Potrà sembrare strano che, lungi dall’imitarli, la duchessa di Guermantes, che pure era tanto amica di Swann, avesse invece opposto un’ostinata resistenza al suo esplicito desiderio di presentarle la moglie. Era, come si vedrà in seguito, un riflesso del particolare carattere della duchessa, la quale, una volta che avesse stimato di “non dover fare” questa o quella cosa, imponeva dispoticamente le decisioni del suo libero, e alquanto arbitrario, arbitrio mondano.
«Vi ringrazio d’avermi avvertita, rispose Madame de Guermantes. Per me, in effetti, sarebbe stato molto sgradevole. Ma siccome, di vista, la conosco, farò a tempo a eclissarmi.
– Ti assicuro, Oriane, che è gradevolissima, è una donna eccellente, intervenne Madame de Marsantes.
– Non ne dubito, ma non sento proprio il bisogno di accertarmene personalmente.
– Sei invitata in casa di Lady Israëls?» le chiese Madame de Villeparisis per cambiare discorso.
«No, grazie a Dio non la conosco, rispose la duchessa. È a Marie-Aynard che dovresti chiederlo. Lei la conosce, e mi sono sempre domandata come sia possibile.
– Effettivamente l’ho conosciuta, ammise Madame de Marsantes, confesso i miei errori. Ma sono decisa a non conoscerla più. Pare che sia delle peggiori, e che non ne faccia mistero. Del resto, siamo stati tutti troppo fiduciosi, troppo ospitali. Non frequenterò mai più persone di quella schiatta. Avevamo vecchi cugini di provincia, del nostro stesso sangue, ai quali chiudevamo in faccia la porta, e intanto l’aprivamo agli ebrei. Ed ecco in che modo ci ringraziano. Ahimè! non spetta a me parlare, ho un figlio adorabile che va in giro a declamare, da quel giovane sventato che è, ogni genere di spropositi»
(La parte dei Guermantes - il salotto di Mme de Villeparisis)