Historia magistra vitae

Porta chiusa all'odio e all'intolleranza

La frase “per non dimenticare” viene a volte presa sotto gamba o comunque si tende a minimizzare il suo reale significato. La nostra scuola si è impegnata affinché questa frase abbia un grande valore, insistendo sull'importanza che il ricordo del passato impedisca di sbagliare nel presente.

In occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria gli studenti della 3^E, guidati dall'insegnante di Lettere Maria Biscarini, con il fondamentale aiuto dell'operatrice Silvia Vergari, si sono impegnati per la realizzazione di una porta che potesse rispecchiare le vite degli ebrei nei campi di concentramento. La classe è stata aiutata da due preziosi collaboratori: Caterina Capoccia, della classe 1^B e Nicolò Trampolini della classe 2^B, insieme all'operatrice Michela Baldoni. 

La porta è stata realizzata nella mattina del 27 gennaio, ma pensata e ideata nella settimana precedente. Tutta la classe, utilizzando solamente carta, tempera e pennarelli, l'ha realizzata impegnandosi e sfruttando la propria creatività.  Questa porta rappresenta una forte immagine concettuale, che ha lo scopo di non dimenticare: dimenticare ciò che è accaduto per non farlo ripetere, dimenticare le morti di migliaia di persone innocenti. I colori della porta sono spenti per ricordare la morte di ogni vittima nei campi, il disegno rappresenta il filo spinato, come simbolo di dolore e prigionia, e le mani come simbolo di libertà. 

Intervistati dalla redazione, i giovani artisti ci hanno lasciato con una frase molto significativa di Anna Frank: “quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.

Elisabetta Anna Iodice, Cristian Palazzetti, 3^D