Counterparts

Counterparts (1993, Atlantic)

recensioni a cura di Luca Nappo e Davide Dal Fra

L.N. : Il ritorno a schemi più prettamente hard rock iniziato con gli album Presto e Roll the Bones, porta i Rush ad un’ennesima svolta nella loro discografia.

Counterparts del 1993 vede il ritorno di Peter Collins alla produzione e ne deriva un album energico, pieno di forza, capace ancora una volta di far riflettere.

Con le tastiere ridotte al minimo, il power trio sciorina un’opera compatta il cui tema concept è rappresentato dai dualismi, dall’alternanza di realtà e apparenza o immagine e sostanza e in generale sui complementi ed equivalenti della vita rappresentati anche dalle figure nel libretto del cd.

I primi brani descrivono al meglio la natura dell’album catapultando l’ascoltatore subito in un’atmosfera energica ma anche inquietante: “Animate” descrive con un ritmo incalzante le parti femminili e maschili che ci sono in ognuno di noi, "Stick it Out" è un grido d’incitamento per non lasciarsi abbattere dagli eventi e tirar fuori il proprio orgoglio e "Cut to the Chase" che raffigura il singolo che con il proprio genio può far la differenza rendendosi utile per la collettività.

Piccola pausa con la ballata "Nobody's Hero", il cui testo s’ispira a persone realmente conosciute da Neil Peart.Pausa però sono nel contenuto musicale: infatti, la rabbia iniziale si tramuta in una riflessione sulle liriche che parlano di come scegliamo gli eroi della nostra società e su come sia preferibile avere dei modelli di comportamento piuttosto che veri eroi.Il relativo video fu boicottato da MTV.

Con "Between Sun and Moon" torna a lavorare con i Rush, Pye Dubois che scrisse il poema "There is a Lake Between Sun and Moon".Il brano è un ottimo hard rock caratterizzato da un ritornello accattivante ma piacevole che rimane subito in testa dell’ascoltatore e da un assolo di Lifeson breve ma entusiasmante.

Introdotta dalla voce di Lifeson che dice "out of my nose", inizia la seconda parte dell’album con “Alien Shore”, brano incisivo che si traduce in variazioni sui temi quali razza, sesso o nazionalità e "The Speed of Love" brano leggero ma nello stesso piacevole con le sue riflessioni sull’amore come forza della natura e sulle sue diverse forme di manifestarsi.

Ma è con la successiva "Double Agent" che il trio di Toronto tocca il vertice soddisfacendo i palati più esigenti tra i suoi fans articolando il brano con potenti riff di chitarra, rullate chirurgiche di Peart e la voce di Lee che passa dal cantato al recitato con effetto finale eccezionale.

"Leave That Thing Alone!"è il momento strumentale dell’album: la nuova yyz degli anni ’90? Forse no ma sicuramente è un brano bellissimo, tra i migliori dell’ultima produzione mettendo in mostra le incredibili doti tecniche del trio con una chitarra dall’andamento funky, godibilissima.

Il tema dell’amore torna nella successiva "Cold Fire"che il gruppo introduceva live con un simpatico intro country ed è un altro brano che vede trionfatore Lifeson mentre le melodie dell’ultima traccia "Everyday Glory" invitano ad un’altra riflessione sulla quotidianità della gente che cerca spesso glorie di ogni giorno per essere contenta e risollevarsi da situazioni spiacevoli della vita.Chi sopravvive è visto come un eroe.

Il dinamico trio canadese non aveva da dimostrare nulla ma con quest’album ha dato e continua a dare un’altra grande lezione di rock in un periodo storico, come quello dei primi anni ’90, dominato dal grunge e dal sound alternative.

Counterparts è forse il loro capolavoro della decade, fotografando una band che ha voluto cambiare ancora una volta regalandoci un altro tassello fondamentale della propria evoluzione musicale

D.D.F. : I Rush, nel 1993 pubblicano l'album COUNTERPARTS.

In risposta alle discutibili prove del recente passato, i Rush, realizzano COUNTERPARTS: anche gli ascoltatori più critici dovranno inchinarsi di fronte a quello che resta uno dei capolavori assoluti della band. I tre questa volta sono veramente ispirati: le musiche si fanno più dure ed articolate, le composizioni molto ben riuscite e la produzione (della band, affiancata nuovamente da Peter Collins), è potente, limpida ed equilibrata. Gli undici pezzi che compongono l'album sono legati tra loro dalla tematica della contrapposizione, della complementarietà, dei dualismi; sono registrati nel periodo aprile-giugno 1993 ed arrangiati, con particolare cura, dai Rush e Collins. Parti addizionali di tastiera sono suonate da John Webster. Come di consueto le musiche sono firmate da Lee e Lifeson ed i testi da Peart. Between sun & moon, ha invece il testo firmato Peart e Dubois. Molto curata anche la parte grafica (Hugh Syme), con una originale immagine di copertina (che coinvolge anche il cofanetto in plastica del cd!) e con un libretto ricco di foto e parole che riprendono le tematiche generali dell'opera. Interessante il ritratto dei tre mentre sfoggiano una medaglia. L'album è dedicato a Pat Lynes e a Lee Tenner. Offerto dalla lettera œ.

Animate ci fa subito capire il tenore dell'album. Dopo il conteggio di Neil, entra la batteria e di seguito gli altri strumenti: il riff è irresistibile, e la canzone trasmette energia pura. Il breve assolo di Lifeson, inserito nell'ottimo intermezzo soft del brano, è molto intenso. Signore e signori, i Rush sono tornati! (voto: 8)

Neanche il tempo di tirare il fiato e parte la chitarra di Stick it out: altro riff memorabile, in un brano non particolarmente originale, ma comunque molto ben fatto. Il testo parla della tossicodipendenza. (voto: 7,5)

Cut to the chase è un pezzo sostanzialmente perfetto: la strofa melodica, il ritornello con una bella chitarra distorta, basso sempre molto mobile e vario, assolo forse tra i più belli in assoluto. Ciliegina sulla torta, uno stacco “alla Rush” proposto in chiave moderna, prima del ritornello conclusivo.... cosa si può pretendere ancora!? (voto: 8)

Noboy's hero è un lento davvero trascinante, di una rara intensità. Arricchito dalla orchestrazione arrangiata e diretta da Michael Kamen, e interpretato da Lee nel migliore dei modi. (voto: 8)

Between sun & moon ha una ritmica incantevole, un ritornello orecchiabile, dal “testo” inconsueto. E' un brano essenzialmente rock e ci regala un momento strumentale grandioso. Anche la versione live presente come extra in RUSH IN RIO è splendida! (voto: 7,5)

L'apertura di Alien shore è straordinariamente potente, e viene riproposta anche all'interno del brano. La strofa si sviluppa invece entro toni più pacati, sostenuti dal basso di un Geddy particolarmente in forma. Un po' meno efficace, invece, il ritornello. Curatissimo l'arrangiamento. (voto: 7,5)

The speed of love è un pezzo elementare, realizzato con cura e con sonorità piuttosto ricercate. Il risultato è più che soddisfacente. Molto bello il ritornello e l'immancabile inserto strumentale. (voto: 7,5)

Double agent si apre con uno dei migliori ritornelli composti dal trio di Toronto. La strofa è molto dura, i suoni sporchi, Neil picchia forte, e la voce di Geddy (che non canta: parla) è irriconoscibile. Ben calibrate le alternanze tra parti leggere e hard. Una prova perfetta. (voto: 8)

Leave that thing alone è uno strumentale costruito su una irresistibile base funky, la cui linea melodica di base è scandita dalla chitarra solista, ed è movimentata dai vari inserti di altissimo livello. Stupendo lo stacco di batteria nella parte finale. (voto: 8)

Cold fire è un piccolo capolavoro. Linea melodica molto semplice, ritornello facile facile; ottima prova di Lifeson, che ci regala un altro assolo da antologia. (voto: 8)

Everyday glory fa registrare l'unico (piccolo) calo di livello dell'album. Il pezzo non riesce ad emozionare più di tanto, e nell'insieme risulta essere un po' scontato. Intendiamoci, non è certo un brano indegno, e se facesse parte della track-list di ROLL THE BONES verrebbe menzionato come uno degli episodi di punta; ma qui si viaggia in prima classe extra lusso, e quindi..... (voto: 6)