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La Provincia 10-11-2021
Moglia espone al San Domenico di Crema una selezione di lavori incentrati su luce e colore
di Greta Mariani
CREMA Colore e Luce. Anzi. Colore è luce. Un soffio di eterno nascosto nella quotidianità. Perchè se anche sta alla base della pittura, l'osservazione dei colori spesso passa in secondo piano rispetto ai temi e alle interpretazioni dell'arte. Non per Paola Moglia, pittrice che torna a esporre a Crema con un'esplosione di tonalità e luminosità che lascerà stupiti i visitatori della sua mostra, negli spazi della Galleria ArTeatro al San Domenico. Le opere resteranno in mostra da questo sabato fino al 28, nell'area della Fondazione di via Verdelli.
Come il percorso espositivo bene racconta, l'estro di Moglia va nella direzione di rappresentare quel soffio di eterno nascosto nella quodidianità, che emerge dall'esplosionen dei colori caldi e accesi, in contrasto con un bianco quasi lucente. Nonchè dalla fusione delle tinte impresse sulla tela, con inserti materici e profondamente concreti, capaci di stimolare il senso del tatto. Se il bianco è la rappresentazione del silensio, della meditazione e della poesia, rosso e arancione sono la rievocazione di nostalgie e ricorsi, deserti e tramonti, memorie.
Nell'analisi del critico Claudio Ardigò le opere di Moglia evidenziano la perfetta coincidenza della pittrice coi dipinti; "Paola è parte integrande dei suoi quadri, rinchiusa nelle tele nella voltontà di uscirne per creare nuova vita". Un "modo per essere parte di ciò che propone. In questo, corre un serio pericolo, perchè deve cancellare ogni distanza tra lei e i suoi dipinti, lasciarsi assorbire a tal punto da dimenticarsi che sta disegnando", spiega ancora il critico. Quando è compiuta è già altra cosa. Quando cambia l'osservatore, èè ancora nuova. Il visitatore non avrà possibilità, quindi, di essere oggettivo e lucido, ma sarà travolto da un vortice di sensazioni, sapori, sonorità. Sarà salvato dall'indifferenza della quotidianità in un mix di immaginazione e sensualità.
Inaugurazione, sabato alle 17. Ingresso con Green Pass.
Greta Mariani
Mondo Padano 12-11-2021
Tetro San Domenico
Il mondo dell'artista cremonese Paola Moglia sarà protagonista della mostra "Colore è Luce" che sarà ospitata dal 13 al 28 novembre nel Teatro San Domenico di Crema (piazza Trento e Trieste, 6). L'inaugurazione è fissata alle ore 17.30 di sabato 13, la presentazione sarà a cura del critico Claudio Ardigò.
"Paola, - scrive Ardigò -, è parte integrante dei suoi quadri, rinchiusa nelle tele nella volontà di uscirne per creare nuova vita. Le sue opere sono un mezzo per essere parte di ciò che propone; il pittore diventa in questo modo parte del quadro e l'opera diventa parte di lei. Paola Moglie corre un serio pericolo perchè deve cancellare ogni distanza tra lei e i suoi dipinti. Deve lasciarsi assorbire fino al punto di dimenticarsi che sta disegnando, fino al momento che l'opera diventa reale sulla tela come se stesse vivvendo di vita propria..."
"I suoi quadri - continua - sono un morso piacevole a tratti maledetto riferito ai colori che la pittrice deliberatamente crea per cambiare di volta in volta l'incontro per chi andrà a vedere la mostra. Non permetteraà a loro di essere lucidi, oggettivi rispetto a ciò che si troveranno di frante, ma li travolgerà in un volrtice continuo di sensazioni, sapori e sonorità che li sconvolgerà...".
"Quadri come salvezza. Dove immaginazione e sensualità si nascondono nell'opera in quella strada che porta a vincere paure e disagi e arrivare a toccare liberamente e con pienezza l'anima di ogni essere umano", conclude Ardigò.
Difficile aggiungere parole e sensazioni sulla pittrice Paola Moglia e le sue opere.
Paola è parte integrante dei suoi quadri, rinchiusa nelle tele nella volontà di uscirne per creare nuova vita.
Le sue opere sono un mezzo per esser parte di ciò che propone; il pittore diventa in questo modo parte del quadro e l’opera diventa parte di lei.
Paola Moglia corre un serio pericolo perché deve cancellare ogni distanza tra lei e i suoi dipinti. Deve lasciarsi assorbire fino al punto di dimenticarsi che sta disegnando, fino al momento che l’opera diventa reale sulla tela come se stesse vivendo di vita propria.
Infatti i suoi disegni non sono un opera che ti cambia, ma un opera che cambia.
Cambia per quanto e per come cambia il visitatore. Per questo è straordinaria.
I suoi quadri sono un morso piacevole a tratti maledetto riferito ai colori che la pittrice deliberatamente crea per cambiare di volta in volta l’incontro per chi andrà a vedere la mostra.
Non permetterà a loro di essere lucidi, oggettivi rispetto a ciò che si troveranno di fronte, ma li travolgerà in un vortice continuo di sensazioni, sapori e sonorità che li sconvolgerà.
Si potrebbe dire che oltre al tema dell’immagine è proprio il tema del colore sempre colmo di significati autentici, varietà cromatiche che sono poi la salvezza dall’estraneità e dal l’indifferenza, ad aprire la coscienza del visitatore
Quadri come salvezza.
Dove immaginazione e sensualità si nascondono nell’opera in quella strada che porta a vincere paure e disagi e arrivare a toccare liberamente e con pienezza l’anima di ogni essere umano.
Nelle sue opere tutto è possibile perché si attua all’interno di un’idea di un sogno e la sua rappresentazione è intima, segreta e allo stesso tempo libera ed esplicita.
Nuda.
Paola Moglia crea così opere uniche nel loro genere tracciando un tratto d’infinito.
Il Nuovo Torrazzo, Crema 13-11-2021
Tetro San Domenico
di Mara Zanotti
Accantonato l'allestimento della mostra Crema Curiosa, tornano gli appuntamenti...
Mara Zanotti
Il Nuovo Torrazzo Crema, 20-11-2021
ARTEATRO
Alle ore 17.30 di sabato 13 novembre è stata inaugurata la mostra Colore è luce di Paola Moglia di cui avevamo già avuto il piacere di scrivere in occasione della presentazione alla stampa. Le opere ...
Crema Oggi 12-11-2021
primapagina
"Dove c'è bellezza, c'è pace e guarigione." Questo il messaggio della mostra dell'artista Paola Moglia, che sabato 13 novembre ...
Il presidente della Fondazione San Domenico, Peppino Strada, e l'artista Paola Moglia
Crema Oggi 12-11-2021
Colore è luce”. E’ questo il titolo della mostra dell’artista Paola Moglia, che sarà esposta nei corridoi del teatro San Domenico di Crema.
“Con queste opere voglio comunicare la luce, anche per dare alle persone un senso di pace e leggerezza. Credo che in questo periodo ce ne sia bisogno”, ha spiegato l’artista, che per la seconda volta espone in città.
45 opere realizzate con materiali diversi: dalla pittura all’acciaio, dal ferro arrugginito al plexiglas. “Il materico è il mio forte: lo applico al colore e lo trasformo”.
L’obiettivo della personale è diffondere la bellezza, partendo dal bianco, “che è la somma di tutti i colori – ha aggiunto Moglia – Quando dipingo sento pace e silenzio: tutto ciò di cui ho bisogno per stare bene, perché la bellezza aiuta a vivere. Dove c’è bellezza, c’è pace”.
Ambra Bellandi
CREM@ ON LINE 14-11-2021
Cultura - Mostre
Bentornati a Teatro. Bentornati a San Domenico.
di Gloria Giavaldi
“Il bianco è il colore del silenzio. E' una carezza all'anima, spazio alla meditazione”. Con il bianco e un invito a riflettere si apre la mostra di Paola Moglia Colore è luce, allestita presso il teatro san Domenico fino al prossimo 28 novembre. Giochi di colore si intrecciano a materiali innovativi per raccontare un modo di essere, di interpretare la realtà. “Oltre gli ostacoli della vita”. “Con l'arte – spiega Moglia - creo e ricerco, sperimento, mi metto in discussione”. Gli accostamenti sono insoliti: “dall'acciaio al ferro arrugginito fino al plexiglass”. I toni impiegati sono caldi: “quel rosso l'ho usato nel periodo della pandemia. Mi ha aiutato a non fermarmi, a staccarmi dalla realtà”. Ad esprimere un'energia dirompente. “Il colore mi dà carica. Mi aiuta a trasmettere un'emozione. Ad offrire una prospettiva. Quando mi sono accorta che con i miei quadri potevo donare speranza agli altri tutto è cambiato. Nel periodo di lockdown dipingevo anche otto ore al giorno”. E la mostra ne è la prova. “Sono molto fiera di esporre qui, in questo luogo di arte, storia, bellezza e spiritualità. Siamo sulla stessa linea d'onda: anche i miei quadri celebrano la bellezza attraverso la storia e la spiritualità”...
... continua su CREM@ ON LINE: https://www.cremaonline.it/cultura/13-11-2021_I+colori+di+Paola+Moglia+'per+trovare+nuova+luce'/
Gloria Giavaldi
Isabella Cairoli Critico D'Arte
Paola Moglia alimenta la materia nelle sue tele dando vita ad un corpo, alimentando un sistema nervoso che comunica elementi della natura ed argomenti di un discorso, del pensiero, della ricerca nell'essenza interiore al di fuori di ogni apprezzamento e giudizio, vivere nella bellezza quindi, e la pittura è solo uno di questi, vivere in armonia con l’esistente.
Il colore astratto di Paola non è solo un modo di vedere le cose, ma un modo di viverle, di respirarle, un’arte spirituale, la sua pittura è la via per vedere lo spirito ovunque, sento del rispetto nella quiete del suo lavoro , della disciplina che poi mette nei suoi testi scritti di studio che diventano libri.
I colori sono solo una delle tante variegazioni dello spirito, come le note nella musica.
Di fronte alle sue tele bianche, si vede una bianca luce calda, che si flette, come puro atto d’amore, e, così facendo, si variega, creando i colori dell’iride, le apparenze della bellezza, la moltitudine delle cose.
La Bellezza dei colori una chiave di accesso, da una parte agli archetipi profondi che vivono dentro di Noi ed una chiave di accesso per comunicare più profondamente con Noi e con l’universo.
Armoniosi intrecci donano al colore la concretezza del suo appartenere alla composizione stessa della terra. Le sue sfumature di bianco e chiari fondendosi con la composizione di tinte più calde e apporti materici naturali , catturano in un’elegante fusione l’appartenenza dell’umano guardare ad orizzonti lontani, così come il soffio di eterno nascosto nella quotidianità. Le tinte calde, come l’arancio e il rosso sprigionano spesso la passionalità creativa della natura sia umana che terrestre.
I bianchi sono silenziosi, rappresentano la condizione perché qualcosa possa esprimersi: uno spazio di contenimento, meditazione e contemplazione.
Gigliola Reboani Critico d'Arte
Paola Moglia. Una donna che non ama parlare delle sue opere, lasciando che esse parlino da sole attraverso linguaggi e tecniche originali, coraggiose, capaci di dare spessore al dipinto affinché esso divenga bassorilievo, affinché il colore divenga corpo, il rosso divenga sangue appena rappreso e l'azzurro una striscia di cielo tangibile.
Così la luce non solo si vede, ma si sente, si percepisce al tatto, si può sfiorare. Così i corpi non sono costretti a rivelarsi nel loro nudo realismo quanto attraverso panneggi che ne restituiscono alla vista un’intuizione; ciò che è avvolto nel tessuto, nella veste o nella sindone è solo l'idea, una traccia di uomo o di donna, un dannato che vola verso la redenzione o il diavolo scagliato all'inferno, un uccello che si libra in volo, l'araba fenice…
Visioni da un’altra dimensione che coesiste con la nostra, visioni essenziali e materiche, algide e calde nello stesso tempo, tragiche e catartiche. Oltre ogni stantia convenzione. Il noumeno si dimena per diventare fenomeno ed uscire allo scoperto, per farsi guardare. Si svela e rivela. Con timidezza oppure in un'esplosione primitiva di colori.
Lo spirito si sprigiona dalla materia e viene immortalato mentre tenta la fuga. Braccato da Paola Moglia, esso si arrende alla presa dell'arte, all'artiglio d'artista. Che afferra l'attimo e che tutto può. Oltre ogni ortodossia, canone, regola fisica, categoria imposta.
Ma Paola Moglia ci regala anche i silenzi e le estasi di fondali bianchi, grandi campiture irregolari come vecchi muri non stabilizzati, sfondi su cui ciascuno che guardi a fondo può riconoscere i propri insondabili abissi, ove la luce ha assorbito anche il più buio dei ricordi rimossi. Ove sogni e memorie si contendono il primato.
Rimembranze che diventano reperti quando è la madre Terra, non più l'individuo, a voler condividere alcuni capitoli della propria storia. Ed ecco allora i “ritratti” di fossili, vivi ancora oggi nell'impronta formatasi in un'era geologica lontana e quasi ineffabile, ma che ha lasciato tracce nell'oggi, prove di vita che non sfuggono all'artista, ansiosa di fermarle a sua volta nel tempo e nello spazio. Un ritorno al presente che è presagio di un'apparente eternità.
Che gli strumenti di Paola siano basi di acciaio, ferro arrugginito o di argento che sembra appena ossidato, reti metalliche o trasparenti e futuristici plexiglass, è un dato di fatto che in essi prendono vita, si agitano o si riflettono (come dopo la pioggia in una pozzanghera), schizzi vitali di colori acrilici o corpi sospesi di carta trattata e più volte imbevuta in alchemiche “pozioni”. E la magia si rinnova ogni volta.
Ciascuno guardi e veda (scorga) ciò che la sua immaginazione vuole scoprire. L'arte è libertà. Per chi crea, ma anche per chi ne fruisce.