Il classicismo carducciano

  1. A cosa ti fanno pensare queste immagini? Quali emozioni?
    Quali concetti storico-artistici?


  1. A quando risalgono queste costruzioni?


  1. Cosa sai di quel periodo?

SAN MARTINO

La nebbia a gl’irti colli

piovigginando sale,

e sotto il maestrale

urla e biancheggia il mar;


ma per le vie del borgo

dal ribollir de’ tini

va l’aspro odor de i vini

l’anime a rallegrar.


Gira su’ ceppi accesi

lo spiedo scoppiettando:

sta il cacciator fischiando

su l’uscio a rimirar


tra le rossastre nubi

stormi d’uccelli neri,

com’esuli pensieri,

nel vespero migrar.



La poesia è un’'odicina anacreontica, chi era Anacreonte?


Il testo è costruito su …………….di versi…………..., il primo è……….il secondo e il terzo sono……………., il quarto ……...e in rima con gli altri versi finali).


esempio della ricerca formale carducciana su forme

  1. tradizionali della lirica italiana

  2. minori o fuori dall’uso corrente


San Martino è descritto come un quadretto impressionistico, la lirica è quindi un ………


Quali sono i primi elementi descritti?

Quali gli ultimi?

Nelle due quartine centrali?

La scena paesana permette a Carducci di:

  1. ritrovare gli antichi valori del passato

  2. riflettere sulla precarietà dell’uomo


stormi d’uccelli neri com’esuli pensieri

che figura retorica? Quindi i pensieri come sono? perché?


Lo sviluppo del discorso carducciano (retto anche come ai vv. 7-8 e vv. 12-13, da ..................... rilevanti, e da una generale tendenza …………… dell’andamento sintattico) poggia poi sulla funzione simbolica di alcuni referenti: alla cerchia protetta dei legami umani tra gli abitanti in festa corrisponde ………………………….., e soprattutto quegli “uccelli neri” che forse annunciano, nella mente del poeta, ……………………………………


San Martino, pur nella sua apparente immediatezza espressiva, è tuttavia un testo rigorosamente costruito: elenca i verbi che descrivono la dimensione fonica:

…………………………………………………………………………………………

A che persona sono coniugati? …………………………………………………………...


Proprio questo restituisce una percezione indefinita e atemporale del microcosmo rappresentato. Ti sembra che il paesaggio come in Leopardi abbia la funzione di immaginario interlocutore volto allo scavo interiore dell’artista, oppure prevalga un’ispirazione descrittiva?


Recupera sul libro una biografia minima di Giosué Carducci (5 righe)

CONFRONTA

L’albero a cui tendevi

la pargoletta mano 1,

il verde melograno

da’ bei vermigli fior,


Nel muto orto solingo 2

rinverdì 3 tutto or ora

e giugno lo ristora

di luce e di calor.


Tu fior de la mia pianta

percossa e inaridita 4,

tu de l’inutil vita

estremo unico fior,


sei ne la terra fredda 5,

sei ne la terra negra 6;

né il sol piú ti rallegra

né ti risveglia amor.


  1. Analogie formali

  2. Analogie contenuto

  3. Analogie tematiche

  4. analogie sintattiche

  5. analogie lessicali


TESTO ACCADEMICO

Sottolinea nel testo le espressioni che denotano le caratteristiche anche esasperate del classicismo Carducciano


Carducci identifica nella letteratura e nel suo insegnamento il canale privilegiato con cui diffondere le proprie idee liberali. Carducci si dedica alla poesia civile, seguendo con passione ed enfasi i momenti decisivi dell’unità nazionale, e in polemica contro il lassismo dei costumi attuali a confronto dell’ammirabile etica degli a\ntichi.

Fra antichità e Medioevo, per Carducci, la frattura è totale, senza appello. Il rudere antico è lí per risorgere, ma la sua decadenza, anche monumentale, è sempre dovuta a una stagione di barbarie, che contrassegna la fine del mondo antico, la sua traumatica caduta. Tema caro della decadenza… Ma il Carducci «non continuista» è il poeta che, meglio di ogni altro, ci può introdurre al tema del rudere e dell'attualità storica della sua resurrezione. La carica inerte di potenza e di forza che si sprigiona ancora al presente dalle rovine della romanità è quella evocata, nel 1877, in Dinanzi alle Terme di Caracalla, nell'immagine di un'attempata turista inglese che, armata di «Baedeker», si interroga sull'identità monumentale di mura che paiono minacciare il cielo e i secoli:

A le cineree trecce alzato il velo/ verde, nel libro una britanna cerca/ queste minacce

di romane mura/ al cielo e al tempo.

Non solo colto turismo archeologico, ma premonizione di una resurrezione.

Cosí nell'ode Nell'annuale della fondazione di Roma cara alla borghesia umbertina e un tempo memorizzata da generazioni intere di studenti:

Te redimito di fior porpurei/ april te vide su 'l colle emergere/ [...]// [...]// E tu dal colle fatal pe 'l tacito/ Foro le braccia porgi marmoree,/ a la figlia liberatrice/ additando le colonne e gli archi:// gli archi che nuovi trionfi aspettano/ [...]// [...]// Italia, o Roma! quel giorno, placido/ tornerà il cielo su 'l Foro, e cantici/ di gloria, di gloria, di gloria/ correran per l'infinito azzurro.

Dal colle fatale, cioè dal Palatino, Roma distende ora le braccia all'Italia, figlia liberatrice, additando nei propri ruderi archeologici i segni della grandezza del passato, che ora risorge nel trionfo della nazione sui suoi secolari nemici.


(Adattato da Lorenzo Bracces “IL VITTORIANO E L'EREDITÀ DEL CARDUCCI BARBARO”, 2009)


La celebre ode barbara si data nel 1877. L'anno appresso, nel 1878, muore Vitto-

rio Emanuele II, il primo re di Italia, che, per volontà del parlamento, è pro-

clamato «Padre della Patria» e sepolto nel romanissimo Pantheon. Nel me-

desimo anno, quale monumento nazionale in memoria del defunto, un regio

decreto sancisce la costruzione del Vittoriano.


Osserva il Vittoriano e Individua nel progetto del Sacconi del 1890 del Vittoriano: il colle fatal, braccia marmoree, figlia liberatrice, la dea Roma

Cosa pensi dell’opera? …………………………………………………………...


LEGGI IL BRANO

Accanto al goffo monumento a Vittorio Emanuele a Roma in cui il SACCONI (1854-1905) traduce in una "romanità" di cartapesta le false ambizioni e gli autentici pregiudizi della società italiana del tempo, la Galleria del MENGONI (1829-1877) a Milano, la Mole a Torino e la cupola di San Gaudenzio a Novara, dell'ANTONELLI (1798-1888), sono i documenti di una cultura preindustriale ma in via di progresso. Evocano, queste costruzioni, l'immagine delle prime automobili in cui la funzione meccanica non ha ancora trovato un'adeguata struttura formale e provvisoriamente si associa, mutandolo, al vecchio tipo della vettura a cavalli; ma infine, il proposito di inventare l'automobile è più serio di quello di ri-inventare la biga.

(Argan Storia dell’Arte italiana)

Cosa intende Argan quando dice:

romanità di cartapesta …………………………………………….

false ambizioni e autentici pregiudizi ……………………………………………...

ri-inventare la biga ………………………………………………………..


In un breve testo di max 10 righe circa, utilizzando i concetti acquisiti, cerca di descrivere il clima culturale sabaudo dei primi anni dell’unità d’Italia.

Osserva il quadro di Giovanni Fattori Bovi al carro 1867

Componi un breve commento utilizzando questi concetti emersi da un brainstorming

IDILLIO PAESAGGIO RUOLO GRANDEZZA MOVIMENTO TEMPO CLASSICISMO

Ora confrontalo con questo componimento


Il bove Giosuè Carducci

T'amo pio bove; e mite un sentimento

Di vigore e di pace al cor m'infondi,

O che solenne come un monumento

Tu guardi i campi liberi e fecondi,

O che al giogo inchinandoti contento

L'agil opra de l'uom grave secondi:

Ei t'esorta e ti punge, e tu co 'l lento

Giro dè pazienti occhi rispondi.

E del grave occhio glauco entro l'austera

Dolcezza si rispecchia ampio e quieto

Il divino del pian silenzio verde.



Osserva invece questo, prova a descriverlo con le stesse parole (Monet Gare S. Lazare 1877)