Il mondo dell'adolescenza
Il mondo dell'adolescenza, va riscoperto, aiutato, valorizzato nelle sue dinamiche(n.138).
Le riflessioni che vanno a seguire intendono offrire agli educatori ed in particolare ai genitori un orientamento per l'educazione degli adolescenti di oggi. Dico di oggi perché gli studiosi considerano che amici, stampa, televisione, scuola e quant'altro incidono nella vita emotiva e nella ricerca di esperienze dell'adolescente da poter parlare di sabbie continuamente mobili. Proprio per questo è mio intendimento aprire un sentiero educativo credibile avvalendomi degli studi più recenti compiuti nelle diverse branchie del sapere, in particolare dalla psicologia, dalla sociologie e dalla pedagogia.
Il termine adolescenza è diversamente inteso. Noi intendiamo quel periodo di età che va dopo la preadolescenza (11-15 anni circa) e prima della giovinezza (19 anni circa in su). E' l'età delle grandi trasformazioni su tutti i piani della personalità: intelligenza, volontà, sentimenti, affetti, concezioni sociali, etiche, religiose. Per tale ragione è da considerarsi la fase più delicata ed importante nella formazione della personalità: tutto dipende dall'educazione che si vorrà e si riuscirà ad adottare.
Sono coinvolti tutti gli educatori coi quali l'adolescente viene a contatto nella scuola, nella Chiesa, nelle associazioni sportive e del tempo libero ed in primo luogo la famiglia.
Su quest'ultima intendiamo qui fermare la nostra attenzione, pur ricordando che fra tutte queste istituzioni è indispensabile l'intesa e l'armonia, affinché l'adolescente non sperimenti contraddizioni; problema che abbraccia anche l'unità d'intenti e di metodi dei due genitori.
1.- Le aspirazioni. L'adolescente avverte di avere ora, rispetto al passato, una sua capacità di conoscere e di formarsi le sue idee; ma la sfera delle sue conoscenze è ristretta per cui le sue valutazioni e le sue scelte rischiano di essere povere di valore e limitate ad interessi poco sostenibili. Non è facile, ma è molto importante aiutarlo ad ampliare le sue conoscenze e soppesare meglio le sue valutazioni.
Occorre rispettare il suo sforzo, in quanto lo consideriamo un vero e proprio avvio alla creazione di una propria visione della vita; ma non può essere lasciato solo magari sotto l'influsso dei coetanei o della televisione.
Per quanto riguarda la volontà, i suoi progetti e le sue promesse risultano labili. La mancanza di fedeltà e di coerenza non vanno rimproverate. Si tratta di tentativi per raggiungere l'autonomia dagli adulti ed affermare la propria identità. Il genitore dovrebbe apprezzare la volontà di gestire la propria vita.
2.- Il significato della vita. E' il momento di approfondire che senso ha il vivere. Egli deve rispondere: a che serve per la vita quello che sto facendo?; potrò diventare felice?; come posso farmi accettare dagli altri e magari rendermi loro utile. L'aiuto va offerto facendolo riflettere che la vita è un dono per sé e per gli altri; nessuno è di peso né può essere sottovalutato; ciascuno di noi ha un compito nella vita: si tratta di scoprirlo ed impegnarsi a realizzarlo. Un buon concetto di sé, ossia la stima delle proprie doti consente fiducia e ottimismo. Anche di fronte ad insuccessi o a qualche giudizio poco benevolo, questi non debbono intralciare il proprio compito. Ciascuno vale per sé, indipendentemente dai giudizi altrui.
3.- Il progetto di vita. Certamente si desidera che l'adolescente scelga cosa intende fare nella vita come attività professionale che come realizzazione della propria umanità. Sulla scelta professionale sono ancora possibili orientamenti non definitivi. Sulla realizzazione della propria umanità il discorso è più impegnativo: occorre non perdere tempo per diventare onesto, sincero, rispettoso degli altri, servizievole, in altri termini arricchire la propria personalità della migliori qualità umane.
Occorre anche precisargli che la crescita in umanità va sempre bene e gli farà onore, qualunque sia la professione che andrà ad esercitare.
4.- Il mondo dei valori. L'adolescente va incoraggiato a costruirsi un sistema di valori cui conformarsi. Non si può lasciarlo nel relativismo morale. E, d'altra parte, occorre sappia relativizzare l'importanza di ciò che gli è negato dai genitori come l'acquisto del motorino, l'acquisto di certi capi d'abbigliamento secondo la moda, il rincasare la sera ad una certa ora, allinearsi con i comportamenti dei coetanei, o cosa simili che denotano la sua immaturità Tutto sommato la dipendenza dai genitori rappresenta ancora un valore da onorare, La volontà di libertà, la richiesta di fiducia, l'appello alla responsabilità restano ancora mete da conseguire progressivamente. Né il genitore deve rinunciare al proprio compito per non perdere la stima e l'affetto del figlio o per mostrarsi più amico che padre o madre.
5.- L'esperienza religiosa. E' risaputo che la religiosità ha senso quando si radica in convincimenti, per cui questi valgono più delle pratiche fatte per abitudine. Del resto, è questa realtà dell'abbandono e del rifiuto di ciò che non è "personalizzato". Ricordiamo che l'interiorizzazione non si improvvisa; per cui bisognerà non meravigliarsi di nulla. Si potrà aiutare l'adolescente lasciandogli la libertà di obiettare sul significato ed il valore di talune pratiche come quelle della S. Messa, della confessione, della preghiera. Nessuna forzatura va fatta, confidando piuttosto sul cammino personale pur lento. Questo cammino va inscritto nell'insieme delle conquiste formative che abbracciano tutti i settori dell'esperienza giovanile. Non va cioè disgiunto dalla crescita sul piano intellettivo, affettivo, etico, ossia di tutte le componenti della personalità, le quali sono tutte in fermento. La loro progressiva maturazione porterà alla capacità di assunzione di responsabilità in proprio.
In conclusione, ribadiamo che compito del genitore è quello di garantire al figlio una buona relazione educativa col figlio adolescente. Questi può mostrarsi diversamente disponibile all'aiuto; eppure necessita di un'autorità di guida, di una mano sicura e ferma, ma sempre benevola e soave.
Luigi Secco