Adolescenti tra affettività e sessualità

Gli adolescenti tra affettività e sessualità

             Per addentrarci nelle problematiche adolescenziali dell’affettività e della sessualità, necessita anzitutto mettere in rilievo alcune caratteristiche fondamentali dell’adolescenza, allo scopo di precisare la metodologia dell’intervento educativo.  Quest’ultima interessa perché lo sviluppo maturativo della personalità non venga contrastato da interventi lodevoli per le intenzioni ma distruttivi nel loro evolversi. In particolare ci interessano   il formarsi delle idee e l’affermarsi dell’attività in proprio.

          1.- Il pensiero logico- deduttivo. E’ la prima grande novità,che segna il

          passaggio dalla fanciullezza all’avvento dell’adolescenza. Il fanciullo era tutto dipendente dai genitori e dagli adulti: tutto si muoveva sulla fiducia e sull’affetto. Ogni attività gli appariva giusta e benevola nei suoi riguardi: viveva felice e sereno.

 Ora egli scopre di avere la  capacità di formarsi le sue idee soprattutto in ciò che riguarda la sua persona distinta e separata dagli altri e quindi di regolarsi in proprio nei suoi comportamenti. Ma la sfera delle sue conoscenze è ristretta per cui le sue valutazioni e le sue scelte rischiano di essere povere di valore e limitate ad interessi poco sostenibili. Non lo si deve rimproverare per le sue vedute. Non è facile, ma è molto importante aiutarlo ad ampliare le sue  conoscenze  e soppesare meglio le sue valutazioni. 

2.- Volontà di far dipendere da sé ciò che lo riguarda. E’ l’inizio di esercizio della responsabilità propria; ma egli è labile: difettano coerenza e fedeltà al proprio disegno. Occorre rispettare il suo sforzo, in quanto lo si deve considerare un vero e proprio avvio alla creazione della propria autonomia. Errori e incoerenza fanno parte dell’affermazione della propria libertà, da lui stesso compresa e talora anche sofferta: è la costatazione delle sue aspirazioni e contemporaneamente dei suoi limiti. Si tratta di esperienze benefiche per la formazione del carattere e, si dica pure dell’umiltà,che apre al riconoscimento che, al di là dei propri pareri, i valori regnano sovrani.

3.- Irruenza dell’affettività e della sessualità

a).- L’affettività come ricerca di amicizia  Finora papà e mamma ed altri famigliari gli bastavano. Ora avverte il bisogno di nuove relazioni, ricche di intimità. Con l’amicizia inizia un grande viaggio di introspezione. Cerca e sceglie i suoi amici, quelli che rispondono ai suoi sentimenti e si dona loro con forte simpatia e consistente partecipazione affettiva. Entra nel cuore dell’amico: si preoccupa dei suoi problemi, delle sue cose, dei suoi progetti. Sopratutto attende dall’amico un contraccambio e di raggiungere gratificazioni comuni. Giunge al punto che non solo stravede per l’amico ma lo ritiene un modello  da copiare.

  Fermo restando questo tipo di rapporto con l’amico singolo, l’adolescente tende ad entrare in un gruppo per una più intensa comunicazione tra coetanei e per il reciproco sostegno. Essere come  gli altri, comportarsi come gli altri, pensare come gli altri: tutto questo lo rassicura nella sua ricerca di identità e di fiducia. Egli passa attraverso il conformismo di gruppo per garantirsi di non essere diverso dagli altri. In sostanza anela ad una interiorità che desidera sia riconosciuta ed apprezzata. Da questo riconoscimento attende gratificazione fino al punto di essere impenetrabile su altri problemi che pur lo riguardano.

 Agli educatori, specialmente ai genitori, appartiene il compito di prendere atto di questi fenomeni, rispettandoli e sapendo che essi sono transitori e che

diminuiscono o addirittura si smorzano col tempo, pur lasciando nell’adolescente dei cari ricordi.

 

b) La sessualità come scoperta fisiologica e le sue risorse. Essa è una specifica realtà costitutiva del nostro essere nella sua dimensione organica, ma soprattutto nelle sue inclinazioni affettive.

 Per il nostro discorso va detto che la sessualità è un fatto di cultura,implicante cioè un itinerario di progressiva acquisizione delle modalità di comportamento. Finchè  viene limitata alle funzioni fisiologiche, non può entrare come argomento di vera e propria educazione. Le funzioni fisiologiche seguono il determinismo organico proprio della struttura biologica.

  Se, però, prendiamo in considerazione l’influsso che hanno gli aspetti culturali, dovremo entrare a considerare il ruolo che questi hanno nel progressivo sviluppo della sessualità e nella loro funzione in ordine all’educazione all’amore.

 Si suole considerare che l’adolescenza è il periodo della vita che inizia al momento della pubertà e si manifesta con le trasformazioni degli organi sessuali e le connesse problematiche sul significato delle spinte sessuali. E’ un momento particolarmente importante per scoprire e interiorizzare la stretta connessione tra sessualità e amore. Ora più che mai tutto ciò che riguarda il sesso ha la funzione di sviluppare e far maturare l’amore come donazione di sé.

    Non mancano, tuttavia, le difficoltà: sentimenti, affetti, attrattive erotiche, desideri di esperienze spingono verso il rischio delle dispersioni delle proprie risorse sessuali e a varie forme di relazione troppo precoce.

 

 E’ questo un momento del tutto particolare per gli educatori. Occorre ben ricordare quanto sopra esposto, ossia la duplice caratteristica del fatto evolutivo: la tendenza al formarsi delle idee proprie e del far dipendere da sé ciò che lo riguarda. Ora l’educatore per intervenire deve mostrare il grande rispetto che ha per il  cammino dell’adolescente verso la formazione delle idee proprie e la responsabilità dei suoi comportamenti. Come intervenire? Certo l’intervento dell’educatore, specie genitore, è indispensabile e, diciamo pure, desiderato. Occorre chiarire e spiegare prudentemente il significato e la portata delle tendenze che egli va registrando in se. Nessuna valutazione catastrofica, ma anche nessun silenzio. Troppi adolescenti hanno lamentato l’irruenza o il silenzio dei genitori. Aiutare l’adolescente a leggere ciò che sente e tende a sperimentare, serve, anzitutto, a farlo  entrare nel proprio intimo come conoscenza di sé,ossia come  controllo di sé ed aperto ad esigenze verso i valori della vita.

  Il discorso di fondo  che va fatto, dev’essere apertura verso la prospettiva dell’amore verso gli altri, dell’amore oblativo. Gli stimoli e le risorse a questi legate sono la vera ricchezza per giungere all’autonomia, come padronanza di sé e dono al prossimo.

     Un aiuto ulteriore può essere fornito dai rapporti amicali dei gruppi giovanili, che sembrano essere la via più sicura per orientare la propria sessualità e far maturare le forme di oblatività ossia del dono gratuito e profondo. In questa età è possibile porre le basi solide dell’oblatività con cui la persona si abilita agli impegni che potrà assumere nella vita adulta e in particolare nella vita coniugale. Si tratta sempre di una conquista che non si improvvisa, per cui possiamo parlare di un vero e proprio tirocinio di maturazione dell’amore: è un tirocinio che ha il suo luogo privilegiato nei gruppi giovanili, particolarmente misti: l’incontro con l’altro sesso si conferma in tutta la sua valenza per la necessaria maturazione.

 

In conclusione, ricordiamo che l’adolescenza è un’esperienza transitoria ma fortemente incidente nella formazione della propria identità. L’educatore, pertanto, si inserisce nelle risorse del ragazzo, senza alterarle, anzi potenziandole con contributi di illuminazione ed incoraggiamento: E’ il grande problema del metodo.

 

                                                                                    Luigi Secco

                                                                    9 sett.2015 per Padre Filippo