Ipotesi di senso per la letteratura del V anno

IPOTESI DI SENSO

PER IL QUINTO ANNO


1 … Infinito

sogni illusori


2 … A Silvia

sogni infranti

Che senso ha rivolgere domande a qualcuno che non risponde?

è una contraddizione

Eppure Leopardi insiste e pone domande pur sapendo in partenza che non avrà risposte.

Silvia rimembri ancora….? Sono ovviamente domande retoriche: “non può ricordare” perché chi è morto è escluso dal ricordo, dalla vita, in ogni sua forma. Leopardi è un materialista ateo. Ma questa è una cesura rispetto a un tema classico antichissimo: il dialogo con le ombre. Ma ora non resta niente, restano le ipotesi di senso e la speranza di intesa con la Natura: MUTA LA LUNA e MUTA SILVIA.

TALE CESURA È L’ATTO FONDATIVO DEL PENSIERO FILOSOFICO E SENTIRE COMUNE MODERNO.

Questo atteggiamento inizialmente ha una fortuna carsica: materialismo pessimista di Verga; scetticismo di Pirandello e la ricerca morale di Montale. La casa dei Doganieri ripete il gesto di Leopardi, riprende la discussione filosofica. Dalla domanda Rimembri? (Possibilità?) ad affermazione Tu non ricordi: annullamento di prospettive di comunicazione.

Che senso ha un ricordo non condiviso con chi non c’è più?

in uno dei suoi canti più famosi leopardi rivolge alcune domande alla luna Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? È un grande testo: le questioni filosofiche essenziali sono affidate alla voce di un pastore, umile, sono le stesse per tutta l’umanità.

Le domande sollecitano la Luna a dare una risposta circa il proprio significato esistenziale

incalzano l’interlocutrice: dimmi che fai. Ma la Luna è silenziosa: non dà risposte, è muta (v.80) non risponde né in quel momento né mai. La natura ha smesso di dare risposte agli uomini. L’universo è un muro sordo (Ginestra).

Come ridare senso alla vita?

Poniamo domande impossibili alla Natura e ai morti senza speranza di ottenere risposta. Per gli antichi e per i religiosi la realtà ha un significato, che è nascosto (non diversamente per i romantici, Baudelaire e simbolisti) e che può essere rivelato.

L’universo dei moderni è privo di una garanzia di significato. La realtà non è dotata di un senso (Verga invece è un positivista, è pessimista ma crede nelle leggi della Natura). Ci si prospettano due prospettive: IL NICHILISMO la vita non ha senso (il Mattia Pascal, l’ultimo capitolo di Zeno); IPOTESI DI SENSO, SIGNIFICATO UMANO (Montale, Camus) l’ipotesi che gli esseri umani abbiano la possibilità di dare senso alla vita, fondando essi stessi il significato, pattuendolo tra loro: dedicarsi a una continua ricerca e condivisione di ciò che gli uomini considerano VALORE.



DARE SENSO ALLA VITA COLLEGAMENTO TEMATICO CON IL SIMBOLISMO


Negli autori classici, da Omero a Dante passando per Virgilio, l’incontro con i morti assume la funzione ideologica di una grande narrazione mitica che definisce il senso di una civiltà e di un destino, disegna una continuità e una tradizione, costruisce un futuro scegliendo un passato.


Per i moderni l’incontro con i morti non comporta più un interscambio, un dialogo, un confronto fra passato e presente. Anzi, si passa dall’incontro con i morti al ritorno dei morti, ri-appaiono inquietanti, come proiezioni di una privata rielaborazione del lutto.

Pascoli ha segnato questa svolta. I morti ritornano: «entrano», sono «muti», non ricordano il mondo terreno («Oh! non ricordano i morti, /i cari, i cari suoi morti!», in La tovaglia) o non vogliono ricordarlo («Non vogliono ricordare», in L’or di notte) oppure piangono inconsolati e si rivolgono ai vivi solo per lamentare il proprio sacrificio e la propria sofferenza di esclusi dalla vita (Il giorno dei morti).


Il dialogo con i morti è stato sostituito dal dialogo con i fantasmi interiori. Ed è significativo che, in una delle liriche più note di Sereni “La spiaggia”, vi sia la speranza che possano riacquistare la parola e tornare a indicare la giusta via (una prospettiva collettiva di tipo etico) solo come utopia: sono le «toppe d’inesistenza, calce o cenere /pronte a farsi movimento e luce» che un giorno torneranno a parlare: «Non /dubitare – m’investe della sua forza il mare – /parleranno».

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Invettiva sotto una tomba etrusca


Adesso parleranno tutti uguale,

tutti la stessa lingua che ci ha tolto la nostra.

Hanno cacciato l’alfabeto tra i campi

Braccandolo come un fuggiasco, come un ladro,

l’alfabeto dei padri.


Nessuno ci capirà, e nemmeno tra noi

Impiegheremo più le vecchie parole,

corrose, diroccate mura delle nostre fortezze.

Ci hanno lasciato soltanto

Le tombe, estremo ridosso.


Perciò parlo da qui,

voce reclusa nel buio

tra forme colorate, ma immobili per sempre

come l’ultimo alito

della nostra pronuncia.


SENSO DI MISTERO DELLA NATURA SIMBOLISTA-DECADENTISTA E’ CONDIVISO INVECE DA PASCOLI-D’ANNUNZIO


Appunti per tenere insieme un po’ tutto, da R. Luperini


problema: l’uomo e la natura

introduzione: classico che incontra frattura con epoca razionale moderna


antitesi: la natura risponde: omero, virgilio e simbolismo religioso; simbolisti

800 Baudelaire (solo alcuni capiscono) Pascoli (da fanciulli capivamo) e

D’annunzio (solo io capisco) > la Natura cela misteri da svelare


tesi: la natura non risponde: L’uomo non può ottenere risposte metafisiche perché:

non ci sono (materialismo) o se ci sono sono al di là dell’intelletto

(Leopardi e soprattutto Montale). Ciò nonostante occorre

continuare a porre domande di senso, e l’uomo deve assumersi la responsabilità di attribuire VALORE :

Montale non moralista ma ricerca morale, come ricerca scientifica: cfr. Camus e Monod.


corollari post-moderni:

Il ‘900 ha visto la frattura del dialogo tra uomo e natura. Lo sviluppo della tecnica induce l’uomo a credersi onnipotente. La tecnica soggioga la natura e si impone come nuova natura: chi chiede alla tecnica di svelare misteri, chi vede nella tecnica una minaccia, chi vede nella tecnica una delusione. Il Postmoderno, nella sua specificità di gioco, si muove entro questi limiti.


http://www.aetnanet.org/scuola-news-10977.html