ARTING 159

GIOIA DI COLORE

Mostra Personale ARTING 159

La Provincia 16 marzo 2016

Con Paola Moglia il colore è gioia

Personale in via Solferino a Milano

a cura di Nicola Arrigoni

CREMONA. Il suo è colore che scotta, è emozione cromatica, il suo dipingere è materico, ma è anche l'affannoso e partecipato desiderio di raccontare lo spirito dell'esistente. Per Paola Moglia è questo un periodo ricco di soddisfazioni e affermazioni. Dopo la pubblicazione di Spezie di Vita, la pittrice cremonese sabato sarà protagonista insieme a Graziano Bertoldi della mostra Il visibile dell'invisibile. Nihil amori Christi paeponere (Nula si antepone all'amore di Cristo). L'appuntamento è per le 17.30 presso la galleria Bertoldi Arte. A Illustrare la doppia mostra sarà Tiziana Cordani, ad accompagnare il vernissage le letture di Paolo Ascagni.

Detto questo gli impegni di Moglia proseguono e dal 21 febbraio l'artista sarà di scena in via Solferino, angolo Castelfidardo 2 a Milano con la mostra dal titolo: Gioia di Colore. Il vernissage si terrà il 23 marzo alle 19 anche con la presentazione di Spezie di Vita, introdotto da Claudio Ardigò, con l'accompagnamento musicale di Benedetta Raimondi e Lucia Quattrone, rispettivamente al flauto trasverso e violoncello. Con Gioia di Colore Paola Moglia "recupera invece fortemente la dimensione del colore unito a sostanze materiche discrete e pastose: idropittura, pietra pomice, colle. Il risultato è un armonioso intreccio che dona al colore la concretezza del suo appartenere alla coposizione stessa della terra, alla materia una dimensione palpabile e spirituale al contempo. Le sue sfumature di bianco e chiari, fondendosi con la composizione di tintge più calde ed apporti materici naturali, catturano in un'elegante fusione l'appartenenza dell'umano guardare a orizzonti lontani, così come al soffio di eterno nascosto nella quotidianità. Nostalgie del deserto, lande di nuda luce offerta in tutte le sue sfumature, l'Africa e il mare, si fondono nelle opere più ricche di colori forti e caldi. Tinte rosate di delicatezza, pur senza smarrire il tratto deciso della fusione colore-materia, contraddistinguono le tavole più dedicate all'universo femminile a alla sua interiorità. Accudimento del tempo e del suo declinarsi in stagioni e paesaggi sia interiori che esteriori, trasmettono un senso di materna comprensione della Vita, di legame gioioso tra la Terra e il Cielo" si legge nelle note che accompagnano i materiali illustrativi della mostra. Insomma ciò che attende Paola Moglia è un periodo di grande visibilità e soddisfazioni per una passione artistica autentica.

Nicola Arrigoni

Isabella Cairoli dalla rivista EFFETTO ARTE aprile-giugno 2016

Isabella Cairoli - Critico D'Arte

“Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore? Il colore è il tocco dell’occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto, quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco somiglia a quello degli angeli. Parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante. L’altra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera” 

Orhan Pamuk, Il mio nome è rosso

Paola Moglia nasce a Cremona nel febbraio del 1963. Si dedica agli studi artistici sin dalle scuole secondarie, frequentando il Liceo Artistico Bonifacio Bembo di Cremona. Prosegue il suo percorso tra Verona e Venezia, dove frequenta la Scuola Internazionale di Grafica e a Milano, presso la Scuola Politecnica di Design. Nel capoluogo lombardo, inizia a collaborare come Art Director con note agenzie pubblicitarie, come curatrice di immagine per numerose aziende italiane ed internazionali: Fiat, Surgela, Timberland, Clarks, Grigio Perla, Mandarina-Duck, Caffè Hag e altre. 

Il percorso professionale e quello più artistico, proseguono intrecciandosi strettamente: a 21 anni, riceve il premio per la grafica pittorica della Tate Gallery di Londra, realizzando numerose mostre personali a Roma, Bressanone, Cremona e Piacenza. 

Con la mostra “Gioia di colore” Paola Moglia arriva a Milano. 

Il tema del colore appare essere piuttosto trascurato oggi, nell’ambito dell’arte contemporanea. Il solco diffuso ed incatturabile di quanto includiamo in questo mare magnum - poiché prodotto nell’epoca presente e prevalentemente da artisti ancora in vita - è disperso in mille rivoli, spesso proteso in una apparente fuga da qualunque definizione ulteriore, pur bramandola in sé stesso. 

Nei vernissage, sovente si presta scarsa attenzione alle opere stesse. L’artista ha normalmente poco tempo per dedicarsi al racconto di sé, intrecciando un contatto vero con i portatori degli occhi che guardano le sue opere, dietro ai quali si muovono pensieri e sensazioni. L’affollamento in apertura delle mostre personali fa da premessa ad un tempo di maggiore calma, nel quale solo Gallerie posizionate in luoghi cittadini strategici possono garantire un passaggio dal quale scaturiranno nuove soste, domande, interesse e acquisti. È importante recuperare il tempo della narrazione di sé e delle proprie opere, ritrovare ascolto. 

La dedizione al colore nell’artista stesso, oggi cede facilmente il passo ad altre dimensioni forse più legate all’affannosa ricerca di un media sufficientemente innovativo o ben rivisitato, alla distanza tra il soggetto da raffigurare e la sua raffigurazione. Al contempo, il medio visitatore risulta essere piuttosto distante da una predisposizione ad avvicinare l’arte contemporanea senza inciampare nella conclusione di non riuscire a comprenderla, poiché in possesso di chiavi di lettura inadatte. Queste due tendenze contribuiscono ad allontanare artisti ed estimatori da una lettura di profondità del produrre e guardare arte. Vi sono state epoche in cui il colore era tutto per un artista, tanto da oscurarne la stessa personalità nella tensione di porsi al servizio del suo soggetto, nelle quali l’assoluta similitudine tra esso e la sua raffigurazione costituivano dei canoni universalmente riconosciuti nella valutazione della Bellezza. Oggi non è più così. 

Il percorso artistico di Paola Moglia nelle sue più recenti realizzazioni - presentate in questa mostra personale - recupera invece fortemente la dimensione del colore, unito a sostanze materiche discrete e pastose: idropittura, pietra pomice, colle. Il risultato è un armonioso intreccio che dona al colore la concretezza del suo appartenere alla composizione stessa della terra, alla materia una dimensione palpabile e spirituale al contempo. 

Le sue sfumature di bianco e chiari, fondendosi con la composizione di tinte più calde ed apporti materici naturali, catturano in un’elegante fusione l’appartenenza dell’umano guardare a orizzonti lontani, così come al soffio di eterno nascosto nella quotidianità. Nostalgie del deserto, lande di nuda luce offerta in tutte le sue sfumature, l’Africa e il mare, si fondono nelle opere più ricche di colori forti e caldi. Tinte rosate di delicatezza, pur senza smarrire il tratto deciso della fusione colore-materia, contraddistinguono le tavole più dedicate all’universo femminile e alla sua interiorità. 

Accudimento del tempo e del suo declinarsi in stagioni e paesaggi sia interiori che esteriori, trasmettono un senso di materna comprensione della Vita, di legame gioioso con la Terra ed il Cielo.

Isabella Cairoli

Roberto Papini - Critico D'Arte

Mostra personale di Paola Moglia dal 21 Marzo al 6 Aprile, inaugurazione il giorno 23 Marzo ore 19,00. Presentazione con il critico Roberto Papini, musica di Rebecca Raimondi, presentazione del libro Spezie di Vita di Paola Moglia con il critico letterario Claudio Ardigo'.

Paola Moglia alimenta la materia nelle sue tele dando vita ad un corpo, alimentando un sistema nervoso che comunica elementi della natura ed argomenti di un discorso, del pensiero, della ricerca nell'essenza interiore al di fuori di ogni apprezzamento e giudizio, vivere nella bellezza quindi, e la pittura è solo uno di questi, vivere in armonia con l’esistente.

Il colore astratto di Paola non è solo un modo di vedere le cose, ma un modo di viverle, di respirarle, un’arte spirituale, la sua pittura è la via per vedere lo spirito ovunque, sento del rispetto nella quiete del suo lavoro, della disciplina che poi mette nei suoi testi scritti di studio che diventano libri.

I colori sono solo una delle tante variegazioni dello spirito, come le note nella musica. E attraverso i colori noi possiamo fare un esercizio magico: contattare ciò che sta al di là della percezione materiale ordinaria. Una di queste percezioni è l’aura, cioè l’energia globale di ogni vivente che si estende molto oltre i limiti del suo corpo visibile. 

Di fronte alle sue tele bianche, ho visto una bianca luce calda, che si fletteva, come puro atto d’amore, e, così facendo, si variegava, creando i colori dell’iride, le apparenze della bellezza, la moltitudine delle cose. 

Osservando le sfumature del materico colore, sento nelle "Ombre" dallo stesso create “I pensieri di Osho" come principio guida dei valori del Mondo visto come "Luce indifferenziata e incolore", pura manifestazione di vibrazioni, che danno luogo ai colori. 

Platone diceva: “Il Bello è lo splendore del Vero“. Un mistico del quinto secolo, lo Pseudo Dionigi Aeropagita, ha scritto: “Dio ci concede di partecipare alla sua propria Bellezza“. La Bellezza non è spiegabile e non è comunicabile. Partecipare di Dio può essere una astrusità per un ateo, ma anche per un credente è un mistero. E, se ci tocca, è un atto di grazia. 

La Bellezza dei colori una chiave di accesso, da una parte agli archetipi profondi che vivono dentro di Noi ed una chiave di accesso per comunicare più profondamente con Noi e con l’universo. Gli antichi Greci avevano colto il legame intrinseco della Bellezza col Bene e avevano creato una parola “kalokagathia”, kalòs kai agathòs, per indicare l’uomo bello e buono, l’unità nella stessa persona di bellezza e valore morale.

L’universo è un oceano di luce in movimento. Noi vediamo i colori e percepiamo i movimenti. Al di là delle forme c’è l’astrazione della luce pura. I colori sono i suoni della luce. 

Se Paola crea l’arte astratta, questa poi prende altre vie e altre manifestazioni.

Roberto Papini

La rivista EFFETTO ARTE di aprile-giugno 2016

La rivista EFFETTO ARTE di aprile-giugno 2016