Senza elogio e senza lode, Il Gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio fa il suo. Era all’uscita ed è tutt’ora un semplice film, di come se ne vedono molti altri dalle solite case cinematografiche americane in questo periodo.
Questo è quello che direi se fossi PAZZO!!
In questa recensione non ci saranno spoiler e se non avete ancora recuperato la pellicola, vi esortiamo caldamente a rimediare, prima che scompaia definitivamente dalle sale italiane.
Il film è in evidente distacco dal resto della serie di Shrek, di cui è spin-off, ma mantiene lo spirito innovativo ed ironico che ci ha fatto innamorare di Shrek (più o meno letteralmente) sin dalla prima visione.
Il sopracitato distacco si nota senza difficoltà nei tempi, temi e stile grafico, tutti unici nella saga più amata dal mondo intero: il film è frenetico, con ogni singolo momento su schermo fondamentale nella storia ma che, nonostante l’ammirabile velocità ottenuta dall’ottimo uso del genere avventura/road trip, non manca di momenti aspri e lenti, pacati e riflessivi sui temi complessi che tratta.
La morte del Gatto con gli Stivali (che abbrevieremo in GS, da non confondere con Geronimo Stilton) grava incredibilmente sull’eroe che, ora rimasto con un’unica vita, teme di non essere in grado di rispettare le aspettative impostegli dalla società, e da se stesso in primis: questo porta l’eroe a temere in maniera sfrenata la morte e la “fine della leggenda”, paura ulteriormente alimentata dal figuro apparentemente invincibile che cerca GS per la taglia sulla sua testa.
Paura della morte, abbandono, attacchi di panico, famiglia, genocidio e abruzzesi sono solo alcuni dei temi di cui parla il film, semplificandoli ma non ridicolizzandoli, inviando un messaggio chiaro e positivo per ognuno di questi argomenti (tranne gli abruzzesi) a tutti gli spettatori in sala.
Inoltre non è da ignorare lo stile grafico, svecchiato dalla “ricerca del realistico” alla quale puntavano tutti i precedenti film della saga e evidentemente figlio della rivoluzione iniziata da Spiderverse (ricordiamo a tutti i lettori che questo 2/6 esce il sequel al cinema). Incredibilmente stilizzato e pieno di cuore, ogni frame del film è un quadro a sé. Riprende lo stile a fumetto di Spiderverse ma lo adatta all’universo “medioevale” di Shrek usando ampie pennellate per colorare, ma dettagli come le inquadrature tipiche dei fumetti e i frame ridotti durante le scene di combattimento restano, e contribuiscono a rendere questo stratopico film uno dei migliori del 2022, candidato all’Oscar per l’animazione (vinto infine da Pinocchio di Del Toro).
Voto: 10 pizze con gorgonzola, sopressa e patatine fritte.
Tiziano Tiso - 5D