Jane Austen è stata una scrittrice britannica vissuta nel XIX secolo, particolarmente celebre per i suoi romanzi, quali “Orgoglio e Pregiudizio”, “Ragione e Sentimento”, “Persuasione” e altri.
Quest’anno è l’anno di ricorrenza per celebrare i 250 anni dalla sua nascita. Si tratta di un evento importante, questo perché Jane Austen, con i personaggi da lei descritti, è stata una personalità femminile fondamentale nella letteratura in una società ancora profondamente legata al patriarcato.
Jane Austen nacque a Steventon il 16 dicembre del 1775. Penultima di otto figli, suo padre, un pastore anglicano, si occupò dell’educazione dei figli. Chi le rimase più a lungo a fianco per tutta la sua vita fu la sorella Cassandra, che come lei non prese mai marito. L’ambiente familiare vivace fornì a Jane un forte stimolo alla scrittura, infatti analizzando i personaggi nati dalla sua penna è sempre possibile notare un’aura vivace e serena, che rispecchia la sua infanzia.
Alcuni pensano che iniziò a scrivere all’età di dodici anni tre manoscritti (Volume Primo, Volume Secondo e Volume Terzo), contenenti opere teatrali, versi e prose che già presentano quei caratteri che diventeranno tipici della sua scrittura, quali il romanzo e la commedia sentimentale.
La sua scrittura matura nel 1793, quando scrive “Lady Susan”, breve romanzo narrante la storia di una donna che a causa delle sua idee e della sua personalità cade nell’autodistruzione sociale, rappresenta la frustrazione femminile, in una società che non apprezza, ma anzi denuncia l’emancipazione femminile e la parità di genere. Nel 1802 probabilmente accettò la proposta di matrimonio di Harris Bigg-Wither, per poi cambiare idea giorni dopo; si pensa anche che si fosse innamorata di qualcun altro; tuttavia la storia non progredì anche perché poco dopo lui morì.
E’ di fondamentale importanza per capire le opere della Austen conoscere la sua storia amorosa; questo perché essa si riflette nelle storie d’amore trattate nei romanzi. Purtroppo, però, dopo la morte della Austen, la sorella Cassandra distrusse la maggior parte della corrispondenza epistolare della sorella, che molto probabilmente presentava elementi della sua vita amorosa. Il primo romanzo poi diventato celebre tra quelli pubblicati è “Ragione e Sentimento” (1795), iniziato come romanzo epistolare tra le sue protagoniste Elinor e Marianne. L’anno successivo scrisse poi il suo romanzo più celebre, "Orgoglio e Pregiudizio”, la cui prima edizione fu pubblicata tra l’ottobre del 1796 e l’agosto del 1797, lo mandò al padre, per proporlo ad un editore londinese, che però non lo accettò. Successivamente scrisse “Northanger Abbey”, tra il 1789 e il 1799, e fu venduto all’editore Richard Crosby per £ 10, anche se non lo pubblicò mai. Per tutti questi anni, Jane aveva vissuto nella Canonica di Steventon, luogo ideale per la scrittura. Nonostante ciò nel 1801 il padre, ormai settantenne, decise di ritirarsi a Bath con la moglie e le figlia, da questo momento in poi fino al 1805 Jane non visse stabilmente in un luogo, ma si districò tra alloggi temporanei o visite ai parenti. Nel 1804 Jane iniziò un romanzo intitolato “I Watsons”, che però non terminò mai. Nel 1805 morì suo padre. Nel 1809 il fratello di Jane, Edward, donò alla madre un cottage a Chawton in modo che potesse risiedervi con le figlie, dando di nuovo stabilità alla Austen che ne approfittò per ricontrollare e riscrivere una seconda edizione di “Ragione e Sentimento” e “Orgoglio e Pregiudizio”, al fine di riuscire a trovare un editore disposto a pubblicarla, grazie anche all’aiuto del fratello Henry che fu da intermediario tra lei e gli editori. Due anni dopo l’editore Thomas Egerton acquistò “Ragione e Sentimento” e lo pubblicò, in forma anonima, nel novembre del 1811, e fu apprezzato dalla critica. Dal 1811 al 1813 scrisse “Mansfield Park”, pubblicato l’anno successivo.
La Austen a questo punto, anche se ancora anonima, era già diventata una scrittrice affermata. Inoltre "Orgoglio e Pregiudizio” divenne il romanzo di moda di quegli anni. Si tratta, infatti, degli anni migliori della vita dell’autrice che vede la pubblicazione dei suoi romanzi e l’approvazione della critica e dei lettori. Uno tra i suoi lettori più celebri fu sicuramente il re Giorgio IV, al quale dedicò, secondo alcuni, il romanzo “Emma”. “Emma” fu particolarmente apprezzato dai critici, poiché segnava un profondo cambiamento rispetto al melodramma romantico di quegli anni, soffermandosi invece sul senso di moralità, e per il realismo dato da fatti che potremmo definire come quotidiani. Scrisse poi “Persuasioni” tra il 1815 e il 1816. Negli ultimi mesi della sua vita iniziò una serie romanzi mai conclusi. Le sue condizioni di salute peggiorarono e nel maggio del 1817 si fece trasferire a Winchester dove morì il 18 luglio, fu poi sepolta nella cattedrale di Winchester sei giorni dopo. La sua identità fu poi svelata in seguito dal fratello Henry, che supervisionò al posto della sorella la pubblicazione degli ultimi suoi romanzi.
Vi sono degli elementi costanti nei suoi romanzi, ovvero: famiglia, eventi sociali (balli, cene, cerimonia del té), matrimonio, condizioni economiche, indipendenza femminile, sentimenti, decoro, incomprensioni, ostacoli, pregiudizi sociali. I suoi personaggi sono i membri della borghesia di campagna, così legati ai propri pettegolezzi ed abituati a conoscere sempre tutto di tutti, che entrano in uno stato di euforia ogni qual volta accada un evento diverso dalla loro quotidianità.
L’autrice conosce gli animi dei suoi personaggi, leggendoli come dei libri, raccontando i loro sentimenti e le loro emozioni. Si tratta di donne che a causa della società non possono ottenere la propria indipendenza, ma possono solo affidarsi ad una figura maschile, e che dunque devono sposarsi per ottenere l'emancipazione.
Jane Austen segna il confine nella letteratura inglese, poiché gli eventi da lei raccontati non sono sensazionalistici, ma sono eventi comuni e realistici, creando personaggi veri che svelano la vera natura della quotidianità mostrando la sfera domestica, ma non solo. I suoi romanzi raccontano le storie di donne forti e indipendenti alla ricerca di loro stesse, che al contempo fanno esperienze e conoscono colui che diventerà, dopo una serie di avvenimenti, il loro futuro marito.
Jane Austen può essere considerata un modello nella letteratura, che ispirò anche autori a lei successivi quali Virginia Woolf.
La memoria di Jane Austen non si è dissipata nel tempo, ma anzi è diventata sempre maggiore, sia grazie ai suoi libri diventati ad oggi classici della letteratura mondiale, per i loro valori quali la costante ricerca della felicità, l’emancipazione femminile e l’importanza dell’autenticità; sia grazie ai festival in sua memoria quale il Jane Austen Festival e tutta una serie di associazioni atte a portare aventi lo studio delle opere dell’autrice inglese, come la Jane Austen Society of Italy (JASIT). Il Jane Austen Festival si tiene ogni anno (quest’anno si terrà il 12 settembre) e comprende un viaggio in Inghilterra attraverso i luoghi iconici dove la Austen ha vissuto e ambientato gli eventi narrati nel romanzo, dove tutti i membri del tour indossano abiti in perfetto stile Regency.
Per chi sia interessato può leggere sotto l’articolo ciò che scrisse Virginia Woolf, sul come ci si sente quando si leggono i libri della Austen.
Immediatamente si aguzzano i nostri sensi; ci pervade quella speciale intensità che soltanto lei sa infondere. Ma di che cosa è fatto tutto ciò?
JA domina emozioni assai più profonde di quanto si offrano a prima vista. Ci incita ad aggiungere ciò che manca. Ciò che lei ci offre è apparentemente una banalità, tuttavia composta di elementi che si espandono nell’immaginazione del lettore e investono di durevole vita quelle scene che esternamente sembrano così insignificanti .
L’enfasi viene sempre posta sul carattere. Ella fa sì che ci domandiamo: come si comporterà Emma […]?
I giri e le svolte del dialogo ci tengono continuamente all’erta. La nostra attenzione si rivolge per metà al momento presente, per metà al futuro. E quando alla fine Emma si comporta in modo da soddisfare le nostre maggiori speranze, siamo commossi, come se fossimo stati spettatori di una vicenda di suprema importanza. Uno dopo l’altro, ella crea i suoi buffoni, i suoi pedanti, i suoi mondani […]. Nascono avvolti nel colpo di frusta di una frase che, all’atto di circoscriverli, ritaglia per sempre la loro sagoma.
Mai un romanziere ha saputo usare a questo modo il suo senso impeccabile dei valori umani.
L’equilibrio delle sue doti letterarie era singolarmente perfetto. Tra i romanzi che riuscì a portare a termine, non ce n’è uno che sia fallito.