Oggi a scuola...

Chapeau, caro Prof! 

Il meglio deve ancora venire!!!

27 giugno 2021

Alla fine il momento è arrivato. Il prof. Marco Casavecchia, mitico insegnante di Matematica e Scienze della Scuola secondaria di I grado “Dante Alighieri”, ha raggiunto meritatamente il traguardo del pensionamento. Venerdì 25 giugno, a scuola, grande gioia e festeggiamenti per una carriera strepitosa; ma anche molta tristezza da parte di chi ha avuto modo di conoscere e apprezzare il prof per le sue innegabili doti umane e professionali. La redazione del giornale scolastico #traibanchidiscuola dedica al prof. Casavecchia questa lunga pagina, per ricordare una giornata speciale tramite immagini, video e dediche: la festa di pensionamento del 25 giugno, il saluto della 3^D alla cena di classe, l'intervista fatta al prof dai redattori della classe 3^D nel mese di maggio.

Le ristrettezze dovute al Covid 19 non hanno permesso un festeggiamento “in pompa magna”, ma è bastato poco perché si creasse un’atmosfera piacevole e confidenziale: Prosecco per brindare, abbracci “virtuali”, sorrisi e qualche lacrima…Lacrime di commozione da parte del prof per le dimostrazioni di stima e di affetto ricevute; lacrime di dispiacere da parte di qualche collega per un’assenza che si farà sentire. Già, perché Marco è stato “molto di più”. Più di un insegnante per i suoi alunni; più di un collega per molti di noi… quei “più” che fanno la differenza.

Eh sì, caro Prof per molti hai davvero fatto la differenza. Come sa bene la sottoscritta, tua “storica” collega della sezione D. Amare il proprio lavoro è già una fortuna. Svolgerlo giorno per giorno a fianco di chi è in perfetta sintonia con te di idee e obiettivi è un privilegio raro. Per questo, caro Marco, mi sento di dirti, dal più profondo del cuore, “grazie!”, un grazie in cui è racchiusa un’infinità di ricordi.

Ti auguro, e ti auguriamo tutti, di vivere questa nuova fase della tua vita con la serenità che meriti. La Scuola ti ringrazia e ti aspetta, per continuare il viaggio…  Ad maiora, semper!

Annalisa Materazzi

 Carosello di immagini della festa di pensionamento

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Il video con il messaggio letto da Antonella Ubaldi, da parte dell'Allegra Brigata dell'Istituto Comprensivo Perugia 7

La classe 3^D ringrazia il suo Prof :"La matematica non è il nostro forte, ma forte è il bene che proviamo per lei"

Foto ricordo con la classe 3^D, le colleghe Annalisa Materazzi e Sara Amicucci e il collega Pasquale Morsilli, in occasione della cena di classe

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Video con la dedica degli alunni della 3^D al prof. Casavecchia

Intervista al prof. Marco Casavecchia



1)      A che età ha iniziato a insegnare?

Ho iniziato a insegnare appena laureato, avevo 25 anni. Era il gennaio del 1980.

 

2)      Ha sempre voluto fare il professore?

Sì, perché mio padre faceva il maestro elementare e quindi in casa si respirava aria di insegnamento. E’ stata una passione nata fin da subito.

 

3)      Quanto è cambiata la scuola da quando ha iniziato ad insegnare fino ad oggi?

Non so cosa c’è nel futuro. Posso dire che nel passato si respirava un’aria diversa, erano diversi i tempi, anche perché c'era molta più attenzione alle esigenze dei ragazzi, si faceva teatro, c’era possibilità di frequentarci, perché non c’era il problema del Covid. Nel futuro penso che la scuola sarà sempre più orientata alla tecnologia e spero che non sarà troppo invasiva perché poi si rischia di perdere il rapporto umano tra studenti e professore. Un’evoluzione naturale di una scuola che ha anche altre esigenze. Mi auguro un futuro positivo.

 

4)      In quante scuole ha insegnato?

Ho insegnato in qualche decina di scuole. In più di 40 anni di carriera, ho girato un po’ tutta l’Umbria: da Città di Castello fino ad Assisi, a Bettona, a Ponte San Giovanni, a Perugia, a Città della Pieve. I periodi più lunghi sono stati a Città della Pieve e San Sisto.

 

5)      Ha sempre insegnato alle medie?

Sì, ho sempre insegnato alle scuole medie prima e alla secondaria di primo grado adesso.

 

6)      Perché ha scelto la nostra scuola?

Ho scelto la nostra scuola perché, dopo tanti anni che insegnavo a Città della Pieve, le cose erano cambiate, era cambiato il clima che si respirava. Ho deciso di venire qui, perché conoscevo altri docenti con i quali avevo già lavorato. Sapevo che questa è una scuola stimolante e dove potevo portare la mia esperienza. Inoltre è anche vicina a casa.

7)      Quanto è cambiata la scuola da quando ha iniziato ad insegnare fino ad oggi?

Più che la scuola sono cambiate le famiglie e i ragazzi. In quarant’anni le generazioni sono cambiate. Adesso nelle scuole accadono degli episodi che sono abbastanza inquietanti. Tanti anni fa nessuno si sognava di contestare un esito di un esame o un voto, si dava più credito agli insegnanti. Oggi, invece, c’è clima di maggiore insicurezza. Una volta a scuola si stava fino al pomeriggio, si facevano attività diverse, una progettualità diversa. Oggi questi spazi non ci sono più, perché hanno ridotto gli orari e i programmi. Quindi è una scuola più facile da frequentare di quella di tanti anni fa, che puntava più sui contenuti ma era più formativa. Secondo me i ragazzi uscivano più preparati. Oggi si fanno tante cose, tanti progetti, si sta dietro a tanti aspetti, però non si riescono ad ottenere i risultati che, ad esempio ottenevo quando insegnavo a Città della Pieve. Evidentemente la società cambia: c’erano meno distrazioni. I telefoni cellulari non c’erano. I ragazzi cambiano e i risultati che ottieni spesso non sono di pari livello.

 

8)      Cosa pensa della D.A.D.?

Ci trovavamo di fronte a un fiume da guadare con una corrente molto forte.

Le alternative erano: rimanere sulla sponda o andare dall’altra parte utilizzando un tronco. Abbiamo utilizzato il tronco e siamo andati dall’altra parte della riva, ma era un tronco non una barca; tra non fare nulla e fare qualcosa abbiamo fatto qualcosa. Per me la D.A.D. è troppo tecnologica, si perde il rapporto umano.

La tecnologia deve essere uno strumento di supporto e di aiuto, invece purtroppo in questi casi la D.A.D. ha sostituito la didattica in presenza, che è un’altra cosa. Con la didattica a distanza non c’è stata la possibilità di raggiungere tutti. In alcuni casi, chi non è riuscito ad avere un supporto maggiore dalle famiglia, in difficoltà anche economiche, non ha raggiunto risultati positivi.

 


9)      Preferisce la D.A.D. o tifare per la Ternana?

Della serie “chi butti giù dalla torre?”. In questi casi distruggo la torre! Beh, tifare la Ternana: mai, nemmeno sotto tortura, quindi per forza la D.A.D.!

 

10)      A cosa pensa quando corregge una verifica insufficiente?

           Penso a quanto non sono stato io capace ad aiutare il ragazzo   che non ha ottenuto la sufficienza. Prima cerco di capire se ho   sbagliato 

qualcosa, del motivo per cui non sono arrivato a comunicare il messaggio. Naturalmente non tutte le volte è colpa del professore, ma mi metto sempre in discussione. Penso a cosa ho fatto io per aiutarlo e, se capisco di aver fatto tutto il possibile, forse le cause vanno cercate da un’altra parte.

 

11)      Quali sono i momenti in cui non vorrebbe essere professore?

Durante le riunioni e i consigli di classe. Non “digerisco” l’aspetto istituzionale, l’aspetto formale, l’aspetto burocratico.

Passerei le intere giornate a stare con i ragazzi, a spiegare , a fare esercizi e a divertirmi; ma purtroppo non c’è solo questo.

 

12)      Com’è il suo rapporto con gli alunni?

Bisognerebbe domandarlo agli alunni.

Penso positivo. Ho ancora la sensazione di aver dato parecchio ai ragazzi. Mi sento con ex alunni che adesso hanno 40-50 anni. Ho avuto figli di ex alunni. Durante la lezione cerco di creare momenti divertenti, magari ironizzando e facendo qualche battuta, per vivere la lezione in modo più sereno.

 

13)      Com’è il suo rapporto con gli altri docenti?

Rapporto buono, non ho mai avuto problemi con i colleghi. Da giovane cercavo una collaborazione per imparare, mentre adesso mi intrattengo con gli insegnanti più giovani per dargli qualche suggerimento. Considero gli insegnanti di questa scuola come una grande famiglia, ci sono momenti in cui si discute come in tutte le famiglie. Credo che l’esperienza teatrale è servita per sviluppare empatia e autostima.

 

14)      Cosa le mancherà della scuola?

Gli alunni, i ragazzi fondamentalmente.

 

15)      Cosa cambierebbe della nostra scuola?

E’ una struttura ben fatta, sicura e molto luminosa, però quando è molto caldo non si riesce a lavorare molto bene, perché le aule diventano molto calde, nonostante le tende presenti in ognuna di esse. Inoltre tornerei anche ad avere più ore per permettere agli alunni di fare attività pomeridiane, anche se in questo periodo per via del Covid non si possono fare.

 

16)      Se potesse esprimere tre desideri, quali sarebbero?

           Egoisticamente parlando mi piacerebbe tornare indietro di         qualche decina di anni e togliermi qualche peso. Poi, anche se un po’ banale, 

se avessi la bacchetta magica cercherei di eliminare la stupidità umana, perché la stupidità umana è la cosa che mi infastidisce di più insieme alla superficialità e l’arroganza delle persone che non sanno nulla e pretendono di impartire lezioni agli altri. Infine vorrei un po’ di serenità per dedicarmi alle mie passioni e per imparare bene a suonare la chitarra.

 

17)      Cosa ha pensato quando le è arrivata la lettera di pensionamento?

Nulla, perché quello che ho pensato l’ho pensato quando io ho fatto la domanda di pensionamento. Non sono arrivato al termine, cioè al 67° anno di età, per cui sarei stato collocato a riposo. Ho preso la decisione di lasciare un anno prima, perché sento che sono un po’ affaticato e anche perché la scuola sta cambiando e sta prendendo una direzione che a me non piace molto. Siamo troppo legati alla burocrazia. C’è tutto un aspetto amministrativa che è necessario, ma che mi pesa un po’ di più. Una volta la scuola era più “leggera” per certi aspetti.

 

18)      Quanto cambierà la sua vita quando andrà in pensione?

Io ho degli interessi come quelli del calcio, con amici che ogni tanto mi chiamano in trasmissione, della chitarra che ogni tanto strimpello un po’, della famiglia che sicuramente dovrò curare di più, perché trascurata ultimamente per vari motivi e riguarderò la mia salute perché ho qualche “acciacchetto”. Mi mancherà la quotidianità sicuramente. Però è una scelta ponderata.

Spero di potermi dedicare a fare qualche passeggiate con mia moglie, la spesa insieme e fare le cose più semplici che magari mi faranno recuperare la dimensione della vita di tutti i giorni, oltre a praticare tutti gli interessi detti in precedenza.

19)      Si descriva con tre aggettivi

Penso di essere nel mio lavoro serio, responsabile e attaccato al senso del dovere. Riconosco di essere brontolone, qualche volta polemico e non mi sta mai bene niente, anche se col tempo sono un po’ migliorato. Penso di essere disponibile, perché quando qualcuno mi chiede di fare qualcosa se posso lo faccio molto volentieri.

 

20)      Ci dica tre difetti di se stesso

Come detto prima penso di essere brontolone, un po’ anarchico. A volte non sono molto tollerante nel senso che non riesco a contare fino a dieci, quindi sono impulsivo. Delle volte sono un po’ troppo esigente con gli altri, perché lo sono con me stesso.

21)      Quali sono le sue passioni?

Io amo il calcio e lo vedo a tutti i livelli, a partire dalla partitella di serie inferiore fino al calcio inglese, se posso. Mi piace tutta la musica bella e colta che non sia né commerciale né dozzinale e la musica classica e gli autori italiani, infine anche un certo tipo di Rock e Jazz. Poi provo a strimpellare qualche vecchia canzone con la mia chitarra. Mi piace guardare documentari di Storia, perché alle superiori non ho mai avuto la possibilità di studiare bene la storia e l’ho riscoperta con Antonella Ubaldi e con le sue lezioni.

 

22)      Pensa che si esibirà mai per gli alunni con la sua chitarra?

In passato mi sono esibito e a dirla tutta ho anche messo su Facebook qualche pezzettino, però non sono così bravo da poter esibirmi perché io strimpello, mi diverto, il che è diverso dal suonare anche perché non sono accompagnato da una bella voce.

 

23)      Quali sono gli errori più buffi che ha visto o sentito nella sua attività di docente?

Per quanto riguarda l’aritmetica e la geometria bisognerebbe scrivere un trattato, perché più che errori sono orrori e ce ne sono tanti, che vanno dal fare grossolani errori di calcolo, che sono i più frequenti, fino a errori molto più buffi. Per esempio, un vostro compagno mi ha mandato un’equazione di secondo grado parametrica durante la didattica a distanza (argomento che non avevo svolto), mentre a scienze me ne sono capitati altrettanti molto buffi. Per esempio, recentemente, durante una lezione sull’orecchio interno, dove c’è la coclea (dal latino che vuol dire chiocciola), domandando ad un alunno come fosse l’orecchio interno, lui ha detto che “c’è la chioccia” e io ironicamente ho risposo “ e dall’altra parte ci sono i pulcini”. Sempre recentemente, parlando dei mari sulla luna, ho chiesto se questi sono veramente mari e un alunno mi ha risposto che “no, non sono dei mari, sono della pozzanghere”. Ma ce ne sarebbero tanti altri, peccato non averli raccolti tutti.

 

24)      Weekend o fine settimana?

Fine settimana.

 

25)      Lockdown o isolamento?

Sarebbe meglio usare “isolamento”, però se dici isolamento non capiscono nessuna e allora mi tocca dire lockdown.

 

26)      Device o dispositivo?

Io uso dispositivo, perché, ogni volta che mia moglie legge “device” mi chiede puntualmente: “cosa sono i device?” e allora io le dico che se avessero scritto dispositivo avrebbe capito.

 

27)       Selfie o autoscatto?

Purtroppo “selfie”, perché se dico “autoscatto” nessuno capisce e poi non è la giusta traduzione di selfie, il quale significa auto fotografia, mentre autoscatto indica una azione che si faceva anche prima mettendo la macchina fotografica sopra un qualche support; mettevi autoscatto, ti mettevi davanti alla fotocamera e scattava la foto. Ci sono alcune parole straniere che sei costretto a usare tuo malgrado, perché molte persone non conoscono l’equivalente in italiano. Ci sono termini italiani belli, che non usiamo, perché siamo convinti che un termine straniero ha un fascino diverso.

 

28)      Dopo questa intervista vorrebbe rimanere un altro anno?

Credo che l’unica cosa sana della scuola siano i ragazzi. Non rimpiangerò di aver preso questa decisione. Forse, se la scuola fosse solo con i ragazzi, rimarrei, ma il resto “pesa”.

Sarò sempre a disposizione degli alunni.

Battaglini Linda, Iodice Gabriele Antonio, Panzetta Sara, 3^D

Telefonino, sei un tesoro!

della classe 1^E

9 giugno 2021

Ai redattori della classe 1^E che collaborano al giornalino scolastico, è arrivato un messaggio da parte di una speciale sezione dei rifiuti tecnologici: i cellulari. Infatti nelle diverse fasi del progetto RAEE questi dispositivi hanno percepito il particolare interesse dei ragazzi per il riciclaggio degli apparecchi micro RAEE R4 ed in particolare nei loro confronti: inseparabili, immancabili e insostituibili compagni di tante avventure in chat. I telefonini perciò chiedevano un incontro con gli studenti per chiarire alcuni aspetti fondamentali sul loro corretto smaltimento a fine carriera. L’invito è stato accolto con entusiasmo e i giovani redattori sempre alla ricerca di notizie sulle nuove prospettive del riciclaggio, che tanto contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente, si sono accordati per una visita virtuale alle isole ecologiche per raccogliere informazioni diciamo … “sul campo”.

 Ecco come è andata…

-Siete stati davvero generosi  nonostante vi vediamo così malridotti dopo il viaggio nel camion dei rifiuti a trovare le energie  per parlare con noi?

- Certo ragazzi con tutto il tempo che ci dedicate vi offriamo volentieri il modo di appagare la vostra curiosità anche perché siamo sicuri che non avete mai pensato alla nostra struttura e ai materiali dei nostri componenti.

-Infatti diciamo che a questo proposito vorremmo qualche informazione

- Vi stupisco dicendo: plastica, ferro, oro e argento?

- Davvero anche oro?

-Indubbiamente è un ottimo conduttore elettrico ed fondamentale il suo utilizzo in alcuni dispositivi elettronici.

- Non potevamo certo immaginare … Ecco perché costate così tanto!

- Infatti siamo discreti e all’esterno lasciamo apparire soltanto plastica e metalli di scarso valore ma all’interno abbiamo elementi pregiati. Voi pensate che soltanto l’oro e l’argento siano preziosi ma vi assicuriamo che per esempio il rame che serve per il cablaggio è un materiale molto ricercato e serve per produrre asciugacapelli, pezzi di automobili, cavi elettrici. Il costo ovviamente dipende anche dai sistemi operativi.

- Comunque con l’oro e l’argento recuperati dai cellulari si possono creare gioielli?

- Sicuramente questi metalli nobili sono riutilizzati in oreficeria ma abbiamo altri metalli preziosi e terre rare che vengono estratti a caro prezzo dalla crosta terrestre, inoltre purtroppo va usata particolare attenzione alle sostanze dannose dei circuiti e delle batterie che se non vengono adeguatamente elaborate costituiscono un rischio per l’uomo e per l’ambiente.

-Ci sembra che in queste isole ecologiche siate al sicuro

-Assolutamente si! Tutti i composti  vengono selezionati e debitamente trattati inoltre non abbiamo la percezione di essere in un cimitero di rifiuti ma in un luogo di rinascita dove possiamo contribuire a dar vita a nuovi apparecchi.

- Siete stati “rifiutati” perché non eravate più funzionanti o perché siete stati sostituiti con modelli più  avanzati?

- Alcuni di noi sono davvero pezzi da museo, alcuni effettivamente sono stati sostituiti per smartphone di nuova generazione mentre altri diciamo sono vittime di incidenti.

-Che significa incidenti?

- Vedete quel Samsung laggiù? E’ pieno di ammaccature e crepe per essere scivolato di mano al proprietario mentre si faceva un selfie sulla ruota panoramica al Luna Park. Il Huawei lì sotto è caduto in acqua ad un pescatore il quale, mentre stava effettuando una chiamata, ha sentito tirare la lenza perché finalmente era abboccato un pesce. Altri sono stati ritrovati in luoghi impensabili: dentro tombini, piscine, lavatrici.

- La vostra comunque è una bella vita siete un mezzo straordinario per la comunicazione.

-Attenzione! La comunicazione generalmente è un aspetto importante della vita degli umani ma non potete immaginare per quanti ragazzi incoscienti ed irresponsabili diventiamo uno strumento per “torture digitali”. I destinatari di queste prese di mira, stressati e arrabbiati, spesso reagiscono con altri insulti e provocazioni creando una catena infinita di rabbia, umiliazione e frustrazione.

- Esiste un modo efficace per affrontare queste situazioni ?

-Ecco il modo più efficace e sicuro: spegnete il cellulare e accendete il cervello!

                                                                                                                              


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Musica tra gli ulivi

25 maggio 20211

Se ci pensiamo, noi siamo circondati dai suoni, non siamo mai veramente in silenzio… Noi alunni della prima D siamo andati all’aria aperta per scoprire anche i suoni più nascosti e meno forti. 

In un mercoledì, all’ora di musica, con la professoressa di Musica Beatrice Guidi, approfittando della bella giornata di sole, siamo andati in giardino per una lezione di Educazione civica. Una volta arrivati e seduti, con molto entusiasmo e curiosità, siamo stati in silenzio ad ascoltare i suoni dell’ambiente che ci circondava, con molta attenzione e concentrazione, come fosse stata una verifica. Il nostro compito era di sentire e individuare tutti i suoni che percepivamo e trascriverli nel quaderno, facendo un piccolo schema; li abbiamo poi raggruppati, differenziandoli, in classe, in vari gruppi:

-i suoni prodotti da noi: le nostre risate, la spiegazione della prof, ecc;

- i suoni prodotti dall’ambiente che ci circonda: le auto, gli uccelli ecc.

Per riuscire a scriverli tutti, ci siamo spostati in due parti del giardino: la parte vicino al parco della materna, occupato spesso da dei bambini, e la parte dell’entrata, dove ultimamente sono usciti anche dei leprotti, molto teneri e graziosi.  La nostra lista è stata abbastanza lunga. 

Questa esperienza è stata fantastica, perché abbiamo scoperto nuovi suoni e ci siamo concentrati su di essi; è stato un progetto diverso e innovativo che ci è piaciuto molto.

#musicatragliulivi #educazionecivica #scuolaall’aperto #ilsuonodellanatura #ilsuonodellepersone #ilsilenzioeisuoisegreti #

Elisabetta Anna iodice, Rebecca Weyndam Zoungrana, 1^D

Concorso Cronisti in classe 2021

Le classi 2^A, 2^C e 2^D della nostra scuola hanno partecipato al Campionato di giornalismo indetto dal quotidiano La Nazione. Vi invitiamo a leggere la pagina di giornale realizzata dalle tre classi e, se vi piacerà, a votarla. 

Clicca sul simbolo in alto a destra per aprire in una nuova finestra

25feb-umbria-02-alighieri-perugia.pdf

Tutti in moto per smaltire i RAEE


La natura sta morendo e noi insieme a lei. Per che cosa? Per il nostro inquinamento.

Se non ricicliamo, lanciamo un pugnale alla natura… E noi siamo colpevoli di ciò...

A tale proposito, noi alunni della Scuola Dante Alighieri, insieme ai nostri professori, abbiamo partecipato a un progetto che ci ha portato a riflettere sulla pericolosità di rifiuti e apparecchiature elettroniche: i “Raee”, ovvero Rifiuti di Apparecchiature Eletriche ed Elettroniche, che funzionano tramite batterie o corrente.

Ormai con l'avanzare degli anni siamo portati ad usare sempre più apparecchi di questo tipo (cellulari, computer...ecc.) e quindi si pone il problema di come smaltirli, in quanto contengono sostanze tossiche per l’ambiente e non biodegradabili che vanno a inquinare suolo, aria e acqua. Ma come bisogna fare?

I RAEE si smaltiscono nei centri di raccolta differenziata comunali.

Essi si dividono in 5 gruppi:

R1= Freddo e Clima, per esempio i frigoriferi;

R2=Altri grandi bianchi, per esempio le lavatrici;

R3=Tv e monitor;

R4=Micro Raee, per esempio computer e cellulari;

R5=Fonti luminose, per esempio lampade che contengono gas.

Invitiamo tutti i lettori a partecipare al concorso Raee Pics, un concorso fotografico che vedrà vincitrici la/e foto che sapranno immortalare in modo originale il tema dei RAEE.

La/e foto realizzate dovranno essere inviare via mail o tramite WhatsApp ENTRO IL 15/04/2021.

Le migliori foto verranno premiate.

Per altre informazioni consultare il sito web Raee Lab https://www.gesenu.it/articolo/presentato-il-nuovo-progetto-didattico-raee-lab-alla-scoperta-dei-rifiuti-elettrici.

Elisabetta Anna Iodice, Rebecca Weindam Zoungrana, 1^D

mercoledì 16 dicembre

Election Day in classe

Alla Dante Alighieri l’educazione civica si fa “sul campo”

 

Nella nostra scuola l’educazione civica non è solo una disciplina da studiare, si fa sul campo. Come per l’elezione dei rappresentanti di classe degli studenti.

Nel mese di dicembre la classe 1^D  ha eletto i suoi rappresentanti. L’insegnante di Lettere ci ha spiegato come si svolgono le elezioni e noi abbiamo seguito lo stesso procedimento. Alcuni alunni si sono candidati, poi, il giorno delle votazioni, hanno fatto il loro discorso di fronte alla classe: discorsi preparati o improvvisati, tutti semplici, sinceri e senza false promesse. L’insegnante ci ha spiegato che non bisogna votare in base alla simpatia o perché ci viene promesso qualcosa, ma pensando a chi secondo noi può svolgere bene il ruolo di rappresentante. E così abbiamo fatto, raccogliendo i nostri bigliettini anonimi in una scatola, dopo aver espresso due preferenze. Ci è stato chiarito che i rappresenti svolgono il compito di rappresentare, appunto, la classe davanti alle istituzioni scolastiche; non hanno un potere in più rispetto agli altri compagni, sono semplicemente la loro voce.

Abbiamo assistito con trepidazione allo spoglio dei voti. Sono stati eletti Elisabetta Anna Iodice e Rolando Cardelli, oltre ai due vice-rappresentanti, Alessandro Lucarelli e Adriana Savin. La professoressa ha ringraziato tutti i candidati che, anche se non sono stati eletti, hanno comunque avuto coraggio a proporsi. A loro abbiamo dedicato un applauso, poi un altro ai due rappresentanti eletti, ai quali abbiamo fatto una foto e posto delle domande.

I: Intervistatore

E: Elisabetta

R: Rolando

I - Ti aspettavi de essere eletto\a?

E -Sì, ci speravo; sapevo che non dovevo farmi troppe illusioni, ma dovevo almeno crederci.

R - Io sinceramente non me lo aspettavo.

I - Sei felice?

E - Si sono molto felice del traguardo che ho raggiunto.

R - Sono molto felice di essere stato eletto.

I - Sei contento\a di lavorare con il\la tua\tuo collega?

E - Sinceramente sono abbastanza felice del mio compagno, ma ho così tanto entusiasmo che avrei anche potuto lavorare da sola.

R - Sì, sono contento, specialmente perché la conosco dalle elementari.

I - Cosa avresti fatto se non fossi stato\a eletto\a?

E - Mi sarei impegnata per l’anno prossimo, migliorando i miei progetti e il mio discorso; certo, mi sarebbe dispiaciuto non essere eletta.

R - Sarei stato fiero di me lo stesso e avrei ringraziato le persone che mi hanno votato.

I - Come ti comporteresti davanti al Dirigente?

E - Avrò un comportamento formale e semplice, facendo capire che il bene della classe è la priorità.

R - Mi comporterei con sicurezza, cercando di capire i bisogni della classe.

I - Perché ritieni importante svolgere il ruolo di rappresentante di classe?

E - Perché è un percorso istruttivo che insegnerà a me e a tutti, il mio collega e i vice, a non arrendersi e ad essere forte.

R - Perché sarà un’esperienza della mia vita.

I - Voi siete la voce della classe ed è un lavoro impegnativo; pensate di essere in grado di farlo?

E - Sì, sono molto fiduciosa nelle scelte che farò; anche se richiederanno tempo e concentrazione, mi impegnerò a realizzare le richieste di tutti.

R - Sì, penso di farcela; mi impegnerò al massimo cercando di fare scelte giuste e di collaborare bene con la mia collega.

I - Hai già dei progetti?

E - No, aspetto le proposte degli altri.

R - Sì, una di queste è far cambiare le mascherine che ci vengono fornite a scuola.

Non c’è che dire, i nostri rappresentanti partono con la giusta grinta. Non ci rimane che augurargli buon lavoro!

 

 Rebecca Wendiam Zoungrana, Virginia Galante, 1^D