Recensione: Assassinio sul Nilo

La nuova versione cinematografica di “Assassinio sul Nilo”, romanzo di Agatha Christie, ha riportato l’attenzione su uno dei romanzi più amati e coinvolgenti della scrittrice inglese proprio perché, anche in questo libro, l’autrice stupisce ancora una volta regalando suspence e colpi di scena a non finire. Il romanzo, pubblicato anche con il titolo di “Poirot sul Nilo", fu scritto nel 1934 ma pubblicato solo successivamente l’1 Novembre 1937 e appartiene a una trilogia che comprende anche “La Domatrice” (1938) e “Non c’è più scampo” (1936).

Trama

La bella e giovane nobildonna inglese Linnet Ridgeway e il marito Simon Doyle scelgono come destinazione per la sua luna di miele, con il marito Simon Doyle, l’Egitto e, più in particolare, un tour del Nilo sul battello Karnak: lo stesso viaggio che intraprende anche l’ispettore Hercule Poirot, in vacanza dopo dopo aver risolto alcuni casi complicati che lo hanno particolarmente provato.

La neo coppia, al suo arrivo all’hotel, si trova davanti la signorina Jacqueline de Bellefort, ex-migliore amica di Linnet, colei che Simon aveva inaspettatamente lasciato per quest’ultima, poco tempo prima di sposarsi. L’evento però non li sorprende, anzi, li spaventa poiché è da quando. I due chiedono quindi a Poirot di parlarle; lui, anche se contrariato perché vorrebbe godersi la vacanza, ci prova ma non ottiene nulla, anzi: lei è ancora più convinta di volersi riprendere Simon.

Quando il battello salpa, Poirot inizia a fare la conoscenza di tutti gli ospiti, anche se la sua fama ormai lo precede, ma stringe amicizia in particolare con la Signora Allerton e suo figlio, cercando di tenere sott’occhio al contempo anche la signorina de Bellefort. Sul battello incontra anche il suo vecchio amico, il colonnello Race, che lo informa di essere a caccia del terzo membro di una banda di rapinatori.

Una sera Jacqueline in un impeto d’ira e disperazione spara a Simon ferendolo a una gamba sotto gli occhi di altri due passeggeri. Simon viene subito nella cabina di un medico mentre Jacqueline viene subito portata nella sua cabina, sedata e sorvegliata.  Nella stessa notte accadono altri fatti insoliti: Linnet Doyle viene uccisa e la sua collana di perle viene rubata. Poirot e il colonnello Race iniziano subito ad investigare sull’accaduto anche se i vari indizi li portano ogni volta su una pista diversa e quindi ad un sospettato differente, finché il famosissimo istinto dell’investigatore Poirot può, così, svelare chi è il colpevole.

Recensione

Il libro ottenne un grandissimo successo quando uscì all’epoca e tutt’oggi viene considerato come uno dei migliori libri gialli mai scritti.

Leggendolo sembra veramente di trovarsi sul Karnak, come se fossimo dei silenziosi spettatori durante il corso della storia, grazie principalmente alle descrizioni dei magnifici paesaggi dell’Egitto, rapiti ad ogni pagina da questa aria di mistero ma anche di tumulto enigmatico.

I personaggi sono tutti accuratamente descritti e le loro storie talmente complesse da lasciare il lettore sempre più indeciso sull’identità dell’assassino. Due personaggi che si mettono in luce come due personaggi molto ironici lungo tutto il corso della storia sono la Signora Allerton e la Signora Otterbourne, dall’inizio alla fine della storia. Le abilità dell’autrice escono anche nella costruzione di un personaggio particolarmente irritante come quello di James Ferguson ma soprattutto nella caratterizzazione dello stesso Poirot, il brillante investigatore, che appare perfettamente incalzare il ruolo.

Consiglierei sicuramente questo libro a chi ama i gialli ambientati nei luoghi di villeggiatura e che coinvolgono sia la media che l’alta società ma, soprattutto, a chi ama contorcersi un po’ la mente tra sotterfugi e drammatiche morti.



Aurora Pellizzon  3LC