I Medici

Da Cosimo il Vecchio a Lorenzo il Magnifico

Nell’età del Rinascimento, che ha visto dominare sulla scena italiana ed europea le famiglie dei potenti banchieri toscani, attivi tanto a Lucca che a Firenze quanto a Bruges, il maggiore centro economico e artistico delle Fiandre, si impongono figure leggendarie come quelle di Cosimo il Vecchio e Lorenzo de’ Medici, il Magnifico. 

Oltre all’opportunità di guadagni ingenti, il mestiere di banchiere aveva garantito alla famiglia Medici l’ascesa sociale e sempre maggiore peso politico, cui si affiancarono un mecenatismo di altissimo rilievo e l’acquisto di capolavori assoluti. Dotato di un’eccellente cultura umanistica, Cosimo collezionò soprattutto manoscritti antichi e gemme, mentre affidò le più prestigiose commissioni ai maggiori artisti dell’epoca, tra i quali Donatello, impegnandosi anche in grandiose imprese architettoniche. Al mecenatismo di Cosimo e del figlio Piero il Gottoso, fece seguito quello eccezionale di Lorenzo. Non solo collezionista di antichità, cammei, testi miniati, sculture e dipinti, il Magnifico fu protettore di Giuliano da Sangallo, del Verrocchio, di Piero e Antonio del Pollaiolo, sostenitore dell’accademia filosofica neoplatonica e fondatore della scuola per scultori nel Giardino di San Marco, dove si formò il giovane Michelangelo. Si servì degli artisti, inviati presso vari sovrani, anche nella sua accorta strategia politica, tesa all’esaltazione delle glorie della cultura e dell’arte toscana, contribuendo a instaurare il mito di Firenze nel mondo.

Amos Cassioli, Lorenzo dei Medici mostra a Galeazzo sforza le suppellettili artistiche da lui raccolte (1868), olio su tela

Agnolo di Cosimo detto il Bronzino,
Ritratto di Lorenzo il Magnifico
(1552-53 ca.), olio su stagno

Piero del Pollaiolo,
Ritratto di Galeazzo Maria Sforza
(1471), tempera su tavola

Michelangelo Buonarroti,
Madonna della Scala
(1490-91 ca), marmo