I valori della pedagogia interculturale ed il dialogo come prova di saggezza umana

I valori della pedagogia interculturale ed il dialogo come prova di saggezza umana.

Che la pedagogia interculturale debba e possa fondarsi sulla "saggezza umana" ed in particolare sul "dialogo", esso pure considerato espressione di saggezza, possiamo rilevarlo più che sul piano teoretico, sul piano operativo pratico, che è andato progressivamente ad affermarsi con buona condivisione di pareri.

Intendo riferirmi alla "Convenzioni internazionali" da acquisire nella legislazione del proprio Stato per arricchirne la cultura, eventualmente correggerla e migliorarla; in altre parole per renderla più rispondente alla dignità dell'uomo.

Va anche riconosciuto che in questi decenni di studio del rapporto tra le culture si sono raggiunti determinati convincimenti che esprimono una vera e propria conquista della saggezza umana.

In fine una particolare attenzione va al dialogo interculturale, le cui caratteristiche esulano dalle tradizionali riflessioni filosofiche per esprimersi nella operatività pratica. Per tal motivo presenterò le forme del "Dialogo strutturato" e del "Dialogo non strutturato"

1.- Le convenzioni internazionali conquista della saggezza umana

Quali sono i valori da porre come base nella pedagogia interculturale? Diversi studiosi propongono i così detti "valori universali", quelli, cioè, legati alla natura umana e come tali in grado di garantire la pacifica convivenza e cooperazione tra i popoli. Può questa posizione essere considerata "saggia" e quindi condivisibile?

Il problema sta nell'individuare quali siano gli autentici valori umani, o più esattamente "diritti umani". L'argomento è affrontato da diversi punti di vista: ma non vi è condivisione di pareri, stante le diverse concezioni filosofiche, antropologiche, sociologiche, etiche e religiose cui ciascuno si ispira.

Che dire delle diverse convenzioni internazionali che si occupano specificamente dei diritti umani, e che fanno leva sull'adesione degli Stati? Non sempre e non tutti gli Stati vi hanno dato l'adesione facendole diventare legge del proprio Stato e quindi meglio garantita l'osservanza.

Tuttavia giova rilevare che di fronte a comportamenti aberranti, condannati dalla pubblica opinione, le convenzioni hanno dichiarato che si è di fronte a diritti umani lesi. Per questa via empirica si sono potuti acquisire e ritenere umani determinati diritti. Si è, cioè, giunti ad alcune acquisizioni nel campo della saggezza umana, un campo ancora ristretto, ma significativo, un campo in cui si è entrati per reazione condivisa onde evitare i misfatti accaduti e unanimemente riprovati.

Citiamo le principali Convenzioni in ordine cronologico: la "Dichiarazione universale dei diritti umani"(1948), la "Convenzione europea dei diritti umani"(1950),la "Dichiarazione sui diritti dell'infanzia"(1959), la "Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale"(1965), il "Patto internazionale sui diritti civili e politici" ed il "Protocollo allegato"(1966), il "Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali"(1966), la "Convenzione relativa alla condizione dei rifugiati" ed il "Protocollo allegato"(1967), la "Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne"(1979), la "Dichiarazione sulla eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione basate sulla religione o sulla fede (1981), la "Convenzione contro la tortura ed altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti"(1984), l'"Atto finale della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa"(Helsinki.1975), ed i documenti finali delle conferenze per la sicurezza e la cooperazione di Madrid (1983-1985), la "convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia"(20 novembre 1989). Sono in via di definizione ed alla ricerca di adesione le intese sulla eliminazione della pena di morte e sulla eliminazione delle bombe antiuomo.

Dal lungo elenco emergono alcuni elementi di rilevante interesse. Anzitutto si parla sempre di diritti dell'uomo ed appare che essi vengono sanciti in risposta alle situazioni di misconoscimento per soprusi, o violenza in determinati casi. Si toccano aspetti fondamentali della persona umana. Con ciò si mettono in evidenza ancora tre elementi che riguardano il nostro studio. E, cioè, per un verso si tratta di richiedere a determinate forme culturali inaccettabili di progredire verso il rispetto della persona umana; per un altro verso si tratta di riconoscere che il cammino perfettivo dell'umanità è molto lento. S'aggiunga, inoltre, che il problema del riconoscimento e del rispetto dei diritti umani è un problema ricorrente ogni qualvolta nuove forme di sopruso o violenza si fanno avanti. Con ciò non si vuol affermare che la civiltà sia in regresso (anche se talvolta ci sorgono dei dubbi); si vuole dire che il cammino del progresso civile non è sempre lineare.

Comunque, rimane fermo che uno degli elementi importanti per superare i conflitti culturali sta proprio nel riconoscimento dei diritti umani da parte di tutte le culture.

2.- La saggezza umana espressa nei convincimenti più comunemente condivisi.

Ne possiamo fare un sommario elenco

1.- Si è raggiunta la convinzione che tutte le culture sono degne di rispetto, come prodotto dell'uomo.

2.- Tutte le culture sono relative e, quindi nessuna può pretendere di imporsi come l'unica e l'assoluta.

3.- Il confronto richiede la buona conoscenza delle culture in gioco e la disponibilità di vincere il rischio che ciascuno giudichi secondo i propri parametri, ragion per cui è necessario, anche se difficile, operare uno spostamento dal proprio punto di vista culturale per entrare nella comprensione dell'altro. Si tende a conoscere l'altra cultura dal suo interno.

4.- Sul piano educativo si propone d'andare oltre la conoscenza dei contenuti del pensiero per privilegiare le capacità mentali ed il pensiero logico, in quanto si ritiene che la capacità critica favorisce la tolleranza, il rispetto della differenza e l'accettazione del diverso.

5.- Infine non possiamo ignorare alcune problematiche mondiali che si proiettano nel futuro e che ci interpellano da vicino con urgenza.

Problemi di coinvolgimento mondiale appaiono oggi minacciare l'umanità nella sua stessa esistenza: il rischio di una catastrofe ecologica, il precario equilibrio nucleare, l'esaurimento delle risorsenaturali, la crescente divaricazione tra ricchi e poveri, l'esasperazione delle diversità religiose fino alla dichiarazione della guerra santa contro gli 'infedeli' detentori di alti poteri decisionali, l'occulta e insidiosa minaccia di attentati distruttivi imprevedibili.

Ci sembra che, per mettere sotto controllo il futuro del mondo, più che la potenza militare, occorre una saggezza umana fondata su una specifica antropologia pedagogica capace di modificare il comportamento non solo individuale ma anche sociale delle singole culture.

Il nostro sogno è di andare verso una civiltà planetaria di significato e valore umano, l'unica degna di tutti gli uomini a qualunque cultura appartengano, proprio perché prima di tutto e fondamentalmente tutti sono uomini.

Per tale compito si richiede la consapevolezza e la volontà operativa di tutti: singoli e società, con in primo piano la volontà degli organismi politici nazionali e internazionali. E' questo uno dei problemi più scottanti per portare le varie culture alla condivisione e collaborazione su questi problemi.

3.- La saggezza umana nel dialogo strutturato

La forma più conclamata, è quella del dialogo nell'ambito degli scambi culturali, attraverso il confronto e l'arricchimento reciproco.

Pur essendo un metodo, in pedagogia interculturale assume il carattere di valore, poiché prescinde da contenuti precostituiti. Per verità occorre dire che taluni elementi preliminari che consentono il dialogo richiedono alle parti di condividere quanto meno l'opportunità di conoscersi e di confrontarsi . E' chiaro che lo spirito che anima e sostiene l'opportunità del dialogo investe alcuni elementi della propria cultura che sono quelli della discutibilità, migliorabilità e di apprendimento da altri. Con ciò non si spinge la riflessione fino a dover rinunciare alla propria identità, ossia agli elementi basilari che connotano la propria cultura, la cui rinuncia altererebbe la riconoscibilità propria specifica. Il discorso include il riconoscimento della idoneità degli elementi che si rinunciano e di quelli che si acquisiscono ad ampliare e meglio qualificare la propria cultura sul piano umano, cioè sulla sua gradibilità da parte di altre culture.