Sondaggi e interviste

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25 marzo 2021

 “Fate sport per continuare a sognare!”. Intervista al prof. Luigi Esposito

Non è un segreto, Scienze Motorie è la materia preferita da quasi tutti gli alunni. Se poi si ha la fortuna di avere un prof preparato e coinvolgente come il nostro, allora lo è ancora di più. Nei primi mesi di scuola ci ha appassionati e fatti divertire con l'Orienteering, per noi una bellissima novità. Vi presentiamo il nostro insegnante: Luigi esposito. Sempre sorridente e disponibile, ha risposto alle nostre domande con gentilezza, facendoci capire quanto sia importante lo sport nella nostra vita. Volete conoscerlo meglio? "Tuffatevi" nella nostra intervista!

 

1) Cosa l’ha spinta a diventare un insegnante?

“Essendo un amante dello sport come esempio di vita, cerco di trasmettere alle altre persone la mia passione, sia come allenatore di atletica, sia come docente.”

 

2) Da ragazzo pensava di lavorare come insegnante?

“A dire il vero pensavo di diventare un calciatore professionista!”

 

3) Qual è il suo sport preferito?

“L’atletica leggera, poiché ogni atleta può esprimersi al meglio cercando sempre di migliorare se stesso."

 

4) Come mai ha scelto l’orienteering per i suoi allievi?

“Credo sia un’attività interdisciplinare molto valida nella disciplina che insegno perché stimola gli alunni a muoversi in autonomia ed a prendere decisioni propedeutiche all’obiettivo del gioco. Stimola inoltre ad essere consapevoli dell’ambiente nel quale ci si sta muovendo, rinforzando le capacità cognitive ed emozionali."


5) Ritiene che i suoi alunni siano soddisfatti di quello che insegna?

“Lo sport è un linguaggio che facilmente arriva a tutti tramite diversi strumenti. Uno di questi è l'esempio di vita di alcuni personaggi noti nel mondo sportivo quali Pietro Mennea, campione Olimpico dei 200 metri piani. E’ importante trasmettere questa conoscenza ai ragazzi in quanto un campione è una ricchezza anche dal punto di vista etico e morale.”


6) Quali sono glia aspetti positivi e negativi di insegnare a nove classi?

“L’aspetto positivo risiede nel riuscire a tirar fuori il meglio da ciascuno ragazzo a seconda delle diverse età e delle proprie preferenze. L’aspetto negativo, invece, sta nel fatto di avere poche ore a disposizione per mettere ognuno a proprio agio, stimolandolo a trovare il proprio percorso.”

 

7) Quali insegnamenti appresi nella sua vita le sono stati più utili?

“Sicuramente che insegnare significa inclusione. Per questo ho sostenuto corsi di specializzazione sul sostegno rivolto ai ragazzi con bisogni speciali. Ho fatto esperienze lavorative con questi alunni, trasmettendo loro l’importanza dello sport fonte di benessere psico-fisico, ma anche emotivo e cognitivo.”

 

8) E’ difficile lavorare in DAD?

“No, il problema maggiore forse era proprio per gli alunni che devono mettere in campo spirito di adattamento ed anche un pizzico di creatività al fine di svolgere correttamente la lezione.

Coinvolgere con stimoli interessanti i ragazzi è comunque avvincente.”

 

9) Quale consiglio darebbe ai suoi studenti?

“Fare sempre attività motoria! È fonte di benessere fisico e mentale; permette inoltre di fare sempre nuove conoscenze e, nello stesso tempo, ci insegna valori presenti nella vita di tutti i giorni quali porsi un obiettivo o il senso del sacrificio. Lo sport è un veicolo perfetto per continuare a sognare: porsi sempre degli obiettivi e cercare di raggiungerli permette di credere in noi stessi e nelle nostre potenzialità."

 

Adriana Savin, 1^D, Samuele Borgnini, 1^B

21 gennaio 2021

Intervista al Dirigente Scolastico

Quando la nostra insegnante ci ha comunicato “Ragazze, ho un incarico per voi: andrete a intervistare il Preside per il giornalino della scuola”, è stato “un 




 al cuore". Siamo spigliate e ce la caviamo abbastanza bene con l’italiano, ma l’idea di presentarci con carta e penna proprio di fronte a lui, Federico Ferri, il Dirigente del nostro Istituto, ci ha catapultate in uno stato di ansia totale. Alle 14.30, puntualissime, eravamo di fronte alla porta del suo ufficio, con il terrore stampato negli occhi. Non gli avevamo mai parlato di persona, quindi non sapevamo cosa aspettarci. Il Preside, la cui eleganza nel vestire ci ha subito colpite, oltre ovviamente al suo inconfondibile accento castellano, ci ha accolte molto gentilmente e ci ha fatte accomodare su delle poltroncine. Abbiamo notato alle sue spalle la bandiere italiana, il cui valore istituzionale ci ha messe ancora più in soggezione. Ma ci siamo fatte coraggio e, di fronte a un vetro in plexiglas, con i volti seminascosti dalle mascherine, abbiamo iniziato con le nostre domande.

Perché ha deciso di fare il Dirigente Scolastico?

Si diventa dirigenti per contribuire a migliorare la scuola e di conseguenza anche il quartiere al quale essa è legata, dando anche vita a nuovi progetti, come l’aula 2.0, un’importante risorsa della nostra scuola.

Che cosa bisogna fare per diventare Preside?

Per diventare Preside bisogna studiare molto; è un percorso difficile e richiede molti anni di preparazione. Io ho studiato ininterrottamente dal 2014 al 2019, facendo molti sacrifici (confermiamo, in quanto ci ha mostrato la mole di libri su cui ha studiato per l concorso!).

Qual era il suo sogno da bambino? 

Da piccolo avevo le idee chiare, volevo diventare un notaio. Crescendo si cambia, infatti ora è un lavoro che non mi piacerebbe più svolgere. Sono soddisfatto di quello che faccio.

Perché ha scelto la nostra scuola?

Ho scelto questa scuola perché era la migliore disponibile, infatti è molto ampia ed è situata in un bellissimo quartiere in via di sviluppo. Ci sono ottime strutture come la palestra e il giardino esterno. Già conoscevo questa scuola perché per alcuni anni ci ha lavorato mia moglie come insegnante. L’ho scelta anche per l’ottimo corpo docente.

Quali sono secondo lei i punti forza della nostra scuola? 

I punti di forza di questa scuola sono il corpo docente, la struttura e il quartiere.

Che cosa insegnava prima di fare il Preside? 

Ho insegnato italiano prima in una scuola di Varese per sei anni, poi all'ITIS Volta di Perugia per altri sei anni.

Come passa il suo tempo libero (se ha del tempo libero)?

Ne mio (poco) tempo libero mi piace andare a correre due o tre ore con il mio cane; sto il più possibile con la mia famiglia e amo viaggiare, soprattutto all’estero, anche se ora purtroppo non è possibile.

Quando era studente cosa pensava della scuola?

Quando ero ragazzo, come la quasi totalità degli studenti, pensavo che la scuola fosse “una palla al piede”. Inizialmente, infatti, non ero molto bravo, perché non studiavo molto… Di questo mi sono pentito, perché ho dovuto impegnarmi molto di più successivamente, quando ho capito quanto fosse importante studiare per il proprio futuro, soprattutto all’università. 

Cosa pensa di questa situazione? Scuole aperte o scuole chiuse?

Scuole aperte, perché tutti, soprattutto i docenti, hanno lavorato molto per la sicurezza della scuola, anche d’estate.

In cosa consiste il suo lavoro? Le piace?

Il mio lavoro consiste nel risolvere i problemi scolastici che a volte non ti fanno dormire la notte, però le sfide nuove ti fanno sentire vivo. Come in tutte le cose, ci sono lati negativi e positivi. Non è facile accontentare tutte le richieste e far conciliare le esigenze di tutti, così agli occhi degli altri si diventa “cattivi" o "antipatici”. Per non parlare delle responsabilità… ma è bello mettersi in gioco.

Che cosa prova quando dei ragazzi vengono mandati da lei per cattiva condotta?

È un momento molto importante, perché i ragazzi non vanno solo puniti; è fondamentale parlarci, per capire la causa di una determinata azione.

Meglio Preside o insegnante?

Ora la mia risposta è “meglio essere Preside”, perché è ciò che desideravo. Tuttavia mi manca il contatto con i ragazzi, l’aspetto più gratificante dell’essere insegnante. Entrambe le professioni  hanno lati negativi e lati positivi. Fare l’insegnante è molto bello, ma io sentivo il bisogno di cambiare.

Quali consigli si sente di dare a noi giovani per il nostro futuro?

Dovete cercare di cresce nel migliore dei modi. Sembra un consiglio scontato, ma sappiate che le persone di cui vi potete veramente fidare, perché vogliono solo il vostro bene, sono i genitori, la famiglia. Non fate mai cose di cui non siete sicuri al cento per cento; a volte anche un solo errore può condizionare per sempre la nostra vita. Vivete la vostra vita al momento!

L’intervista è durata un’oretta circa. Domanda dopo domanda, ci siamo rilassate e l’ansia se n’è andata. Il Preside ci ha messe a nostro agio, ci ha raccontato di sé, ci ha mostrato le foto del suo cane e ci ha fatto parlare di noi. A un certo punto i ruoli si sono invertiti e siamo addirittura diventate noi le intervistate! Ci ha chiesto dei nostri desideri per il futuro, dei nostri sogni; abbiamo parlato della scuola e di quanto sia bello viaggiare. Insomma, ci siamo sentite davvero una parte attiva di questa intervista. Speriamo di avervi fatto conoscere un po’ meglio il nostro Dirigente Scolastico. Per noi è stato così e gli auguriamo di procedere con il suo lavoro con competenza e determinazione, così come ha fatto finora, per il bene della nostra scuola.

Emma Bianconi, Linda Barcaroli, Sara Panzetta, 3^D