Non cadiamo nella rete!

Incontro in classe con la Polizia Postale e delle Comunicazioni


Mercoledì 26 gennaio 2022, nella nostra classe, la 1^D, sono intervenuti due poliziotti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia per spiegarci il rischio che troviamo nel mondo virtuale del web.

Dopo un primo  momento di soggezione (non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte due poliziotti in divisa in classe!!!), ci siamo rilassati e abbiamo iniziato a fare quello che ci piace di più: alzare la mano e tempestarli di domande…

Sapete di che si occupa la Polizia Postale e delle Comunicazioni? Ora che lo sappiamo ve lo possiamo dire: è un reparto speciale della Polizia di Stato che si occupa dei reati che si verificano con i mezzi di comunicazione, in particolare con internet. Sono esperti di informatica e per loro il web non ha segreti! Ci proteggono in caso di cyberbullismo, cyberterrorismo (hacker, virus ecc.), dalle truffe online (di soldi ma anche di identità), dalla pedopornografia e molto altro. Insomma, sono come dei supereroi del web!

Ci hanno subito spiegato che in realtà noi non abbiamo l’età per possedere un telefono, né tantomeno gli account social; quindi la responsabilità più grande ce l'hanno i genitori, che a volte consegnano dei cellulari a bambini di 6 anni o che magari (non tutti per fortuna!) non controllano cosa fanno i propri figli con l'”arma” che gli hanno messo in mano.

Abbiamo subito pensato che un incontro con i due poliziotti farebbe bene anche ai genitori…

Gli agenti hanno risposto gentilmente e pazientemente alle nostre domande, dalle più serie alle più frivole, poi si sono concentrati sul tema della privacy. Ci hanno spiegato che, a causa della DaD, è cambiato il modo di fare scuola: l’uso di dispositivi, piattaforme, Classroom, videoconferenze e chi più ne ha più ne metta ha messo molto a rischio la privacy delle persone, perché tutto quello che prima conservavi magari in un quaderno o in un registro, ora si trova sul web, alla portata di tutti. Quindi ci siamo resi conto di quanto siano importanti le password e le credenziali, come quelle per accedere ai nostri account. Sapete, le password sono come le chiavi per aprire le porte: fatevi queste domande.

Le vorreste mai avere uguali a quelle degli altri?

Le lascereste mai incustodite?

Le rubereste mai per entrare in casa di qualcuno, anche solo per guardare?

La risposta è no, vero? Password e credenziali sono preziose come le chiavi di casa vostra. 

Se comunicate una password agli altri, anche se vi fidate, gli date libero accesso a ciò che avete di più personale. 

Se non generate una password sicura, è come se lasciaste la porta di casa aperta. 

Infine, se vi impossessate della password di qualcuno e, magari per gioco, entrate nel suo account, cioè a “ casa” sua, sappiate che state commettendo un reato. Sì, un reato vero…e anche molto grave. 

Quindi occhio amici, con le password non si scherza!

I due poliziotti ci hanno poi parlato del cyberbullismo. Con i loro racconti e con dei video, ci hanno dimostrato che spesso le parole sono più pesanti di uno schiaffo. Ci siamo resi conto che nei social, nelle chat, magari quella di classe, siamo superficiali e ci dimentichiamo che dietro allo schermo ci sono delle persone vere, che possono essere ferite da quello che scriviamo o postiamo. In fondo basterebbe pensare questo:

Se avessi di fronte questa persona, le direi lo stesso ciò che sto per scrivere?

Ciò che sto per postare, serve a migliorare la situazione o la peggiora?

Come mi sentirei se lo facessero a me?

Mi rendo conto che ciò che sto per scrivere o postare non potrà mai più essere cancellato?

Ecco, se la risposta a queste domande è NO, bisogna assolutamente fermarsi e contare almeno fino a 20 (forse anche 100!!!).

Gli agenti ci hanno mostrato un video che ci ha molto colpiti: è la storia di Carolina Picchio, una ragazza che, a causa del cyberbullismo, si è tolta la vita perché non sopportava la vergogna di ciò che era successo. Ma lei non aveva colpa di niente! Vi lasciamo il link al video. Guardatelo, probabilmente rimarrete in silenzio alla fine, così come è successo a noi…

Oltre a quello relativo alla storia di  Carolina Picchio, ci hanno fatto vedere il video di una ragazza che aveva pubblicato su un social una sua foto spiritosa e sorridente; nel video in realtà la foto appariva appesa sulla bacheca della scuola e le persone ne prendevano sempre una e se la portavano via: le foto non finivano mai! E lei era disperata. Abbiamo capito che pubblicare una foto sui social è come appenderla alla bacheca della scuola, anzi, è peggio, perché nei social non si può cancellare. Infatti alla fine del video la ragazza cercava di togliere la foto, ma non ci riusciva e quindi si è arresa. Il video si conclude con una persona adulta che si prende una foto della ragazza di nascosto, magari con brutte intenzioni. 

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I due poliziotti hanno poi trattato l’argomento delle truffe. Attenzione a non comunicare MAI i propri dati nel web se la richiesta ci sembra sospetta. Anche quando stiamo giocando ai nostri giochi preferiti, stiamo attenti, perché non sappiamo chi abbiamo “di fronte”; a volte non sono nostri coetanei o amici, ma adulti che vogliono carpire i nostri dati personali o peggio…Purtroppo ogni volta che entriamo in internet lasciamo delle tracce. Non ne siete convinti? Guardate questo video e probabilmente rimarrete scioccati come noi.

Il presunto “mago” indovina tutto della vita delle persone. Addirittura scopre dove abitano, il numero di telefono, quello della banca, i nomi dei familiari, ecc. In realtà non c’è niente di magico; questo signore è aiutato da degli esperti informatici che entrano nei profili social per trovare le informazioni che tutti noi lasciamo inconsapevolmente. Dal video abbiamo capito che nei social non bisogna pubblicare informazioni personali: mai indirizzi, numeri di telefono o dire dove ci troviamo.

I due poliziotti sono stati molto educati e gentili. Alla fine dell’incontro si sono fatti fotografare con noi! Ci hanno detto che se dovessimo aver bisogno di aiuto, possiamo fidarci di loro e denunciare.  Ci hanno fatto capire che i social, i telefoni e internet in generale possono essere un vantaggio, ma se non li usiamo bene possono diventare un pericolo.  Ci hanno rivelato che ogni giorno si presentano da loro genitori con figli della nostra età a cui sono successe varie esperienze: furto dell’identità, adescamento, furto di soldi, Questo ci fa capire che la rete è davvero un pericolo e che è facile rimanere intrappolati.

Quindi, cari amici, state attenti. Se vi dovesse succedere qualcosa di sospetto o se qualcuno vi sta facendo del male tramite il web, non aspettate, raccontate subito tutto alle persone di cui vi fidate di più:  la vostra famiglia, gli insegnanti, gli amici. Ci penseranno i nostri supereroi, la Polizia Postale, ad aiutarvi.

Non cadiamo nella rete!

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Focus 

Carolina Picchio

Carolina Picchio era una ragazza di soli 14 anni quando è diventata la più "famosa" vittima di cyberbullismo. Ella si trovava a una festa e aveva bevuto troppo; alcuni dei suoi amici le avevano fatto un video poco simpatico, per poi postarlo sui social senza la sua autorizzazione. Carolina è svenuta e solo dopo i suoi amici hanno capito che era grave, quindi hanno chiamato il padre, che l'ha riportata a casa. Il giorno dopo si è svegliata e ha trovato una brutta sorpresa: i suoi "amici" avevano postato il suo video sui social e i commenti erano coperti di insulti. Il video era diventato virale e lei, dalla vergogna, non voleva più uscire di casa. Non essendoci leggi che la tutelavano per quello che stava succedendo, si è tenuta tutto dentro, soffrendo e pensando che non ci fosse una via di uscita. Quindi una notte, il 5 gennaio del 2013, si è tolta la vita buttandosi dal balcone della sua cameretta. Prima di suicidarsi, ha lasciato scritto questo: "Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno".

Focus 

La legge 71 contro il Cyberbullismo

Gli agenti della Polizia Postale ci hanno parlato della Legge 71. Questa legge, che ha un titolo importante, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, si occupa delle regole a tutela dei minori per il rischio del fenomeno del Cyberbullismo. Si tratta della prima legge in assoluto su questo argomento.

Redatta il 29 maggio 2017, è entrata in vigore il 18 giugno 2017 . L'ha voluta Elena Ferraro, Senatrice della Repubblica Italiana ed ex insegnante di Carolina Picchio, una ragazza vittima di cyberbullismo che si è suicidata nel 2013.

Il cyberbullismo meritava una legge: è un insieme di insulti pesanti attraverso il mondo virtuale, il cui obiettivo è creare dei danni, soprattutto a ragazzi e ragazze più fragili e sensibili, incapaci di difendersi o tenere dentro cose troppo grandi. Tanto grandi e dolorose che a volte portano al suicidio.

Grazie a questa legge le vittime di cyberbullismo possono trovare protezione e giustizia. Nessuno dovrà più sentirsi abbandonato.

La Legge 71 coinvolge anche la scuola, infatti in ogni scuola deve essere presente un insegnante che svolge il ruolo di referente per il cyberbullismo.

Il servizio è stato realizzato da Maria Luiza Ignat, Nicole Fettucciari, Daniele Spaccini, Martina Bellavita, Matilde Malorgio, Viola Paradisi, classe 1^D