“In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa. [...] L’unico eroe capace di tagliare la testa della Medusa è Perseo, che vola coi sandali alati, Perseo che non rivolge il suo sguardo sul volto della Gorgone ma solo sulla sua immagine riflessa nello scudo di bronzo [...]. Per tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarglisi solo in una visione indiretta, in un’immagine catturata da uno specchio.”
Una volta tagliata, la testa della Medusa diventa un’arma straordinaria nelle mani di Perseo, uccisore di mostri. Nei versi che gli dedica Ovidio nelle Metamorfosi, Perseo è ritratto mentre lava con cura la testa della Medusa nell’acqua del mare e l’asciuga delicatamente con delle foglie. Esse, assorbendone il sangue, pietrificano contatto con il viso della gorgone, mutando in corallo: elemento delicatissimo.
Nella poesia Piccolo testamento di Eugenio Montale troviamo pure elementi sottilissimi che sono come emblemi della sua poesia (“traccia madreperlacea di lumaca o smeriglio di vetro calpestato”) messi a confronto con uno spaventoso mostro infernale, un Lucifero dalle ali di bitume che cala sulle capitali dell’Occidente. Mai come in questa poesia scritta nel 1953, Montale ha evocato una visione così apocalittica, ma ciò che i suoi versi mettono in primo piano sono quelle minime tracce luminose che egli contrappone alla buia catastrofe (“Conservane la cipria nello specchietto quando spenta ogni lampada la sardana si farà infernale...”). Ma come possiamo sperare di salvarci in ciò che è più fragile? Questa poesia di Montale è una professione di fede nella persistenza di ciò che più sembra destinato a perire, e nei valori morali investiti nelle tracce più tenui: “il tenue bagliore strofinato laggiù non era quello d’un fiammifero”.
Ecco che per riuscire a parlare della nostra epoca, ho dovuto fare un lungo giro, evocare la fragile Medusa di Ovidio e il bituminoso Lucifero di Montale.
.Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta- filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite. (da Lezioni Americane - Leggerezza)
Il mostro della Medusa non si può guardare direttamente perché pietrifica. Perseo attraverso lo specchio riesce a sconfiggere il mostro e poi ad usarlo come talismano. È come se Calvino dicesse che esiste il male, l’orrore nel mondo, ma che non si possa guardare direttamente se non attraverso uno specchio (o un filtro), che per Calvino era la scrittura, una scrittura "leggera".
L’opera da cui è tratto questo brano di Calvino s’intitola 6 Memos for the next millenium. Il nuovo millennio è iniziato con il crollo delle Torri Gemelle. Le immagini dell'attentato hanno segnato un punto di svolta cruciale nel ruolo delle IMMAGINI, con cui siamo quotidianamente tempestati. Quelle immagini cataclismatiche hanno confuso il limite tra realtà e rappresentazione: dove sta l’orrore? L’orrore è l’immagine stessa o l'immagine rappresenta l’orrore? Le immagini potranno mai render giustizia all'orrore, o questo è prerogativa solo di chi era presente?
Alla prima domanda si ricollegano le shoccanti immagini usate come provocazioni di propaganda dai gruppi terroristici e anche da certi media. All’ultima i dubbi di Todorov sugli abusi della memoria: la shoah come evento impossibile da raccontare e quindi, in qualità evento unico, che non può essere sfruttato come esperienza collettiva. Ciò implica che, se non insegna nulla, l'orrore può ripetersi. Calvino ci consegna un monito: devi guardare l’orrore attraverso uno specchio, se no rimarrai pietrificato anche tu.
Tra le testimonianze più lucide e razionali dei campi di sterminio occorre ricordare Primo Levi.
In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo. Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilire allora né dopo: la notte li inghiottí, puramente e semplicemente. Oggi però sappiamo che in quella scelta rapida e sommaria, di ognuno di noi era stato giudicato se potesse o no lavorare utilmente per il Reich; sappiamo che nei campi rispettivamente di Buna-Monowitz e Birkenau, non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini e ventinove donne, e che di tutti gli altri, in numero di piú di cinquecento, non uno era vivo due giorni piú tardi. Sappiamo anche, che non sempre questo pur tenue principio di discriminazione in abili e inabili fu seguito, e che successivamente fu adottato spesso il sistema piú semplice di aprire entrambe le portiere dei vagoni, senza avvertimenti né istruzioni ai nuovi arrivati. Entravano in campo quelli che il caso faceva scendere da un lato del convoglio; andavano in gas gli altri. (da Se questo è un uomo, "Il viaggio")
Il nuovo ordine mondiale del regime nazista non deve essere ricordato come espressione massima della razionalità slegata dalla morale, ma come massimo livello di dilettantismo presuntuoso e incapace. Non si deve ricordare che furono in grado in pochi mesi di occupare mezza Europa, ma si deve ricordare che furono capaci - nonostante avessero a loro disposizione le risorse di un intero continente - di perdere tutto. Fu un fallimento totale: era il caos a governare le decisioni dei tedeschi.
Questo passo descrive con grande dignità una selezione per le camere a gas (da da Se questo è un uomo, Ottobre 1944).
Prima ancora che la selezione sia terminata, tutti già sanno che la sinistra è stata effettivamente la «schlechte Seite», il lato infausto. Ci sono naturalmente delle irregolarità: René per esempio, cosí giovane e robusto, è finito a sinistra: forse perché ha gli occhiali, forse perché cammina un po’ curvo come i miopi, ma piú probabilmente per una semplice svista: René è passato davanti alla commissione immediatamente prima di me, e potrebbe essere avvenuto uno scambio di schede. Ci ripenso, ne parlo con Alberto, e conveniamo che l’ipotesi è verosimile: non so cosa ne penserò domani e poi; oggi essa non desta in me alcuna emozione precisa.
Parimenti di un errore deve essersi trattato per Sattler, un massiccio contadino transilvano che venti giorni fa era ancora a casa sua; Sattler non capisce il tedesco, non ha compreso nulla di quel che è successo e sta in un angolo a rattopparsi la camicia. Devo andargli a dire che non gli servirà piú la camicia?
Non c’è da stupirsi di queste sviste: l’esame è molto rapido e sommario, e d’altronde, per l’amministrazione del Lager, l’importante non è tanto che vengano eliminati proprio i piú inutili, quanto che si rendano speditamente liberi posti in una certa percentuale prestabilita.[...]
Si sente che il vecchio Kuhn prega, ad alta voce, col berretto in testa e dondolando il busto con violenza. Kuhn ringrazia Dio perché non è stato scelto[...]
Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn.