Tiziano Vecellio

(Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 1576)

Tiziano, Allegoria della Sapienza
(1560 ca.), olio su tela, Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia.

Incaricato di valutare gli artisti coinvolti nella decorazione del salone della Biblioteca (la sua preferenza andrà ai tondi dipinti da Paolo Veronese), Tiziano realizza di persona questa tela per il soffitto della sala d'ingresso dell'edificio eretto dall'amico Jacopo Sansovino. La fanciulla comodamente adagiata tra le nuvole, coronata di alloro, viene ritenuta un'allegoria della Sapienza, oppure della Storia.

Tiziano, Giovane donna con cappello piumato
(1534-36 ca.), olio su tela, Ermitage, San Pietroburgo.

Si tratta del terzo di una serie di ritratti in cui compare la stessa modella: ai raggi X si può notare una prima stesura, che riprende la Giovane donna con pelliccia di Vienna, a sua volta ispirata. alla Bella degli Uffizi. Possiamo dunque seguire qui l'artista nella idealizzazione ed erotizzazione progressiva da un ritratto "reale" al mito della bellezza. La donna è drappeggiata da un mantello bordato di pelliccia, un accessorio della moda maschile, mentre l'ampia e leggera camicia sembra quasi scivolarle di dosso. 11 cappellino con una piuma di struzzo aggiunge un tocco di festosa simpatia.

Tiziano, Isabella d'Este in nero
(1534-36), olio su tela, Kunsthistorisches Museum, Wien.

La marchesa di Mantova, una delle donne più colte e influenti del Cinquecento, all'epoca del ritratto aveva circa sessant'anni: Tiziano non la ritrae dal vivo, ma prende spunto da un dipinto di parecchi anni prima, dimostrando ancora una volta la capacità di "rendere vivi" i soggetti. Isabella d'Este, ben consapevole dell'operazione di "ringiovanimento" invierà all'artista un arguto ringraziamento.

Tiziano, Lucrezia e suo marito
(1515 ca.), olio su legno di pioppo, Kunsthistorisches Museum, Wien.

Dopo aver subito violenza da parte di Sesto Tarquinio, la matrona romana Lucrezia sceglie di suicidarsi per difendere il proprio onore e quello del marito. La vicenda di Lucrezia è spesso ripresa nell'arte rinascimentale come esempio di fermezza e di virtù al femminile. L'energica pittura giovanile di Tiziano accentua il contrasto tra l'eroina, in piena luce, e il marito, che affiora dall'ombra dello sfondo.

Tiziano, Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere
(1537 ca.), olio su tela, Gallerie degli Uffizi, Firenze.

Realizzato in coppia con quello del marito Francesco Maria della Rovere, il dipinto appartiene alla breve ma feconda attività di Tiziano per i duchi di Urbino. Il ritratto della duchessa, elogiato in un sonetto da Pietro Aretino, per le sue doti "contrastanti" di bellezza e virtù, esprime una raffinata tranquillità, accentuata dal cagnolino che dorme acciambellato e dal prezioso orologio da tavola davanti alla finestra aperta sui colli marchigiani.

Tiziano, Madonna col Bambino
(1510-11), olio su tavola, Kunsthistorisches Museum, Wien.

Una delle prime versioni di un tema che Tiziano affronterà più volte. Partendo dai modelli del maestro Giovanni Bellini, Tiziano rinuncia all'immagine idealizzata e divina della Madonna per accentuare invece gli aspetti umani e terreni della Madre e del Figlio, nella luce serena e nelle ombre morbide di un pomeriggio in aperta campagna.

Tiziano, Ninfa e pastore
(1570-1575 ca.), olio su tela, Kunsthistorisches Museum, Wien.

È una delle ultime opere di Tiziano, dipinta ben oltre gli ottant'anni di età. Con le pennellate grumose e macchiate della fase conclusiva, Tiziano esce di scena lasciando un saluto meraviglioso alla vita e alla pittura. Ritornando su un soggetto già affrontato sessant'anni prima, all'inizio della carriera, Tiziano afferma ancora che l'amore vince su ogni cosa, e la donna ne è consapevole protagonista. Intorno al pastore e alla ninfa, la natura sembra liquefarsi nei toni avvampanti di un definitivo tramonto.

Tiziano, Tarquinio e Lucrezia
(1572-76 ca.), olio su tela, Akademie der bildenden Kunste, Wien.

Al termine della sua lunga vita, Tiziano reinterpreta temi e personaggi dipinti nelle fasi precedenti della carriera. Affrontando di nuovo la figura di Lucrezia, Tiziano non mostra il suicidio dell'eroina romana, ma il momento dell'aggressione da parte di Tarquinio. Le pennellate sfatte, l'intensa drammaticità, la forte componente psicologica sono tipiche della prodigiosa vecchiaia del pittore.

Tiziano, Venere e Adone (1555-57), olio su tela, Collezione privata.

Versione autografa del dipinto mitologico inviato da Tiziano a Filippo II di Spagna. Punta da una freccia di Amore (che compare addormentato sulla sinistra), Venere cerca inutilmente dí trattenere l'amato Adone, in partenza per una caccia al cinghiale che si rivelerà fatale, come si può scorgere sullo sfondo a destra. Innovativa è la movimentata posa di schiena della dea.