Feedback
Feedback (2004, Atlantic)
recensioni a cura di Davide Dal Fra e Luca Nappo
Recensione di Davide Dal Frà :
I Rush, nel 2004 pubblicano l'album FEEDBACK.
Questo nuovo lavoro, nato per celebrare il trentennale della carriera della band, presenta una serie di anomalie rispetto agli altri lavori in studio del trio, tanto che rimane ancora aperto il dibattito se FEEDBACK vada inserito nella serie discografia ufficiale dei Rush, o se sia da ritenere un episodio completamente a parte. Personalmente considero il disco un album dei canadesi a tutti gli effetti, pur riconoscendone la sua unicità.
In cosa consiste la particolarità di FEEDBACK? In primo luogo, naturalmente, non contiene brani inediti ma consiste in una breve raccolta di covers da brani di altri artisti. L'album (ma sarebbe più corretto parlare di EP) ha un atmosfera scanzonata, da festa e di una semplice e pura voglia di divertimento, così lontana dalla seria professionalità che i Rush dimostrano sempre nelle prove in studio.
La confezione è particolarmente scarna e persino la dimensione della copertina non rispetta il formato standard dei cd. Perché considerare quindi FEEDBACK un effettivo album dei Rush?
Primo: la band suona e registra dei pezzi che hanno una loro omogeneità e sono ben collocabili in un preciso contesto, anche se insolitamente “poco serioso”.
Secondo: il disco ha un titolo, una grafica, un logo “Rush” apposito, come ogni altro lavoro realizzato dai tre.
Terzo: la session di FEEDBACK si dimostrerà fondamentale per il sound della V fase. Quarto: proporre delle covers ha senz'altro meno valore rispetto ad una raccolta di inediti, ma si tratta comunque di una performance dei Rush!
Nella V fase, a differenza delle precedenti, ad ogni nuova produzione in studio fa seguito una sorta di corposa appendice live (in versione sia audio che video) dell'album stesso, a testimonianza del relativo tour di supporto.
Dopo questa necessaria premessa, alcuni dati: le registrazioni di FEEDBACK sono effettuate a Toronto tra marzo e aprile del 2004, produttori sono gli stessi Rush con David Leonard; copertina e direzione artistica di Syme che ci offre una immagine perfettamente adeguata al contesto dei pezzi proposti: siamo nella seconda metà degli anni 60 e la copertina è un bell'esempio di grafica psichedelica. Va detto che l'album è registrato in presa diretta in studio e solo voce e chitarre soliste sono registrate successivamente; si sente molta energia e una grande freschezza nei suoni, chitarre scatenate, sempre in primo piano, e ritmi indiavolati: il risultato finale è più che soddisfacente.
Come indicato da Neil, i pezzi selezionati sono quelli che i tre giovani musicisti, non ancora diventati Rush, suonavano con le prime band che riuscivano a formare, pescando a piene mani dal repertorio rock, blues, folk del tempo. Grande prova di energia, di voglia di suonare e divertirsi ancora, dopo 30 anni!
Purtroppo non conosco le versioni originali di tutti i pezzi qui ripresi dai Rush, e ciò rende la recensione inevitabilmente incompleta.
Summertime blues (Cochran/Capehart), è un grande classico di Eddie Cochran del 1958; la versione ripresa dai Rush è la cover del 1968 dei Blue Cheer, carica e potente come non mai. La versione dei Rush è sicuramente il pezzo forte dell'album, irresistibile, sanguigna, dirompente. (voto: 7,5)
Heart full of soul (Gouldman) è un bel brano de The Yardbirds, del 1965. I Rush lo ripropongono in una convincente e ben interpretata veste. Ancora più bella è la versione acustica proposta in sede live durante l'R30 tour. (voto: 7)
For what it's worth (Stills). Grande classico dal primo album dei Buffalo Springfield, datato 1966. La versione originale resta la migliore, ma quella dei Rush, molto simile, ma più raffinata, è più che soddisfacente. (voto: 6,5)
The seeker (Townshend) è un singolo del 1970 de The Who. Bel pezzo rock, riproposto in un'ottima versione, con l'atmosfera del tempo, tra gli anni sessanta e settanta, sempre presente. (voto: 6,5)
Mr. Soul (Young). Ancora i Buffalo Springfield, con un classico estratto dal loro secondo album del 1967. Un brano leggermente inferiore dei precedenti, ma la versione è comunque buona. (voto: 6)
Seven and seven is (Lee). I Love di Arthur Lee propongono questo brano nel 66. Un pezzo piuttosto difficile ma certamente valido. Potente e veloce, una irrefrenabile cavalcata. (voto: 6,5)
Shapes of things (McCarty/Relf/Samwell-Smith) è una delle ultime produzioni de The Yardbirds, del 1966. I Rush ripropongono gli echi della psichedelia, il risultato è bello davvero. Tra i vertici artistici dell'album. (voto: 7)
Crossroads (Johnson). E' un classico tra i classici, portato al successo dai Cream. Finalmente un brano dove il basso di Geddy è il protagonista. Comunque sia, resta, a mio parere, il pezzo meno convincente di FEEDBACK; in particolare è la voce di Lee a non esser molto adeguata al contesto musicale. (voto:6)
Recensione di Luca Nappo:
Nel 2004 i Rush hanno compiuto 30 anni d’attività e una carriera così lunga e ricca di grande musica ha avuto il suo giusto tributo con un tour passato anche nel nostro paese.
Ma il trio canadese non voleva partire per un tour senza nulla sul mercato e, dato che non c'erano i tempi tecnici per un nuovo album, ecco l'idea di un simpatico EP di cover.
Questa è l'unica produzione del trio canadese che ha una storia a sé, non potendo essere paragonata a nessun altro lavoro.
Nelle note interne del cd e del vinile, il batterista Neil Peart scrive che l'idea dell'EP nasce come tributo ed omaggio a " coloro da cui abbiamo imparato molto e a cui ci siamo ispirati" ed, infatti, Feedback rappresenta un ritorno alle origini della band tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 dove l'hard rock di matrice blues era tra le principali influenze dei giovani canadesi.
Gli 8 brani scelti spaziano in quest’intervallo temporale: si parte da "Summertime blues" nella versione granitica dei Blue Cheer passando per gli Who di "The Seeker, alla psichedelia dei Love con "Seven & Seven Is", ai Cream con l'immortale "Crossroads" e 2 brani rispettivamente dei Buffalo Springfield, "For What It's Worth" e"Mr. Soul", e dei The Yardbirds, "Heart Full Of Soul" (presentata in versione acustica durante il tour) e "Shapes Of Things".
Questi brani sono proposti in Feedback impreziositi da una produzione calda e avvolgente in un’atmosfera rilassata e divertita da parte della band, tutto in presa diretta.
Non si tratta solo un’operazione nostalgia ma di un regalo che i Rush si sono fatti ma che hanno voluto fare anche ai numerosi fans che possono così goderne appieno e, perchè no, permettere di riscoprire alcune band del passato che, a prescindere dal trio canadese, hanno scritto grandi pagine della storia del rock.