Il ruolo dei sentimenti in educazione

Sappiamo tutti che l'educazione comporta insegnamento: se non si insegna non si impara. Troppo spesso riscontriamo le difficoltà di intendersi con chi è nell'ignoranza., o come si suole dire senza cultura. Nella società attuale non è ammissibile essere senza cultura. Ma la domanda è: quali sono le vie per aiutare il soggetto ad apprendere?

Tradizionalmente i processi di apprendimento hanno sempre mirato a portare il soggetto a conseguire abilità di pensiero, ossia capacità di usare la razionalità. Ma la razionalità è sufficiente per acquisire e gestire adeguatamente i valori della vita ?

O dobbiamo fare leva anche sui sentimenti? Hanno essi un ruolo negli apprendimenti, e, nell'ipotesi, quali apprendimenti?

Quando parliamo di sentimenti intendiamo riferirci a quelle risorse tipicamente umane, radicate nel profondo dell'essere, presenti in tutti, che con forte tendenza spingono alla loro esplicazione fino a dover riscontrare che i sentimenti precedono i processi razionali e supportano i convincimenti. In altre parole l'attività della mente ed in particolare i nostri convincimenti sono sostenuti dai sentimenti. Più i sentimenti rivestono i convincimenti, più sentiamo che la nostra personalità è coinvolta in modo integrale. L'educazione, quindi, non può ignorare di guardare all'uomo nella sua interezza di sentimenti e di razionalità.

Nella nostra cultura l'adesione ai valori risulta essere sempre stata considerata una produzione della mente. L'insegnamento scolastico ha sempre puntato sulla razionalità ed ha considerato il sentimento come ostacolo. Su questo problema dobbiamo, invece, tornare a riflettere.

Diceva Rousseau "Colui che, fra tutti noi, sa meglio sostenere le gioie e i dolori della vita è, a mio avviso, il meglio educato". L'indottrinamento scolastico ci rende meno capaci di sentimento, perché sentimento e pensiero sembrerebbero svilupparsi, per lo più, l'uno a spese dell'altro

E' l'esperienza concreta vissuta con gioia, con simpatia, con risonanza gratificante, che entra a costituire la base dell'educazione. Il bambino ed anche il fanciullo sono propensi alla gioia e a fissare stabilmente nelle loro interiorità le esperienze vissute gioiosamente.

Per imparare occorre sentire; così più un oggetto di apprendimento è in grado di suscitare sentimenti intensi, più quell'oggetto entra a far parte delle motivazioni per il soggetto che apprende. Sono i sentimenti che supportano l'accoglienza e l'adesione ai valori.

In ogni individuo esistono potenzialità naturali su cui poter far leva per l'educazione ai sentimenti corrispondenti.

- Una prima disposizione ravvisiamo nella tendenza alla benevolenza, che spinge l'essere umano verso il bene. Quando vengono sostenuti i sentimenti di benevolenza nel bambino, egli impara ad apprendere ciò che gli viene insegnato circa i rapporti con gli altri

Occorre sviluppare presto i sentimenti di benevolenza: essi aprono alla gioia di guardare agli altri con simpatia e di incontrarsi con loro in fiduciosa e serena accettazione. Far leva su questo sentimento favorisce una pratica educativa conforme allo sviluppo del fanciullo.

- Una seconda disposizione naturale consiste nella volontà di bene verso tutti, o più esattamente è l'esplicazione della propria personalità negli approcci con gli altri, in cui mentre ci si dona con fiducia, si accolgono anche i contributi che provengono dall'incontro con gli altri.

- Una terza risorsa sta nelle modalità di relazione con gli altri superando la chiusura nell'egocentrismo, che potrebbe sfociare nell'egoismo. Nessuno è autosufficiente. E poiché tutta la vita è posta nella relazione, l'individuo cresce nella misura della sua disponibilità ad accogliere gli stimoli per andare oltre il normale vissuto ambientale. S'impara nell'umiltà dei propri sentimenti di limitatezza.

- Una quarta sensibilità riguarda la tendenza e la capacità di amare. L'altro è visto e trattato come colui che consente a se stesso di realizzarsi. Non dimentichiamo che l'amore è la qualità prima e dominante che presiede tutte le relazioni col prossimo. Nessun uomo è un'isola. Sentimenti di affetto, di stima, di amore rasserenano il soggetto e lo pongono in atteggiamento di apprendimento dall'altro. Sentimenti d'amore condivisi aprono a gioie comuni e dispongono ad affrontare le difficoltà e le sofferenze della vita.

In tal modo celebriamo la caratteristica tipica dell'essere umano come essere amante, strutturato per realizzarsi sul piano delle relazioni d'amore, fino al punto di poter dire che la riuscita sul piano dell'amore è tout court la riuscita della propria vita