Importante


Quel giorno era un giorno importante. Kitsch e Kutsch non avevano voglia di rimanere a casa e quindi si affrettarono a uscire, e veloci scesero in strada. Oggi abbiamo un impegno importante, mormorò Kutsch, mentre proseguivano camminando di buon passo e anche Kitsch sottolineò: importante. Presero il tranvai, è importante timbrare il biglietto, disse di nuovo Kutsch grattandosi la barbetta, e Kitsch si affrettò a convenirne con il compagno. All’improvviso cominciò a venir giù una leggera pioggerella: sotto la grondaia, è importante non bagnarsi!


Dopo un po’ i nostri Kitsch e Kutsch scesero ed entrarono in una galleria d’arte. Il gallerista stava guardando fuori dal suo atelier e ci mancò un pelo che i due non trovassero la cosa importante, dicessero cioè: è importante come quel tizio guarda fuori dal suo atelier, ma evitarono di formulare ad alta voce questo pensiero, avvertendo che non si può continuare sempre a dire la stessa cosa. Mezzo minuto dopo erano davanti a un Bansky: un pittore assai importante! scappò di bocca ad ambedue. Kutsch riprese a radersi la barba con le dita, ma già il suo collega aveva scoperto una cosa che era di cento volte ancor più importante del Bansky: un antico maestro lombardo. Roba del genere, dissero, era più che importante e avrebbero voluto mettersi a urlare.


Incontrarono un writer. Non passò molto tempo e il writer disse che per l’arte nessuna città era più importante di Berlino. Kitsch e Kutsch trovarono disgustoso dire che Berlino è importante e trattarono con disprezzo l’ingenuo writer insieme alla sua impo po po po portante Berlino. Appena furono di nuovo soli, ai due venne da dirlo un’altra volta, ma qual era il posto giusto? Si trovavano di fronte al Cinema Nazionale in tutta la sua importanza. Di colpo si misero a parlare del regista Lars Von Trier. Kutsch batté le mani e gridò: com’è importante! Allora Kitsch sorrise. Adesso aveva finalmente capito e disse a se stesso: com’è volgare importantizzare così ad ogni minima occasione. Un secondo dopo stramazzò a terra, abbattuto dall’importanza di un’attrice in cartellone. È un’attrice notevole, disse Kitsch, rialzandosi a fatica. Si era slogato una caviglia. Da quel momento in poi dissero sempre notevole e mai più importante.