Il Museo del Novecento ospita il focus sull’interdisciplinarità dei movimenti d’avanguardia. L'esposizione, in collaborazione con Liberty London, mette in luce quanto le avanguardie e in particolar modo il Futurismo e poi il Vorticismo abbiano influenzato tutti gli aspetti della quotidianità.
Le opere dei protagonisti del movimento futurista, Giacomo Balla, Gino Severini, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Fortunato Depero dialogano con i dipinti vorticisti degli inglesi coevi.
La Collezione Gianni Mattioli include un nucleo di 26 dipinti dell'arte italiana del XX secolo, una delle raccolte private di arte futurista e metafisica più importanti al mondo.
Gianni Mattioli (Milano, 1903 - 1977), uomo d'affari dedito al commercio del cotone, si è avvicinato all'arte fin dagli anni venti del secolo scorso, frequentando molti futuristi, tra cui Fortunato Depero e Fedele Azari, di cui diviene grande amico. Agli anni trenta risalgono i primi acquisti, che perseguono lo scopo di raccogliere opere di alta qualità e di costruire una collezione esaustiva, una rassegna di primaria importanza. Gli anni a cavallo della seconda guerra mondiale segnano, per il collezionista, uno dei momenti di maggior frenesia negli acquisti e negli scambi di opere, periodo che culmina con l'acquisizione nel 1949 della collezione Feroldi, la più importante in Italia negli anni tra le due guerre.
L'auspicio di Mattioli era di poter rendere pubblica la propria collezione e poterla condividere con il più largo pubblico possibile. Con questo presupposto, nel 1953, le opere furono esposte a Palazzo Strozzi, prima tappa di una serie di appuntamenti espositivi, soprattutto internazionali, che contribuirono alla divulgazione dell'arte italiana di primo Novecento nel mondo. Oltre alle mostre itineranti, negli anni cinquanta, Mattioli allestisce parte della propria collezione in un appartamento di via Senato a Milano, aperto al pubblico su appuntamento.
Nel 1973 Franco Russoli, soprintendente ministeriale, intraprende una politica di acquisizioni a favore dello Stato, attraverso il vincolo di importanti collezioni private del XX secolo, tra queste la Jesi, la Jucker e la Mattioli, ora raccolta nelle istituzioni museali milanesi. Le celebri opere della collezione Mattioli esposte in queste sale, grazie a un comodato quinquennale, tornano a dialogare con i capolavori della raccolta Canavese - già di Fedele Azari - e della collezione Jucker.