La merenda

'A marenn'

Nella nostra alimentazione di bambini, la merenda svolgeva un ruolo non secondario. Si "faceva marenn" a qualsiasi ora, senza troppe limitazioni nel numero e nella quantità richiesta: la frase magica che apriva la dispensa (i frigoriferi non erano ancora entrati nelle nostre case) era "Ce sta quaccosa?" A questa richiesta, la nonna o più raramente il nonno, la zia o la mamma interrompeva la sua attività (mai visto un adulto che stava lì a non far nulla) e velocemente preparava una gustosa marenn', perché 'a criatura adda crescere . Unica limitazione, che il momento prescelto per esprimere il proprio disagio, per palesare quel certo languorino all'adulto addetto al vettovagliamento, non fosse troppo a ridosso del pranzo o della cena, altrimenti si riceveva un rifiuto perché "poi si spezza l'appetito".

Le merende avevano quasi sempre il pane come ingrediente di base: per i più piccoli pane olio e zucchero, pane burro e marmellata, pane caffè in polvere e zucchero, pane e latte condensato, pane ricotta limone e zucchero, pane e cotognata.

Dopo i sei anni non si era più considerati ninnilli e anche la marenn' cambiava e acquistava in consistenza e sapore, diventando se gradita anche salata: frittatina, uovo al tegamino, ricotta salata, salame, uovo sodo a fette, pomodoro fresco con olio e sale, cucchiaiata di salsa o di ragù, sempre poggiata su una fetta di pane.

Con l'adolescenza si passava nuovamente di categoria e 'o uaglion' aveva diritto a marenne ancora più sostanziose, come 'a mbosta; due fette di pane (pane, sempre pane!) che possibilmente dovevano essere unite su un lato stretto a formare una busta. 'A mbosta poteva contenere una maggior quantità della pietanza prescelta, ma necessariamente in formato "schiacciato": fette di salsiccia, fettine di carne del ragù, fette di scamorza "girate"in padella, fette di fiordilatte di Agerola o di mozzarella di Battipaglia.

E' solo diventando juvinott' che si poteva conquistare 'a marenn' tridimensionale: niente più fette di pane ma il croccante e abbondante cuozz' o la versione più leggera, 'o cuzzetiell', cioè la parte terminale del filone di pane, più o meno grande, privata della mollica e riempita di ogni ben di dio. Il cuzzetiell' classico era comunque con 'a purpetta co' sug' o con saciccia e friarielli. Ma il saporito contenitore edibile ('o cuzzetiell') poteva contenere qualsiasi pietanza complessa: carne alla genovese, fagioli alla maruzzara, purpetiell' affucat', e per i più ardimentosi e affamati anche past' e patane o past' e fasul'! Essere nati dopo la guerra aveva enormi vantaggi!