anche € 90. Non solo, mi dicono, hanno diritto di chiedere un 30% in più perché c’è la Feria, ma non ho capito quale sia il prezzo normale per questo servizio. Certamente aspettano gli allocchi come me ed è certo che, come esordio andaluso, non è entusiasmante.

Non è entusiasmante neppure, dopo tutto questo, sobbarcarmi 300 metri di strada in salita, deserta ed al buio perché il “navigatore” del taxista non ha tenuto conto del senso unico della strada. Meno male che l’Hotel, veramente delizioso, è ricavato in un antico palazzo che domina la valle sottostante (probabilmente, data la posizione, proprio in una vecchia fortezza). Pur defilato è nel centro storico della città. Il Ristorante dell’Hotel è chiuso anche se l’ora sarebbe “corretta”, e quindi, alla ricerca di ristoro, mi avventuro per le stradine intorno con un certo timore. Tutto è poco illuminato e silenzioso. Nelle antiche vie non c’è proprio nessuno. Per istinto trovo una piazza dove, anche lì, alcuni ristoranti sono chiusi, ma un bar, il “Goya”, è aperto e con una porzione di insalata russa (non c’è altro esposto che io possa mangiare) ed un bicchiere di vino, ceno (€ 4). Fuori fa freddo e velocemente rientro; in camera c’è un certo tepore, perché i termosifoni sono accesi e, dopo una giornata così compulsa, non mi resta che dormire.