Critici
Caffi Barbara

Caffi Barbara

LA PROVINCIA 28 aprile 2009

Tra poesia e fotografia

Il progetto editoriale si deve a Paola Moglia.

I ‘clic’ di Ezio Quiresi e di Silvia Galli sono legati ai versi di Rosa Carotti e Raffaella Gusberti.

L’uomo è quasi sempre assente, ma se ne avvertono le tracce nascoste: le cascine i campi, gli argini. E’ la natura a regalare le suggestioni più forti

Il naufragar  è dolce in questo Po

"Pianura Mare", un libro di immagini e parole dedicato al fiume

di Barbara Caffi

CREMONA - Sempre lì si arriva, a quel fiume che nei secoli ha modellato la terra e le genti, il clima e il carattere. Anche "Pianura Mare" il volume di prossima uscita curato da Paola Moglia stampato mare— uscita — guarda al Po. Il libro, stampato da Fanti grafica, raccoglie le fotografie di Ezio Quiresi e di Silvia Galli e i testi di Roda Carotti e Raffaella Gusberti.

Brevi componimenti, funzionali alle immagini, la cui espressività è esaltata dalla scelta estetica del bianco e nero. Il titolo è "rubato" a una poesia di Rosa Carotti, donna che sul fiume ci abita davvero, che nel Po conosce le stagioni e i capricci, i momenti di bellezza estrema e la paura, le piene che tutto si prendono.

"Questa strada è il tuo fiume e non può che portare al tuo mare", dicono i versi. Nella premessa la stessa Carotti scrive che il libro è stato come effettuare un viaggio verso la foto e quindi verso il mare. Guardando le fotografie, anche se spesso lo sguardo è interrotto da filari di pioppi o dall'altra sponda del fiume l'impressione è a volte proprio quella che può dare il mare: il dolce naufragar in un paesaggio che solo in apparenza è ripetitivo e sempre uguale, ma comunque sconfina nell'infinito. Anche Pier Paolo Pasolini, che durante gli anni cremonesi tra le lanche e gli argini padani trascorse molti momenti, descrive in "Romans" il Po simile a quel mare che il poeta friulano conosceva solo attraverso la letteratura.

Pianura mare è dunque un omaggio - l'ennesimo, certo, ma non scontato - al Po e ai suoi paesaggi. La presenza dell'uomo è rara nelle fotografie: qualche pescatore, una panchina, cascine in lontananza. E naturalmente l'operosità nascosta di chi ha eretto gli argini e coltiva i campi. E' la natura a parlare, a suggerire emozioni. Sono i riflessi d'argento tra le onde, è la scia della corrente, è l'inseguirsi dell'e nuvole o il dettaglio di un ramo fiorito a catturare l'attenzione del lettore. La suggestione dell'immagine si specchia nelle parole. "Silente/quotidiano inchino./Il rito del prendere/è del lasciare..." Scrive Raffaella Gusberti in calce a una fotografia di Quiresi che fissa una donna china su un pontile a prendere acqua. "Nuvole/Vento/Mutamento", suggerisce a Carotti l'immagine di un cielo carico di nubi che vanno via rapide, mentre a terra si allungano le ombre degli alberi.

In Pianura Mare, il Po è raccontato anche come mito. Come il Gange, il Nilo, l'Indo, l'Eufrate, anche il Grande Fiume padano è stato nell'antichità un simbolo divino, con il suo scorrere incessante a richiamare il ciclo vita-morte-vita. Anche la psicanalisi ha guardato ai fiumi e al mare: l'acqua è un simbolo dell'inconscio, è il principio della vita, l'inizio di tutto.

Barbara Caffi