Un modello di scuola cattolica in difesa della sua identitàIl "Collegio Graziani" di Bassano del Grappa (VI) deve il nome al fondatore Mons. Antonio Graziani, che nel 1903 iniziò la sua attività di assistenza ai giovani studenti che frequentavano le scuole pubbliche. In tempi successivi furono istituite alcune classi di Scuola elementare che rimase sempre privata, anche se approvata dall'Ispettore territoriale (che inizialmente aveva sede a Schio) e dal Provveditorato di Vicenza. Fu sempre attiva, salvo una breve parentesi, fu ripresa nel 1999. Le prime notizie sicure risalgono all'anno scolastico 1924-25 Il Ginnasio Nell'anno scolastico 1923-24, il Collegio Graziani aprì il primo corso di ginnasio, col proposito di aggiungere successivamente gli altri corsi, uno per anno, fino al ginnasio completo. Il progetto del completamento fu regolarmente realizzato con l'anno scolastico 1927-28. La scuola, pur rimanendo privata, venne autorizzata al funzionamento di anno in anno dal R. Provveditorato Veneto a cominciare dall'anno scolastico 1923-24. Ogni anno gli alunni sostengono gli esami interni alla Scuola del Collegio; mentre quelli di ammissione al Liceo dovevano essere fatti presso scuole pubbliche o legalmente riconosciute ------------------ * Le vicende storiche della scuola del Collegio Vescovile "A.Graziani"di Bassano del Grappa (VI), sono documentate nell'archivio dell'istituto stesso. Le fonti sono: "Verbali delle sedute scolastiche"; -"Diario del Collegio" - "Registro delle deliberazioni dei professori", richiamato con la sigla DP, - "Relazioni di fine anno scolastico" stese dal Preside e inviate al Commissario Governativo, richiamate con la sigla RAS. - La documentazione più ampia e analitica si trova in: Luigi Secco, Collegio Vescovile Graziani. Cento anni di impegno educativo Ed. Studioverde (testo disponibile presso l'autore). Il progetto educativo La storia educativa è tutta costruita sull'ispirazione del sistema educativo di D.Bosco, punto di riferimento sicuro per un'educazione che non voleva correre rischi. Del resto, proprio all'inizio del 1900 diversi Collegi cattolici del Veneto avevano adottato il sistema di D. Bosco. Ma seppure questo costituì l'ispirazione di orientamento, troviamo, tuttavia, delle peculiarità di notevole interesse. Il fondatore A. Graziani (1903-1922) nella lettera in cui annuncia ai genitori l'apertura del Convitto, scrive che egli "si studia di recare il proprio contributo di energie amorose alla sana educazione religiosa e civile dei giovani nostri". E' chiara l'eco della "amorevolezza" di cui parla D. Bosco e la consonanza nelle finalità dell'educare: fare dei giovani "buoni cristiani e onesti cittadini" Il Direttore G.Migliorini ( 1922- 1933) era stato alunno del Collegio salesiano di Este, ancora D. Bosco vivente. Nel programma del 1924 scrive: "Il Collegio ha per scopo di dare ai giovani una sana educazione religiosa, morale e civile". Il 23 giugno 1927, a chiusura dell'anno scolastico, dice: "Giova appena ricordare che la formazione religiosa e morale dei giovani sta al vertice del nostro programma. Noi siamo convinti che lo studente debba essere prima di tutto e soprattutto timorato di Dio e buon cristiano". In parallelo ricordiamo che D. Bosco concepisce l'educazione cristiana integrale, espressa nelle tre "S": Sanità, Studio, Santità ( Santità intesa come moralità e cura della salvezza dell'anima). Leone Carpenedo (1933-1966), divenuto Rettore del Collegio e Preside della scuola, precisa subito i criteri cui intende ispirare tutta l'opera educativa sia scolastica che extrascolastica. Essi sono: "metodicità" e "raccoglimento", di cui dà la motivazione ed il significato educativo. Ebbe molto a lottare per tutto il lungo periodo della sua attività, per qualificare e salvaguardare l'identità educativa del Collegio e della sua scuola. Egli ritenne di venire incontro alla "facile volubilità giovanile" proponendo un tipo di organizzazione della vita, scandita da regole chiare, sicure e senza troppe sorprese o avvenimenti considerati di disturbo: il ragazzo ha bisogno di acquisire la metodicità, la vittoria sul capriccio, il dominio di sé, la capacità di lavorare in ordine a precisi obiettivi da raggiungere, nonostante le difficoltà ed il sacrificio che possono comportare: egli dovrà piegarsi alle esigenze del dovere, come principio della propria formazione etica. - Il raccoglimento, chiamato anche "tranquillità", viene favorito per consentire la riflessione. Pertanto il Preside-Rettore intese organizzare l'ambiente senza rumori o disturbi provocati da avvenimenti o insegnamenti estranei al progetto educativo. Occorre qui ricordare in particolare i reclami contro le attività della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) e contro l'introduzione di insegnamenti considerati dispersivi di tempo come la ginnastica in un Istituto che già organizza i tempi liberi in varie attività di sviluppo del fisico e distraenti, come gli insegnamenti che distolgono dal fulcro degli studi propriamente umanistici. L'Istituto reputa suo compito aiutare i genitori a dimensionare le loro aspettative nei riguardi dei propri figli e orientare i ragazzi verso un impegno serio e continuativo nello studio e nei loro doveri formativi.
- Con frequenza, in diverse occasioni, dichiara che l'opera
educativa è "delicata", che occorre mettere gli alunni in condizione di "serenità", che essi debbono vivere e studiare in "tranquillità". Organizza la vita del Collegio in modo che le giornate sono scandite da preghiera, scuola, studio, ricreazione, partecipazione alle festività civili e alle solennità liturgiche. La vita della scuola Il Preside entrato in carica con l'anno scolastico 1933-34 detta norme ai professori sulla fine del trimestre: - Raccomanda di fare eseguire in foglio i "saggi trimestrali" e di presentarli corretti e classificati alla Prefettura. A fine anno commenta: "E' facile notare come il criterio di classifica seguito durante l'anno scolastico si è ispirato ad un certo rigore che vuole tenere desta l'attenzione degli alunni e dei loro genitori sullo stato vero del profitto e non largheggia in quelle facili promozioni che sono tanto pericolose per l'esito finale degli studi e sono dannosissime sempre alla formazione seria della gioventù". - I "saggi" dovranno essere di media difficoltà, per incoraggiare tutti gli alunni. - Esprime il voto di massima di fare gli esami finali alla fine dell'anno scolastico in luogo degli scrutini. - Prende atto delle osservazioni del prof. Dal Maso, il quale lamenta che in generale gli alunni studiano molto poco e attribuisce la cosa a mancanza di sorveglianza assidua da parte dei Superiori, al metodo poco energico dei Superiori e a poca attitudine dei Prefetti. Gli altri professori si associano nel costatare che i giovani vengono a scuola poco preparati o nulla del tutto(RAS 1933-34).
- Si pone in atteggiamento critico di fronte alle possibilità di riuscita scolastica degli alunni ed annota: "E' un fatto a tutti noto che molti alunni del ginnasio, dopo qualche anno di lavoro si accorgono di non essere atti a proseguire la carriera alla quale si sono iniziati. Non riescono. Ne nasce presto un interrogativo preoccupante: si tratta di una debolezza fisica passeggera o di cattiva volontà permanente?, di deficiente ingegno o di attitudini diverse? Ne seguono, secondo i casi, consultazioni, consigli, raccomandazioni, rimproveri o anche castighi. Talvolta l'orizzonte si rischiara con grande respiro di tutti, tal altra rimane buio: il giovane alunno non può continuare. Sarebbe un perdere inutilmente, pericolosamente degli anni preziosi. Quando la persuasione non nasce spontanea dalle difficoltà dello studio, viene facilmente determinata dal responso duro, ma necessario della scuola. E il fenomeno prende particolari aspetti, talvolta drammatici nella classe terza; quando, cioè, dinanzi al ginnasio superiore, bisogna sentirsi abbastanza sicuri in latino, per affrontare vantaggiosamente il greco e l'algebra. Che fare? Si consiglia talvolta di ripetere la classe: provvedimento doloroso, ma pur sempre provvidenziale per i giovani di sufficiente ingegno e buona volontà. Altre volte, invece, specialmente quando non si può contare su un animo troppo tranquillo su questi preziosi, necessari elementi personali, si consiglia di mutare ordine di studi. Ma qui sta lo scoglio. La legislazione attuale è così disposta, che un giovane di terza ginnasiale, che volesse fare un esame pubblico per passare ad altro ramo di studi, trova in pratica tali difficoltà di programma e tali riserve di regolamento per l'iscrizione all'esame stesso, che è costretto a desistere all'impresa. Se è senza esami di ammissione alle scuole medie, potrà soltanto fare l'esame di quarta per essere ammesso ai corsi superiori e intanto dovrà prepararsi privatamente, integrando lo studio delle materie proprie del nuovo ramo. Ci sono poi anche altre più larghe ragioni e del tutto estranee alla vita della scuola, che possono ridurre un giovane a questo passo. Una vocazione speciale agli studi tecnici, la necessità di una più breve carriera, il bisogno improvviso di cercarsi un impegno, la comodità di una data sede: Sono tutti argomenti, che, mentre nulla possono togliere alla dignità, alla importanza, al valore della carriera classica, suggeriscono o anche costringono ad abbandonarla". (RAS 1937-38) Istituzione della classe IV dell'Istituto tecnico. Di fronte alle richieste di tante famiglie, che si sono rese conto che i propri figli non erano adatti a proseguire negli studi classici, la direzione dell'Istituto si è persuasa che si trattava di un bisogno al quale venire incontro. Sentito il parere dei superiori ecclesiastici e del R. Provveditore agli Studi, con l'anno scolastico 1938-39 si è istituita la classe IV dell'Istituto Tecnico, parallela alla classe IV Ginnasiale e da essa del tutto distinta, per preparare quelli allievi del Ginnasio che volevano e che erano stati consigliati a presentarsi agli esami di Ammissione all'Istituto Tecnico invece che al Liceo. La Direzione ha esplicitamente dichiarato che nessuno deve pensare che a questa classe del Tecnico possano rivolgersi tutti i falliti del Ginnasio. Ed ha sottolineato che l'impegno e la buona volontà ci vogliono in tutti i rami degli studi; per cui ha deciso di ammettere solo quelli che danno per questo ramo una relativa speranza di riuscita. Inoltre, ha onestamente detto che sarà l'esperienza che insegnerà via via a discernere gli elementi e a dare in proposito i migliori consigli. La Direzione della scuola fece notare che tale esame di ammissione non apre soltanto le porte dell'Istituto Tecnico Superiore ma anche quelle ancora del Tecnico Agrario e del Magistrale, quelle del Liceo Scientifico e del Liceo Artistico, dando adito per diversa via agli studi superiori e all'Università. Con l'istituzione di questa scuola, destinata a risolvere allo stato della vigente legislazione scolastica la soluzione di un importante problema pratico, si intese soddisfare ad un bisogno sentito di tanti genitori. Del resto questa soluzione veniva adottata anche da altri Istituti scolastici simili al Graziani. Anche il nuovo corso del ramo tecnico venne interpretato e sostenuto nell'intento di preparare gli allievi allo sviluppo di tutte le loro capacità, da quelle intellettuali a quelle sociali, onde giungere a sperimentare il senso della pienezza della loro vita e della realizzazione di sé. In altri termini si mirò a portare il giovane a sperimentare soddisfazione per il proprio essere nel mondo e nella società, al di sopra ed al di là di ogni senso di inferiorità e di frustrazione. I giovani in questione dovevano coltivare un concetto positivo di sé e mirare a collocarsi nella società con le proprie risorse ben esaltate e socialmente apprezzate. Critica del Preside alla scuola italiana Nel dicembre 1938 il Preside formula i suoi motivi di critica alla scuola italiana e propone alcune soluzioni. "Dopo ventisette anni di insegnamento posso dichiarare onestamente con convinzione personale, che, mentre ferve la polemica sulla riforma della scuola media, potrebbero essere gradite alle superiori gerarchie della scuola le seguenti osservazioni. Le scuole medie vanno male perché si è voluta abbandonare la tradizione nostra italiana nella formazione intellettuale degli alunni, proprio quella che ha dato alla storia della nostra letteratura gli artisti ed i pensatori. Come nella matematica non si può salire ai calcoli sublimi senza una sicura conoscenza dei numeri e delle loro relazioni elementari, così nella espressione del pensiero non si giunge alle altezze dell'arte, forse neanche alla logica connessione delle idee senza una sicura conoscenza delle parole. Il guaio comincia con le elementari per effetto dei programmi e della complessa vita scolastica attuale e continua più o meno in tutta la scuola media. Le lingue non si studiano più sotto l'aspetto umanistico (non c'è più tempo), ma con indirizzo culturale e pratico. E' naturale che siano perciò considerate da molti come un bagaglio superfluo e fuori corso. Se S.E. il Ministro nella imminente riforma arriverà a far ritornare la scuola classica sui suoi passi, resterà lungamente benemerito dell'avvenire del pensiero italiano. In questa speranza e con questo voto noi sentiamo intento la soddisfazione e l'innocente orgoglio di avere tirato diritto… L'insegnamento della Cultura Militare viene impartito da un laureato, ufficiale in congedo approvato dal Comando della Zona militare di Verona e dal R. Provveditorato. Ritengo utile fare un rilievo circa i testi approvati per questa materia. E' avvenuto quest'anno che gli alunni, che si sono presentati col testo di Stato seguito in classe, sono stati esaminati poi da un professore che non lo conosceva ed esigeva la esposizione della materia in altra forma e con particolari del tutto diversi. E' facile immaginare il disagio dei candidati… Resta però sempre il voto che nelle classi inferiori si consenta di studiare più a fondo e con la dovuta calma la nostra lingua, che resta sempre il vincolo naturale degli italiani e lo strumento prezioso ed invidiato della nostra civiltà"(RAS. 1938 - 39) Innovazioni scolastiche (1939) Qualche giorno prima di Natale 1939 la Sacra Congregazione delle Università degli studi ha diramato ai Vescovi l'invito ad esaminare lo Statuto del nuovo Ente Nazionale Insegnamento Medio (ENIM). All'atto della sua attuazione l'orario scolastico che era sempre stato di 20 ore settimanali, esclusa l'educazione fisica e la cultura militare, dovette essere portato a 24 ore, abolendo la vacanza del giovedì. Gli esami finali che si facevano ogni anno in tutte le classi, furono ridotti ai soli esami di ammissione, restando per le altre classi gli scrutini previsti dal Regolamento di Stato. A giudizio del Preside e degli insegnanti della scuola Graziani, l'aumento dell'orario scolastico non ha recato molti vantaggi al profitto degli alunni, i quali hanno dichiarato che trovavano più utile lo studio individuale delle lezioni assegnate, che non le molte ore di scuola. Quanto agli esami finali, la Direzione della scuola s'è detta convinta che essi rappresentano la cosa più seria che si possa fare per garantire l'impegno degli alunni. Per questo, allo scopo di attenuare gli effetti di questa lacuna, sempre restando nell'ambito e nello spirito dei regolamenti, si è supplito agli esami della forma tradizionale con l'esame orale-scritto nelle classi che hanno concluso l'anno scolastico con lo scrutinio. E' un controllo rigoroso che si fa nell'ultima settimana di scuola con un questionario che si dà simultaneamente a tutti gli alunni sulla materia svolta e a cui essi rispondono per iscritto: è un metodo che assicura la massima sicurezza, giustizia, rapidità. Ingerenze dello Stato fascista 1.- L'Ispettore scolastico di Schio in data 22.11.1935 indirizzò una sua lettera agli Istituti privati in questi termini: "In seguito a disposizioni del R. Provveditore comunico che gli art. 1 e 2 del R.D. Legge 20.6.1935 n.1010 sono applicabili anche agli istituti privati. Prego, quindi, voler provvedere perché al sabato le lezioni cessino alle ore 12. Le ore pomeridiane di lezione del sabato saranno recuperate con aumento di orario negli altri giorni della settimana. Ciò premesso, prego volermi comunicare gli estremi dell'orario adottato da codesto Istituto raccomandando anche, vivamente, in relazione alla campagna antisanzionista in corso, la riduzione degli intervalli fra i due periodi di lezione, l'economia massima del combustibile, dell'illuminazione, della carta (riducendo al minimo gli esercizi scritti). Confido nel senso di fervido patriottismo di codesto personale dirigente ed insegnante per l'eliminazione dell'acquisto di prodotti esteri e per la maggiore collaborazione con la Autorità e le istituzioni locali in tutte le iniziative dirette a rendere più forte ed efficace la resistenza interna della Nazione. Gradirò cortesi comunicazioni in merito" (DP.1938) 2.- Il medesimo Ispettore in data 8 marzo 1939 emanava la seguente disposizione: "Succede qualche volta, specialmente nei piccoli centri, che tutte le scolaresche delle Scuole di Stato, Private ed Asili Infantili, vengono fatte partecipare a cerimonie funebri con grave loro disagio. Il R. Provveditore agli Studi ha disposto, con nota n. 24 del 6 corrente mese, che nei casi in cui si ritenga opportuno far partecipare la Scuola alle onoranze funebri di qualche benemerito cittadino debba essere inviato, in rappresentanza, il gagliardetto della Scuola con non più di dieci ragazzi, inquadrati militarmente e accompagnati da un insegnante che sarà responsabile del loro comportamento. Finita la cerimonia gli alunni debbono riprendere, se possibile, le lezioni. Di ogni partecipazione della Scuola a cerimonie funebri se ne dovrà dare notizia immediata al R. Provveditore per tramite gerarchico."(DP.1939) 3.- Lo stesso Ispettore in data 21.3.1939 interviene ancora obbligando all'adozione di testi riguardanti il fascismo. "In ossequio alla Superiori disposizioni faccio vivo appello perché anche nelle scuole elementari private della Circoscrizione sia adottato il 'Primo libro del Fascista'. Ricordo intanto che tutti gli alunni delle classi quinte debbono essere provvisti del libro obbligatorio 'L'impero d'Italia'. Gradirò di conoscere entro il 20 aprile il numero di copie acquistate nelle vostre scuole, di ciascuno dei libri sopra accennati." "Oggetto 2°: Mercoledì 22 corrente, alle ore 10 S. E. il Ministro dell'Educazione Nazionale parlerà alla Radio per gli studenti sul ventennale della fondazione dei Fasci di Combattimento. Tutte le scolaresche siano messe in grado di ascoltare la parola del Ministro" (DP.1939) 4.- Ancora l'Ispettore di Schio in data 25.2.1941 scrive ai Sigg. Direttori delle Scuole Private della Circoscrizione circa l'illustrazione degli avvenimenti militari nelle scuole: "Ai fini di rafforzare nell'animo dei giovani, e per riflesso in quello delle famiglie, la certezza dell'esito finale della lotta che la nostra Patria sta conducendo contro il secolare nemico, fornendo loro un orientamento sicuro, una capacità di valutazione obiettiva, oltre che dei moventi ideali e politici e degli aspetti economici della nostra guerra, degli avvenimenti militari giudicati soprattutto in rapporto alle condizioni geografiche e politiche dei singoli teatri di operazione. Le Superiori Autorità hanno disposto che in tutte le scuole pubbliche e private abbia luogo ogni lunedì in ciascuna classe, nell'ora che si riterrà più opportuna, una illustrazione dei principali avvenimenti militari accaduti nella settimana precedente. L'illustrazione sarà fatta dal maestro. E' evidente che l'efficacia di tale illustrazione è in rapporto diretto con lo studio posto dal maestro nella scelta degli argomenti da trattare, scelta che deve essere fatta tenendo presente l'età degli allievi, la classe cui essi appartengono e che frequentano, nonché la natura e l'importanza degli avvenimenti verificatisi nella settimana precedente"(DP.1941) 5.- Col legale riconoscimento della scuola, si dovettero organizzare i così detti "Ludi juveniles", secondo un preciso programma della GIL (Gioventù Italiana del Littorio). Nel verbale delle Delibere dei Professori del 14 aprile 1939 leggiamo:" Eseguiti regolarmente i lavori inviati dal Comando Federale della GIL, si è proceduto allo scrutinio, oggi 14 aprile 1939. Sono risultati rispettivamente primi i seguenti alunni: 1)Balilla: G.C.A.,(cl. terza); 2) Avanguardista: C.G. (cl V), Giovane fascista: S. E. (cl.V): Così pure per quanto riguarda l'anno successivo leggiamo: "Oggi 15 marzo 1940- XVIII …Udite le particolari situazioni delle singole classi e il parere dell'insegnante di Educazione Fisica, si decide di partecipare ai Ludi della cultura solamente (DP 1939) 6.- Sulla scelta dei libri di testo il Consiglio dei Professori in data 20 agosto 1938 dichiara che non ha difficoltà di confermare in massima l'elenco comunicato nel mese di giugno alla Federazione Prov. degli industriali del libro. Fa riserva, però, sui libri che ancora non si conoscono: i libri di testo di autori ebrei.(DP.1938). Il 3 ottobre il Consiglio viene a conoscenza del recentissimo elenco degli autori di razza ebraica che sono esclusi da tutte le scuole del regno, con l'ordine "I testi eventualmente ordinati devono essere sostituiti: e le Case Editrici hanno l'obbligo di provvedere"(DP.1938) Disagi degli alunni Nel verbale della seduta per gli scrutini del secondo trimestre il 28 marzo 1939 troviamo: "Si nota in generale un diffuso senso di inquietudine e di svogliatezza. Gli alunni sono spesso distratti e in qualche classe (spec.III) si mostrano affatto indifferenti ai richiami e ai rimproveri. Si teme ragionevolmente che oltre il disagio dell'età critica, influisca sinistramente sugli alunni il complesso delle distrazioni dovute alle incertezze della situazione politica e alle inevitabili influenze delle attività ginnico-sportive della GIL, che pur senza volerlo impongono spesso dei sacrifici non lievi all'economia giornaliera dello studio. Quanto agli alunni che dovranno fare gli esami pubblici, non si prende responsabilità e non si dà la firma a quelli che col risultato del trimestre non danno speranza di riuscita. Le famiglie vengono informate con una nota precisa sulla pagella"(DP.1939) Problemi creati dal "sabato fascista" Il Preside fa appello alla Sacra Congregazione sulla resistenza degli alunni e dei genitori - "In occasione dell'attività del sabato si è dovuto lamentare un inconveniente per il cinematografo. Sotto il titolo di film patriottici, si sono condotti gli alunni ad assistere a produzioni per nulla convenienti a gioventù cristiana, con grave disagio di tutti. Naturalmente non abbiamo mancato di elevare una protesta ai comandanti e di renderla nota agli alunni
- "Questo Istituto ha il beneficio di un completo servizio di sacerdoti, tranne per gli insegnanti di Educazione fisica e Cultura militare, che sono imposti rispettivamente dal Comando Federale (è veramente una scelta di convenienza, che si risolve in una imposizione) e dal Comando di Zona militare
- "Ci permettiamo di sollecitare dalla Sacra Congregazione che si ottenga la libertà per l'attività del sabato, riconoscendo alla disciplina quotidiana dei nostri istituti una virtù formativa almeno eguale a quella dell'organizzazione; ed inoltre siano meglio definiti i doveri di aderire ad inviti di partecipazione a manifestazioni e cerimonie" (RAS 13 dicembre 1939).
- I rapporti tra Scuola e GIL furono sempre più criticati e osteggiati sia dagli alunni che dai loro genitori. "In questi ultimi anni si è notata una crescente difficoltà di far partecipare gli alunni all'attività del sabato, a fare indossare la divisa ed anche a farla acquistare. Sono parecchie le famiglie che pregano di far dispensare i figlioli da questo dovere e non mancano quelle che non potendo altrimenti ottenere la dispensa, si ingegnano a far mancare la divisa. Non è compito del Preside indagare le cause di questo disagio, ma è necessario che il fatto sia messo in luce, perché gli elementi psicologici che lo accompagnano non resteranno certamente senza significato e senza conseguenze sull'animo dei giovani. Sia lecito domandare: perché si stancano? perché fuggono? Perché non apprezzano l'attività fascista?
L'Istituto con le sue centurie è sempre intervenuto alle manifestazioni patriottiche dietro invito e al comando della GIL e alle manifestazioni straordinarie di carattere nazionale; gli alunni sono stati accompagnati dal Preside e dai Professori. Una sola volta ho rifiutato il permesso di partecipare ad una manifestazione inscenata da studenti irresponsabili, spalleggiata da qualche oscuro elemento, che hanno disturbato per futili motivi tutte le scuole della città. Quanto a questo abbiamo accolto con plauso le disposizioni superiori, che hanno ridato alla scuola la calma che le compete, sia frenando la smania delle manifestazioni piazzaiole, sia riducendo le celebrazioni annuali del Calendario: né voglio credere che l'amor di patria ne abbia sofferto" (RAS Ib.) Il lavoro nella scuola In data 8 febbraio 1940 il Preside invia all'ENIM (Ente Nazionale per l'Insegnamento Medio) il progetto di massima per il lavoro della scuola in risposta alla Circ. n. 26/29. " Gli alunni di questo Ginnasio Associato sono provenienti in massima parte da famiglie di agricoltori; riteniamo, pertanto, opportuno occuparli in un lavoro di carattere agricolo. Il Collegio Vescovile, a cui è annessa la scuola, possiede un terreno coltivato di circa tre ettari, cinto da mura e con casa colonica propria. Sono messi a disposizione degli alunni i seguenti attrezzi rurali: n.3 carriole; 8 vanghe; 4 picconi; 4 rastrelli. Per la pratica del lavoro gli alunni interni si fanno succedere in turno settimanale al campo, divisi per classe, come in proporzioni meno rigide si esercitavano secondo il bisogno ed il gusto anche negli anni scorsi. Nella stagione invernale per il corrente anno 1940 è preventivata la sistemazione di un cortile con l'asporto di circa 300 metri cubi di terreno. In primavera ci aspetta un largo esercizio di giardinaggio e di ortofrutticoltura. Come capo istituto osservo che i doveri attuali dello studente medio, che prevedono oltre le 24 ore settimanali minime di materie scolastiche, le ore di Educazione fisica, il sabato fascista ed il lavoro, si conciliano male tra loro, con scapito progressivo della cultura letteraria e scientifica e un evidente disagio della scuola. Ora, poiché gli alunni lamentano di non avere più tempo sufficiente di studio e la scuola non può e non deve sostituirsi all'esercizio personale, si potrebbe forse trovare una via d'uscita dalle presenti difficoltà nella riduzione delle ore di scuola a 20, con la restituzione della antica vacanza a mezza settimana. Il provvedimento, che ci accosta allo spirito della Carta della scuola, renderà possibile il lavoro, più facile l'Educazione fisica, forse anche più comoda l'attività fascista; il giovedì potrebbe diventare la giornata di tutte queste nuove attività, con sollievo delle scuole e degli studenti".(RAS 1940) Il 24 febbraio 1940 da Roma risponde l'INIM invitando il Preside a tenere presente che "i benefici intrinseci all'applicazione del lavoro superano di gran lunga ogni apparente sacrificio che dovesse derivare agli alunni poiché il lavoro compensa le fatiche dello studio, applicando la mente ed il fisico ad un opposto sforzo…Vi invitiamo, perciò, a riesaminare il problema per trovare quanto prima una favorevole soluzione"(RAS Ib.) Adozione dei programmi dello Stato - Col riconoscimento del Ginnasio come scuola Legalmente riconosciuta, (maggio 1939) si dovettero adottare i programmi scolastici dello Stato. il Preside tornò a scrivere al Ministero: "Non ho visto –personalmente- con molto piacere la rinuncia (imposta dal Regolamento di Stato) alla pratica degli esami finali in tutte le classi. Il metodo dello scrutinio permette bensì di sbrigarsi più facilmente alla fine dell'anno nei giudizi sugli alunni, ma toglie agli alunni quel concetto superiore che essi dovevano formarsi di tutto il complesso della scuola, e la pratica necessità di rivedere ogni anno tutta la materia svolta.. Il metodo non favorisce certamente la soda cultura; e, penso che S.E. il Ministro se avesse potuto rendersi conto personalmente degli effetti dannosi che l'abolizione degli esami annuali ha prodotti nella scuola italiana, non avrebbe avuto difficoltà di ricordarsene nel creare il Regolamento per la sua Carta della Scuola. - A cominciare dal mese di febbraio, in seguito a precisi ordini del Ministro e del R. Commissariato, si è iniziato il lavoro, con turno settimanale per tutte le classi, in opere agricole, nel terreno che circonda l'Istituto. Si è potuto così asportare circa 300 metri cubi di terra e di sassi a migliore sistemazione dei piani dei cortili Per gli alunni esterni del Convitto, ci si documenta per mezzo di una "pagellina" recante la firma del padre o del Direttore di azienda e del Comandante della GIL. Questo progetto è stato suggerito dalla considerazione che nella grande maggioranza gli alunni esterni sono figli di famiglie agricole e sono più o meno impegnati in lavori di assistenza a genitori nell'azienda domestica per guadagnarsi il danaro necessario ai libri e alla scuola".
- Osservazioni del Preside sul profitto degli alunni
"Dopo l'aumento delle ore di lezione, confrontando il profitto degli alunni con quello degli anni precedenti, ho ragione di ritenere che non si abbia guadagnato, ma piuttosto perduto. Quale la ragione di questo processo inverso? I nostri studenti sono troppo occupati: non hanno mai la mezza giornata di tranquillo respiro in cui possono rivedere le lezioni, correggerle, completarle. Manca perciò il modo di abbracciare con uno sguardo complessivo il lavoro fatto e di gustarne il frutto, così che là dove dovrebbe accendersi l'entusiasmo del sapere, alligna troppo spesso l'albero della noia". (RAS 1939) Trasformazione del Ginnasio in Scuola Media (1940-41) In occasione dell'evento il Preside esprime una sua lamentela a riguardo della didattica. "E' da lamentare che non si trovino quasi più in commercio testi scolastici dei classici latini e greci senza commenti o con commenti sobri e opportuni. Se il commento traduce in calce tutto il testo o quasi, che cosa resta da fare allo studente? Nessuna meraviglia se egli arriva alla maturità senza conoscere convenientemente le lingue classiche; peggio, senza la capacità di cogliere il pensiero altrui e di esprimere decentemente il proprio. Il danno, com'è evidente, non è soltanto delle lettere, ma della generazione che non saprà più pensare con la propria testa" (Dalla citata relazione)
Tensioni tra la scuola e l'Enim - Al termine dell'anno scolastico 1941-42 il Preside ha trasmesso all'ENIM una relazione ricca di osservazioni critiche sulla riforma. Riportiamo il testo dell'aspra reazione del Commissario in data 28 gennaio 1943: "Questo Commissariato ha esaminato le vostre relazioni finali per l'anno 1941-42 e su di esse osserva che non basta avere notato gli inconvenienti della ritardata spedizione dei libri di testo da parte della Case Editrici, e l'ostilità e l'indifferenza con cui viene guardata dalla grande maggioranza degli alunni e, forse, delle famiglie, l'attività del sabato fascista, per concludere: videant consules. Poiché altrove gli inconvenienti lamentati non si verificano o, se affiorano, le Autorità del luogo, scolastiche e non scolastiche, provvedono a fronteggiarli e, all'occorrenza, ad eliminarli, vogliate compiacervi di fare altrettanto voi, e questo Commissariato sarà lieto che codesta Scuola abbia un più normale funzionamento e ciò, soprattutto, per la educazione integrale dei giovani a voi affidati. Sul libro di testo di A. Valori voi scrivete che esso è redatto in una forma che non ha trovato eco e comprensione nell'animo degli alunni…Comunque, vogliate far conoscere, con cortese sollecitudine, se il libro sia stato mantenuto e, in caso di cambiamento, con quale altro testo. Sull'insegnamento del latino, inoltre, voi osservate che alla fine della III classe media la promozione degli alunni non sarà adeguata alle esigenze del corso superiore. Il vostro giudizio è fuori posto e, comunque, in contrasto con lo spirito della riforma della Scuola Media. Della preparazione degli alunni sono responsabili i professori e voi non mancherete, ne sono sicuro, di esortarli a fare tutto il possibile affinché i risultati dell'insegnamento del latino siano quali il Ministero li attende: è questione soprattutto di fiducia sugli ordinamenti scolastici e di piena obbedienza alle direttive ministeriali. Desidero pronta assicurazione che tutti i professori sanno e con fede uniformarsi in tutto a queste direttive. Se qualche insegnante si permette di fare commenti della riforma e, quindi, a frustrarne l'applicazione, vogliate senz'altro provvedere a sostituirlo"(RAS 1943) - Successivamente al termine dell'anno scolastico 1942-43, nella relazione all'ENIM, il Preside ritorna a criticare la scarsa rilevanza data al Latino, la contrarietà alla novità della sostituzione dell'esame finale con lo scrutinio e il disturbo alla tranquillità ed al raccoglimento dovuto alle attività della GIL. L'ENIM risponde in data 6 marzo 1944: "…A pagina 4 della vostra relazione voi avanzate alcuni rilievi circa la GIL. Questo Ente deve rilevare che simili rilievi sono di dubbio gusto…Non riesce chiaro da quali ragioni sia ispirata la vostra critica nei confronti del bisogno sentito dalla scuola di maggiore raccoglimento. Si gradirebbe conoscere più a fondo il vostro pensiero in proposito" Risposta del Preside in data 11 marzo 1944:"…Comprendo bene che i rilievi da me fatti sulla attività della GIL siano stati trovati di dubbio gusto. Voi non potete credere con quanta amarezza io abbia più volte denunciato alle competenti autorità gli errori di metodo, che si verificavano pressoché incontrollati nell'attività di una organizzazione giovanile così vasta e insieme delicata. Sono arrivato persino a precisare che di quel passo la GIL andava fatalmente verso lo sfacelo: e che, per lo stato d'animo che determinava nei giovani e per gli inevitabili contraccolpi che cagionava nelle famiglie, era divenuta in pratica uno strumento, per quanto involontario, di propaganda contro il partito. Non mi si è mai dato ascolto, sempre per il timore di dire le cose chiare in alto Ho anche auspicato un maggior raccoglimento per la vita della scuola. E volevo dire che anche lo scorso anno si era più o meno continuato a disturbare il funzionamento delle scuole col pretesto sempre più bello di integrarne la funzione, di educare l'animo dei giovani a sentimenti di patriottismo, facendoli partecipare al fervore della guerra: manifestazioni, cinema di propaganda, radioaudizioni. E per me, che dirigo un Convitto, è un disturbo non soltanto l'interruzione delle lezioni, ma anche ogni occasione più o meno imposta di sacrificare la regolarità dell'orario pomeridiano, che è destinato alla preparazione delle lezioni. E il peggio è che le industrie della propaganda non raggiungevano quasi mai lo scopo che si proponevano di accendere gli animi dei giovani ad alti sensi di amor patrio o di fervore di guerra. Dove entra la noia o si domandano sacrifici non proporzionati o non necessari, i giovani si stancano presto e sognano volentieri la libertà. …Per noi la scuola è sempre un santuario, che deve istillare nell'animo degli alunni ogni più nobile sentimento e lo deve fare con i suoi mezzi, nella sua naturale atmosfera di ordine e di serenità" (RAS 1944) Requisizione del Collegio Il 6 ottobre 1943 tutto il Collegio fu requisito dal Prefetto di Vicenza per conto del Ministero dell'aeronautica. Gli spazi per il Collegio e per la scuola furono molto ridotti e la stessa attività scolastica subì riduzioni. Riprese vita regolare al termine della guerra nell'estate 1945. Nel 1962 per difficoltà di reperire il personale docente, la Scuola cambiò gestione : perdette il legale riconoscimento e fu aggregata alla Scuola Media Statale di Bassano del Grappa. Ritornò al Convitto comprendente il doposcuola privato. Alcune osservazioni generali In data 11 marzo 1946, a firma di Carpenedo, leggiamo: "Da quanto si è venuto rilevando nelle varie sedute di scrutinio sulla situazione delle scuole: non sarà fuori di proposito sottoporle alla considerazione delle competenti autorità, affinché possano all'uopo tenerle presenti. 1.- Anche quest'anno si sono presentati agi Esami di Ammissione alunni scarsamente preparati. La preparazione elementare in genere non è adeguata alle esigenze, ai bisogni dei giovanetti che devono entrare nella scuola media. Forse sarà compito della nuova legislazione correggere e definire il carattere della scuola elementare, che ultimamente era stato ridotto a scuola di lavoro, con danni incalcolabili per tutte le scuole medie. Ciò si farà richiamandola all'antica serietà e spogliandola del pernicioso bagaglio della cultura inutile. 2.- Gli effetti di una scuola regolare mancata si sono notati specialmente nelle medie. Con la pratica degli ultimi anni, che ha alleggeriti o annullati del tutto i regolari controlli delle scuole, sostituendo gli scrutini agli esami, i giudizi alle votazioni, ecc. gli studenti sono cresciuti senza avere più una esatta idea di quello che deve essere il lavoro della cultura. Il governo fascista da troppo tempo doveva accontentarsi di predicare la disciplina in teoria, abbandonando la scuola alle mani di incompetenti avventurieri del partito". (RAS Ib) 3.- Il Rettore, che tanto aveva difeso l'identità della sua scuola, contro le ingerenze fasciste, pure in regime di democrazia dovette lamentare: "La libertà dei nostri istituti sono ormai ridotte a zero, poiché si esige che la pratica della scuola, l'organizzazione dei servizi e i rapporti con le autorità siano adeguati interamente a quelli dello Stato" (D.P 1955)) Medaglia d'oro al Preside da parte del Ministero della Pubblica istruzione(1960). I 33 anni di attività, svolta nel Collegio Vescovile come Rettore dell'istituto e come Preside delle scuole del medesimo istituto hanno marcato un metodo ed una storia, che il Ministero della Pubblica istruzione gli riconobbe conferendogli nel 1960 la medaglia d'oro per i meriti scolastici. Luigi Secco Pubblicato nella Rivista Pedagogia e Vita, n.5-6 settembre-dicembre 2009. pp.195-206 |