A partire dall’iniziativa “Veneto legge”, alla quale abbiamo aderito, leggendo estratti dal libro “Oro blu, storie di acqua e cambiamento climatico” di Edoardo Borgomeo, e dal libro “Le guerre dell’acqua” di Vandana Shiva, abbiamo riflettuto sull'importanza della risorsa acqua e sulle guerre che da sempre vengono combattute per il suo possesso.
Dalla legge di Giustiniano, passando per la Secchia rapita di Tassoni, fino ai giorni nostri, abbiamo tracciato un percorso, tra realtà e fiction, per rendere più consapevoli i lettori sulla persistenza di questo tema.
Sin dall’antichità, autorità come l’imperatore Giustiniano hanno tutelato l'acqua come elemento essenziale per il benessere collettivo, un vero diritto comunitario: ne è prova il ‘Corpus Iuris Civilis Giustinianeo’ che stabilisce l'universalità dell’acqua come Ius Naturale.
Con il Medioevo, con l’arrivo dei Longobardi, assistiamo al graduale, ma inesorabile fenomeno di privatizzazione dell’acqua.
La battaglia di Zappolino (1325), raccontata da Alessandro Tassoni nel suo poema eroicomico “La Secchia Rapita” (1622), fu una delle più imponenti battaglie campali della storia medievale, che portò alla morte di più di 3000 uomini. Lo scontro fu tra Bolognesi, assetati d’acqua, perché la loro città era diventata una grande sede universitaria e i pozzi non bastavano, e Modenesi, rimasti sui campi a lavorare, con le trivelle sempre in funzione.
Questa guerra venne spacciata per un conflitto epico, fatto di grandi ideali, i soliti guelfi vs ghibellini, ma la realtà è che fu combattuta per il vile possesso dell’acqua: lo stesso autore, nel suo poema, mette in luce l’immagine delle trivelle sugli stendardi modenesi e il rapimento della secchia bolognese, vero e proprio “casus belli”, spiegandoci come ogni battaglia nasconda i segni della frode antica, o come dice Virgilio le “vestigia fraudis”.
La famosa attivista e scrittrice Vandana Shiva esprime una forte preoccupazione per le guerre del XXI secolo, che avranno come oggetto proprio la contesa dell’acqua.
Infatti oggi molte guerre si combattono a causa di tensioni che nascono dalla contesa delle scarse risorse idriche, risorse che sono fondamentali per l’uomo, ma che ad oggi sono in pericolo: secondo gli ultimi dati, nel mondo, 2,1 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua sicura e 4,5 miliardi di persone non hanno a disposizione servizi igienico-sanitari sicuri.
Ora, con l’articolo 6 dell’Agenda 2030, gli Stati dell’Onu promettono impegno nel garantire disponibilità e gestione sostenibile di acqua, servizi igienici per tutti: l’acqua e l’igiene sono un diritto umano, rappresentano un fattore determinante per tutti gli aspetti dello sviluppo economico e sociale. Inoltre, l’obiettivo 6 comprende la protezione di ecosistemi legati all’acqua: la qualità dell’acqua dovrà migliorare e l’inquinamento idrico essere ridotto.
Il water stress è il fenomeno per cui la domanda di acqua è superiore rispetto alla sua naturale disponibilità. Infatti, tutti i continenti soffrono di stress idrico.
L’utilizzo globale di acqua negli ultimi decenni è aumentato del doppio rispetto al tasso di crescita demografica e attualmente questo fenomeno è destinato a crescere.
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