13° Giorno

Sabato 10 Maggio 2003

SANTIAGO

Me la sono fatta passare, nonostante i molti risvegli, per la gente maleducata che rientra alle quattro ridendo e parlando ad alta voce. La vita notturna, soprattutto fra i giovani ed in particolare nel fine settimana è veramente vertiginosa; così molti giovani Pellegrini vi partecipano con gioia.

Esco prestino e poiché tutto è chiuso e deserto, mi avvio a piedi per andare verso il Museo del Popolo gagliego, che è in direzione diversa della Cattedrale. Trovo il mercato cittadino che sta aprendo perché, come tutti i mercati di Spagna, è al coperto. Questo è particolarmente bello, perché è all’interno di costruzioni che sembrano un po’ gotiche, di pietra grigia come tutta Santiago.

Sorrido un po’ perché, fuori, c’è qualche contadina con due conigli o tre galline, ma vivi, che porta al mercato per venderli, come da noi si usava in tempi lontani. Mi torna in mente Zita, una ragazzotta tedesca, bellissima, almeno nei miei ricordi, con due trecce folte, nere e lunghissime e magnifici occhi azzurri; che scendeva, una volta al mese, dalle montagne di Fleres per venire nelle case del Brennero a vendere uova, burro e galline vive.

C’è perfino una centrale di trasformazione elettrica mimetizzata dentro una vecchia costruzione, che sembra più una cappella che una banale cabina elettrica.

C’è anche una piccola chiesa dedicata a San Fiz de Solovio. È importante, perché sorge sull’antica acropoli romana e nel luogo dove avrebbe abitato l’eremita Pelayo. Fu ricostruita nel XVIII secolo, però conserva il portale originale del XII secolo. Poiché, come mi aspettavo, il Museo aprirà solo alle 10, proseguo su per la collina e trovo la chiesa con annesso ospedale, dedicati a San Rocco, fondati nel XVI secolo durante le epidemie che devastarono la città.

Poco più avanti c’è il Convento di Santa Clara, un enorme edificio costruito alla fine del XVII secolo, ma esistente fin dal 1260, e che ora si nota anche per l’imponente facciata barocca della sua chiesa.

Di fronte, in basso, vi sono il Monastero e la Chiesa del Carmelo. Ritorno al Museo do Pobo Galego che è ricavato all’interno dell’ex Convento di San Domingo de Bonaval. La chiesa contiene il Pantheon degli uomini illustri ed, insieme al suo chiostro, è un raro esempio di gotico gagliego.

Il Museo d’arte popolare ovviamente raccoglie oggetti della tradizione e, cosa per me importante, anche pannelli riguardanti la musica ed il ballo popolare. Al negozietto del Museo acquisto alcuni CD, perché la musica gagliega mi coinvolge molto.

Se posso, vado sempre a vedere i Musei popolari perché capisco di più la gente del luogo, ma soprattutto perché mi fanno rivivere momenti della mia storia personale che mi commuovono sempre: il banco da falegname di mio padre, come si cuoceva la ceramica, i vestiti della gente; ma, qui, soprattutto l’architettura popolare, così maltrattata in provincia di Lugo.

Noto un particolare scalone a chiocciola, che parte in tre tronconi avvitandosi verso i tre piani di un edificio annesso al museo; fu costruito nel 1650, ma sembra modernissimo o quantomeno sembra ricalcare un’idea che si sviluppò a fine 1800 anche da noi.

Di fronte al Museo vi è il Centro Galego de Arte contemporanea, naturalmente in un enorme edificio moderno dell’arch. portoghese Alvaro Siza.

Poi vado a vedere il barrio e la Collegiata di Santa Maria la Real, sulla Sar. Interessante il quartiere che scende lungo il fiume, a circa 1 chilometro, anche se più popolare, rispetto a quello intorno alla Cattedrale. È lontano dal centro cittadino, al di là delle vecchie mura che non esistono più. Vi è però questa deliziosa chiesa romanica del XII secolo che stava per collassare nel 1800, dato il terreno argilloso sottostante; per salvarla, si costruirono a ridosso dei poderosi contrafforti.

La cosa strana è vedere, all’interno, le colonne che si piegano verso l’esterno. A parte questa caratteristica così evidente, la chiesa è particolarmente bella dentro e fuori. Fu Convento templare e Lebbrosario. Quando arrivo, vi è un matrimonio, per cui non la posso visitare come vorrei.

Vi è anche un chiostro romanico del Maestro Mateo, che però è chiuso come il piccolo museo. Questo sposalizio, in ogni caso, è interessante per me, per capire questo aspetto della vita gagliega. Dev’essere un matrimonio molto importante per i vestiti particolarmente eleganti degli invitati e per le tante macchine di lusso parcheggiate intorno, ma mi fa sorridere il fatto che ci siano più invitati fuori della chiesa, che chiacchierano fra loro, che dentro.

Ritorno in centro e mi fermo a mangiare l’Empanada (torta) di patate e cozze da un gagliego che, come al solito, 25 anni fa, ha lavorato in Svizzera. Mi dirigo poi verso la parte opposta della città, dove ci sono giardini stupendi e tutti sono lì a passeggiare. Fra un po’ inaugureranno un’enorme mostra collettiva di tutti i pittori della Galizia.

A questo punto, dovrei raccontare mille cose sui monumenti della città che, per lo più, io vedo da fuori; ma non basterebbe un libro, perché tutti gli ordini religiosi, da tutti i paesi del mondo, hanno costruito a Santiago imponenti Monasteri lungo l’arco dei secoli.

Ne elenco alcuni fra i più importanti e soprattutto quelli a ridosso della Cattedrale e che si trovano in gran parte nelle due piazze più importanti. Una è quella dell’Obradorio dove c’è la facciata e l’ingresso più importante della Cattedrale (Portico della Gloria) nonchè:

- Palazzo Gelmirez eretto nel 1120 per volere dell’omonimo vescovo (uno dei migliori esempi di romanico civile).

- Collegio di San Jeronimo fondato nel 1501 e rifatto nel 1665.

- Hostal de Los Reyes Catolicos, costruito nel 1492 per accogliervi i Pellegrini e gli ammalati. Oggi è un lussuoso Parador.

- Palacio de Rajoy, costruito alla metà del XVIII secolo si erge di fronte alla Cattedrale.

Sul fianco della Cattedrale vi è la Piazza de Prateria (orefici - da plata (argento):-prata in gagliego) con l’unica facciata romanica della chiesa e inoltre ci sono:

- Casa del Cadibo con facciata ornamentale barocca.

- Fontana dei Cavalli del 1825.

Subito dopo, addossata al chiostro ed all’abside vi è la facciata del Tesoro, rinascimentale, ed, in successione, la facciata posteriore che guarda Piazza della Quintana, l’altra grande piazza (dove in antico vi era un cimitero). Qui vi è la PORTA SANTA o del Perdono, con la statua di Santiago e sculture romaniche, che provengono dall’antico coro in pietra del Maestro Mateo. È detta anche Porta Real e viene aperta solo negli anni giubilari. Su questa piazza:

- La torre dell’orologio terminata nel XIV secolo fu trasformata barocca nel XVIII secolo.

- La casa della Parra con una particolare decorazione di grappoli di frutta del XVII secolo.

- Casa dei Canonici del 1709.

- Monastero de San Payo de Antealtares, uno dei più antichi della città, fondato da Alfonso II nel IX secolo e trasformato successivamente.

All’ingresso nord della Cattedrale, vi è la Porta della Azabacheria, eretta sopra l’antica Porta romanica del Paradiso, ma ora è neoclassica ed è la parte meno bella della Cattedrale. In questa piazzetta vi erano i venditori ambulanti di giaietto ed i cambisti e resta, comunque, defilata dalla vita cittadina.

Nelle vie limitrofe è tutto un proliferare d’altri Conventi e Chiese:

- Monastero e Chiesa di San Martin Pinario, fondato nel 912, fu ricostruito nel XVI secolo. La chiesa ha facciata plateresca.

- Convento e Chiesa di San Francesco; ricordano il pellegrinaggio del Santo di Assisi, avvenuto verso il 1212, ma il convento è del XVII e la chiesa del XVIII secolo.

- Monastero e casa del Canònigo Juan Somoza.

- Chiesa di San Miguel de Agros.

- Facoltà di Medicina

- Collegio maggiore de Fonseca, bell’edificio rinascimentale iniziato nel 1532 con delizioso chiostro plateresco.

- Convento dei Gesuiti fondato nel 1617.

- Chiesa di San Agustin.

- Convento de Belvis.

E poi basta, andateci voi e vi accorgerete di quante cose non ho visto e non ho raccontato. Ogni emozione è personale e non sempre si può manifestare. Oltre ai Musei cittadini, molti Conventi hanno un loro museo e qui il tempo per rimanere andrebbe all’infinito.

E, per finire, un po’ di storia. Santiago, (dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco) ed il Cammino, (Primo Itinerario Culturale Europeo), è situata al nord-ovest della Spagna, circondata dai fiumi Sar e Sarela. A seguito della scoperta del corpo di San Giacomo, re Alfonso II ordinò l’edificazione di un modesto Tempio e Monastero, attorno ai quali sorse la città.

Da centro rurale, nei secoli, diventò centro di attività economica e culturale. I secoli XIV e XV furono periodi di turbolenza, ma il Rinascimento arrivò a Santiago legato al nome del vescovo Fonseca, fondatore dell’Università. I Re Cattolici portarono in città il Tribunale Nazionale e nel 1501 e 1532 vennero costruiti l’Ospedale Reale e il Collegio Fonseca.

Alla fine del XVII secolo vi fu una “febbre” costruttrice orientata al barocco che fece nascere una sua scuola nel secolo successivo. Nel 1982 con 105.000 abitanti Santiago è diventata capoluogo della Comunità Autonoma di Galizia, ricca di splendidi monumenti e sede Universitaria e Vescovile.