Discussione della tabella tassonomica dei voti

Su richiesta di alcuni colleghi, chiarisco il modo in cui interpreto la tabella tassonomica dei voti.

Il punto di vista è che dal momento che riduco al minimo le spiegazioni frontali, sostituite in gran parte dallo scaffolding, la valutazione della proprietà di linguaggio è fatta in rapporto al linguaggio posseduto al momento dello svolgimento dell'esperienza.

Vale la pena sottolineare che lo sviluppo del linguaggio è un obiettivo primario e che la tecnica che utilizzo è volta a suscitare nello studente la necessità di un linguaggio formale per descrivere la realtà fisica.

Faccio un solo esempio concreto (certamente non il più felice quanto ad effetto):

Uno degli studenti più problematici di una classe, difficilissimo (non solo per me) da coinvolgere nelle attività disciplinari, un giorno si è improvvisamente attivato su una esperienza. In maniera del tutto autonoma si è caricato il lavoro dell'intero gruppo sulle spalle e, senza quasi intervento da parte mia, ha portato a termine l'esperienza utilizzando in maniera corretta il linguaggio sviluppato fino allora. Ma è anche riuscito a legare il linguaggio matematico al concetto fisico che stavamo introducendo (la velocità).

La valutazione che ho dato all'elaborato di questo gruppo è stata di 10. Questo nonostante la relazione fosse al disotto di quanto normalmente richiedo in due aspetti fondamentali: la traduzione in linguaggio comune di quanto descritto nel linguaggio formale (dalla matematica all'italiano, per intenderci); la relazione non abbastanza chiara per quanto riguarda lo schema logico dell'esperienza.

Il punto è che, al di la del rispetto formale della tabella qui sopra, (nelle classi che rispondono positivamente) do il massimo dei voti quando uno studente riesce a darmi il massimo di quello che posso ragionevolmente sperare nella classe in cui è.

Non si tratta assolutamente di una rivoluzione o di un'idea nuova. Si tratta di usare il voto come carota invece che come bastone, una pratica universalmente adottata nella scuola elementare.

Non è nemmeno una ricetta assoluta. Succede, anche nella mia esperienza di quest'anno, che la cosa non funzioni e che gli studenti mirino al ribasso.

Ma, nello stesso modo in cui la carota non funziona sempre, nemmeno il bastone funziona sempre.

Consultandomi con alcuni colleghi che hanno vere conoscenze di psico-sociologia, ho avuto modo di convincermi che molti studenti della nostra scuola hanno un forte disagio scolastico, spesso collegato con un forte senso di inadeguatezza, che trovo rischioso mortificare con voti bassi. Almeno prima di aver provato altre strade.