Vincenzo Giustiniani

un nobile genovese tra venerazione dell’Antico e passione per Caravaggio

Nobili mercanti genovesi e possessori dell’isola di Chios, i Giustiniani spostarono, dopo la conquista dell’isola da parte degli ottomani, gran parte dei loro interessi nella Roma papale. Mentre Benedetto Giustiniani intraprese la carriera ecclesiastica, divenendo cardinale nel 1586, il fratello Vincenzo si assicurò il controllo della depositeria generale dello Stato Pontificio. La loro residenza, il centralissimo Palazzo Giustiniani, era strategicamente posizionato tra il Pantheon e Piazza Navona, e ospitava una delle collezioni più importanti di scultura antica con capolavori assoluti come l’Atena Giustiniani. I fratelli Giustiniani erano poi tra i sostenitori più convinti di Caravaggio e dei caravaggeschi che presto giunsero a Roma da tutta l’Italia, ma anche dalla Spagna, dalla Francia e dai paesi nordici. Le sale di Palazzo Giustiniani ospitavano non meno di 15 opere di Caravaggio, accanto a capolavori di Valentin de Boulogne, Simon Vouet e Nicolas Regnier, di Jusepe de Ribera, Gerrit van Honthorst, Dirck van Baburen e Joachim von Sandrart. Una straordinaria palestra del caravaggismo internazionale, che Vincenzo aprì con grande liberalità ad artisti, conoscitori e collezionisti. Sino al primo Ottocento gran parte dei tesori rimase in possesso della famiglia; in seguito, a causa delle crisi finanziarie nate con l’occupazione francese di Roma, i Giustiniani iniziarono a cedere i propri tesori artistici, vendendo gran parte delle antichità ai Torlonia e i dipinti al re di Prussia.

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio,
San Girolamo
(1605-06 ca.), olio su tela

Gerrit van Honthorst,
Cristo davanti a Caifa (1617 ca.), olio su tela