Fin dai primi documenti medioevali il borgo è denominato Corenno o Coreno, probabilmente da origine celtica. Il nome Plinio venne aggiunto nel 1863, perché si credeva che Plinio il Giovane, console dell’Impero Romano, vi avesse posseduto una villa.
Corenno Plinio si trova sulla sponda orientale del Lario, incastonato su un promontorio roccioso tra lago e montagne ai piedi del monte Legnoncino. Situato a pochi minuti da Dervio, di cui è frazione, è raggiungibile in auto, in barca, in bici o a piedi.
La chiesa di S.Tommaso di Canterbury è stata edificata nel XII secolo come cappella dei conti Andreani, è dedicata a San Tommaso Becket. Al suo interno si possono ammirare affreschi che risalgono tra il ‘300 e il ‘500.
Il castello, ancora oggi di proprietà dei discendenti della famiglia Andreani, che costituisce uno dei migliori esempi di fortificazione sul Lago di Como e che, nello specifico, è un tipico castello-recinto.
Le lunghe scalinate del borgo sono composte da ben 493 gradini scolpiti nella pietra, che dalla piazza medievale dove si trova la chiesa dedicata a S.Tommaso di Canterbury, scendono al lago collegando l'abitato all'antico molo.
La chiesa, dedicata a S.Tommaso di Canterbury, edificata in un primo tempo come cappella del castello, eretta Parrocchia nel 1566 e ristrutturata più volte nel corso dei secoli. All'interno gli affreschi rinvenuti nel 1966 sono databili tra il XIV e il XVI sec). Sul sagrato della chiesa, un tempo occupato dal cimitero della comunità, ci sono tre Arche: monumenti funebri dei feudatari del feudo, i Conti Andreani.
Fu consacrata nel 1356 da Roberto Visconti, ed eretta parrocchia nel 1356. Non appare la sua antichità perché in essa si sono effettuati interventi di ristrutturazione molto rilevanti. Di origine romanica, venne ristrutturata in epoca gotica e gradualmente perse le sue caratteristiche essenziali romaniche negli elementi importanti.
La facciata della chiesa a capanna, attualmente presenta un portale costruito nel 1698. Il corpo principale della navata ha conservato l’impianto originario, ma gli affreschi che si possono ammirare oggi furono nascosti per secoli a partire dal Cinquecento. È probabile che l’ampio presbiterio tardo barocco racchiuda, all’interno della sua pianta,
il disegno semicircolare di un’abside romanica. Tra Settecento e Ottocento la chiesa subì altri interventi: nel 1703 si ricavò una cappella laterale dedicata a san Giuseppe e un’altra dedicata alla Madonna. Nel 1795 venne ampliata in altezza e in lunghezza.
Nel 1966 un’importante opera di restauro ha portato alla luce parte degli affreschi votivi dipinti sulle pareti tra il Trecento e il Cinquecento.
Raffigurano la storia della divinità e dei santi per raccontare al credente le realtà invisibili, coprono un arco di tre o quattro secoli e costituiscono una testimonianza visiva della vita religiosa e devozionale degli abitanti di quel periodo.
[Rif. prolocolario.it]