Capa e Taro - 1

André Ernő Friedmann nasce il 22 ottobre 1913 a Budapest, di famiglia ebrea.

All'età di 18 anni, milita nel Partito Comunista locale e a causa del proprio coinvolgimento nelle proteste contro il governo di estrema destra; abbandona Budapest nel 1931 per trasferirsi a Berlino. Studia per due semestri presso la Facoltà di Scienze Politiche (Deutsche Hochschule für Politik), l'ambizione originaria di André è di diventare un giornalista, ma il partito nazista istituì restrizioni per gli ebrei e gli fu proibito proseguire gli studi.

Ottenne, un incarico nel laboratorio dell’agenzia fotografica Dephot.

Il suo primo reportage di una certa importanza – un discorso di Leon Trotsky.a Copenhagen – venne pubblicato sulla rivista “Weltspiegel” nel 1932.

Nel 1933 Hitler venne nominato cancelliere e nel 1934 André decide di trasferirsi a Parigi.

Gerta Pohorylle nasce il 1 agosto 1911 a Stoccarda da una famiglia di ebrei polacchi.

Nonostante le sue origini borghesi, giovanissima entra a far parte di movimenti dei lavoratori. A Lipsia il suo impegno politico tra circoli giovanili filocomunisti negli anni chiave 1932-33 la porterà a conoscere il carcere (14 giorni di "custodia protettiva") per volantinaggio anti-nazista, inoltre la sua origine ebraica con il crescente nazionalsocialismo tedesco le crea molti problemi, per questi motivi nell'autunno del 1933 si trasferisce a Parigi.

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Parigi 1934 - André Friedmann incontra Gerta Pohorylle

Si conosceranno a Parigi al "Cafè Le Dome", punto di ritrovo negli anni 30 degli esuli della Germania hitleriana. Nasce un sodalizio amoroso, e professionale. Gerta è una giovane molto impegnata politicamente con una strenua opposizione al fascismo, la sua emancipazione personale non sembra essere contemporanea della sua epoca. Politicamente Gerta influisce molto su Andrè, cosi come la sua formazione fotografica viene influenzata da Andrè, i due si fondono uno all'altra, e come due componenti inerti in chimica che miscelati insieme creano un componente esplosivo.

Gerta e Andrè vivono e fotografano insieme la Parigi del Fronte popolare trionfante alle elezioni del maggio '36, l'occupazione delle fabbriche, le grandi manifestazioni di massa.

Parigi 1936 - dall'unione di Gerta Pohorylle e André Friedmann nasce Robert Capa

Nel 1936 la grande idea che doveva servire per alzare il prezzo dei loro servizi fotografici.

Gerta lavorava in quel periodo come editor di immagini nell'agenzia Alliance Photo, annuncia trionfante al suo capo, Maria Eisner Lehfeldt, che con il suo ragazzo André erano entrati in contatto con un fotografo americano di talento, un tal Robert Capa e che quest'ultimo aveva accettato la loro proposta di diventare loro agenti di vendita.

Il fantomatico Capa non esiste, è frutto della fantasia dei due ragazzi, le fotografie che presentano sono scattate da Pohorylle e Friedmann, ma l'ingegnoso stratagemma funziona e spinge in alto il prezzo del loro lavoro, sostenendo che Capa non accetterebbe tariffe standard.

Vengono presto scoperti, ma questo bizzarro espediente aveva funzionato così bene che la coppia guadagna finalmente bene e aumenta il proprio lavoro, Friedmann avrebbe mantenuto il nome Robert Capa per sempre. Pohorylle, a sua volta, cambia il suo nome in Gerda Taro.

N.b. Maria Eisner Lehfeldt negli anni trenta fondò l'agenzia fotografica "Alliance Photo" più tardi è stata una delle fondatrici di "Magnum Photos".

Spagna, luglio 1936 la guerra civile

I nazionalisti producono un colpo di stato per rovesciare la seconda Repubblica spagnola governata dalle sinistre del Fronte Popolare con le elezioni vinte il 16 febbraio 1936

Il colpo di stato, scatena la guerra civile in spagna, per aiutare lo sforzo repubblicano giunsero volontari da tutto il mondo - tra cui gli scrittori Ernest Hemingway e George Orwell, ma le primissime testimonianze vengono da Alois Schneider, che aveva raggiunto la Spagna il giorno dopo il golpe, era partito dall'Austria con il fratello, su una Puch 250 R, un monocilindrico da 8 PS.

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Quell'estate del 1936 Gerda e Robert decidono di seguire sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola, alla fine di luglio disponevano dei documenti per entrare in Spagna come giornalisti, il 5 agosto erano a Barcellona. Divennero immediatamente importanti testimoni della guerra, realizzando molti reportage pubblicati dalle pubblicazioni francesi Vu, Regards e Ce Soir, presentando il loro lavoro firmato semplicemente: Capa. I due si riconoscevano nella causa repubblicana e vivevano, marciavano, andavano in battaglia e in trincea con le truppe. Non avevano il distacco giornalistico durante la guerra - erano partigiani della causa lealista.

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Sperimentatori di un genere, Robert Capa, Gerda Taro, David “Chim” Seymour sono tre fra i fotografi più famosi del XX secolo che inventeranno i codici del fotogiornalismo di guerra.

Sono giovani, amanti i primi due, amici, appassionati, convinti che valga la pena rischiare la vita per una foto. Riconoscono nella Guerra Civile spagnola un momento topico per le sorti del mondo e partono insieme per il fronte. Era il preludio del secondo conflitto mondiale e dell’avvento del fascismo, per questo fu considerato già negli anni del suo svolgimento un momento simbolico della perdita imminente della pace e della libertà.

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Il 5 settembre 1936 a Córdoba, Robert Capa realizza la foto di un miliziano repubblicano nell'istante in cui viene colpito da un proiettile. Quando l'immagine è stato pubblicato nella rivista francese Vu, ha creato scalpore e ha contribuito a cristallizzare sostegno per la causa repubblicana La Caduta del soldato ha avuto un impatto enorme, e gli editori di tutto il mondo iniziano a chiedere le opere di Robert Capa.

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Le foto di Gerda Taro di quel periodo erano tutte presentate sotto il nome di Robert Capa, ma anche lei era in realtà Robert Capa.

Anche se il nome Robert Capa appare spesso sul dorso delle stampe, le immagini erano riprese da ambedue, perché da un punto di vista commerciale Gerda e Robert lavoravano in squadra e avevano concordato (dopo un suggerimento di Gerda, che ne era il promotore da quando hanno cominciato la loro relazione) che le immagini avrebbero portato il nome di Robert Capa, per vendere ad un miglior prezzo il loro lavoro alle agenzie fotografiche Alliance Photo Parigi e Black Star (rappresentante di Alliance Foto negli Stati Uniti) una soluzione puramente commerciale. Questa brillante trovata commerciale lascerà in ombra il nome di Gerda Taro, la sua fine tragicamente prematura farà il resto per occultare la sua grandezza e la Pequeña Rubia, come era soprannominata dagli spagnoli, verrà dimenticata dalla storia.

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Solo recentemente, dopo 70 anni, grazie alla scoperta della "valigia messicana" ed un necrologio sulla rivista Life che la descrive come l'unica donna sulla prima linea di un conflitto e probabilmente la prima giornalista donna che sia mai morta in un azione bellica, nell'ultimo suo drammatico reportage fotografico, realizzato da Gerda Taro in tre settimane, durante la battaglia di Brunete tra il 6 e il 25 luglio 1937, ritrovato nella valigia messicana, farà aumentare ancora di più la sua grandezza nel suo ruolo di giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della Resistenza al fascismo.La battaglia di Brunete, sarà una delle più sanguinose e ferocemente combattute della guerra civile spagnola, si conteranno 20.000 vittime per l'esercito repubblicano e 17.000 per quello franchista.

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Gerda Taro muore il 26 Luglio 1937 alle 05.00 nell'ospedale da campo inglese dopo essere stata straziata dai cingoli di un carro armato T-26 alle 18.30 del 25 luglio 1937. Le sue spoglie dilaniate furono trasportate a Parigi e accompagnata da migliaia di persone, il corpo fu tumulato il 01 agosto 1937 (sarebbe stato il suo ventisettesimo compleanno) al Père-Lachaise nell'area dedicata ai rivoluzionari, con tutti gli onori dovuti ad un'eroina repubblicana. Allo scultore Alberto Giacometti venne chiesto di realizzare il tumulo funebre. Pablo Neruda e Louis Aragon lessero un elogio 'in memoriam'.

L'ultima drammatica foto del 26-07-1937 di Gerda Taro ormai morente in un ospedale allestito all’Escorial, presso Madrid, seguita dal Dott. Janos Kiszely viene rinvenuta dopo ottanta anni dal figlio John Kiszely e postata il 16 gennaio 2018 su Twitter.

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Un anno dopo la morte di Gerda, nel 1938, Robert Capa pubblicherà in sua memoria "Death in the Making", riunendo molte foto scattate insieme.

Nel 1942 il regime collaborazionista fascista francese colluso con gli occupanti nazisti, censurò l'epitaffio inciso sulla tomba di Gerda, epitaffio mai più restaurato.

La tomba di Gerda Taro fu l'unica ad essere violata dalla mano nazi-fascista, forse data la popolarità che ancora la giovane rivoluzionaria, caduta nella guerra contro il fascismo, esercitava sulla crescente Resistenza francese.

Negli anni a venire, il ricordo della sua opera sarebbe via via sbiadito, fino a scomparire dietro la celebre e ingombrante figura del fotografo mondialmente noto: Robert Capa, nonostante fosse piegato dal duro colpo, continuerà a viaggiare e fotografare, coprendo tutti i grandi conflitti della sua epoca con uno sprezzo del pericolo non comune.

Note sulla guerra civile in Spagna

La politica instaurata dal presidente Zamora al potere dal 1931 mirante a trasformare il paese con profonde riforme, che andavano contro i grandi capitalisti, il clero, i latifondisti e i militari, provocò un clima di scontro con le forze della destra.

Solo 90 famiglie detenevano la stragrande maggioranza delle terre, generalmente mal utilizzate, mentre la situazione di milioni di cittadini spagnoli era disperata per l'estrema indigenza.

Le successive elezioni del 1933 registrarono la vittoria di una coalizione di centro-destra e conseguentemente il nuovo governo sospese le riforme avviate dal precedente governo Zamora, in primis, la riforma agraria.

Dopo una serie di crisi governative, le elezioni del 16 febbraio 1936 diedero la vittoria al Fronte Popolare, composto dai partiti della sinistra.

Il 17 Luglio 1936 inizia il colpo di stato da parte dei nazionalisti per rovesciare la repubblica, inizia la guerra civile spagnola che terminerà il 1 Aprile 1939 con la vittoria dei nazionalisti, appoggiati militarmente dai fascisti di Mussolini e nazisti di Hitler.

Il crollo della repubblica segnò l'inizio della dittatura fascista del generale Francisco Franco.

Morirono circa 500 mila spagnoli, le persecuzioni continuarono anche dopo il 1939. Circa 200 mila repubblicani spagnoli emigrarono in Messico. Quelli che sopravvissero e rimasero in Spagna negli anni successivi furono incarcerati, torturati, uccisi dal governo di Franco. Quella dalla Spagna al Messico fu considerata la prima migrazione massiva per motivi politici del XX secolo.

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La guerra civile spagnola fu un esempio della più infame “guerra totale”, una guerra senza distinzione tra militari e civili, una totale mattanza ben descritta nel dipinto “Guernica” di Pablo Picasso, il bombardamento della città basca di Guernica nel 1937 ad opera dell’aviazione tedesca.

I tedeschi in particolar modo utilizzarono lo scontro per testare/perfezionare in questa sorta di laboratorio/mattatoio le loro macchine da guerra che cinque mesi dopo avrebbero utilizzato per scatenare la seconda guerra mondiale. Al fianco dei tedeschi partecipa alla carneficina la peggiore Italia fascista di Mussolini. Dall'altro lato l'Unione Sovietica di Stalin appoggiò in misura crescente i repubblicani, inviando prima finanziamenti, armi ed equipaggiamenti e, in seguito, anche mezzi corazzati. Più solidale fu il sostegno del Messico, allora governato da un partito rivoluzionario, che era riuscito con la rivoluzione messicana 1910-1917 ad attuare la riforma agraria con l'esproprio dei latifondisti così come sognavano i repubblicani spagnoli.

La guerra civile spagnola racconta gli anni in cui in Spagna si cercò invano di fermare la diffusione del fascismo nel resto dell'Europa, pochi mesi dopo l'Europa sarà soggiogata dal nazifascismo.

1 settembre 1939 Hitler avvia la seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia

Robert Capa precedentemente fuggito dalla Germania, realizza che la sua aspettativa di ebreo ungherese per di più antifascista, con i nazisti che bussavano ormai alla porta, sarebbe stata pari a quella di un condannato a morte.

15 ottobre 1939 Robert Capa fugge dalla Francia a New York a bordo della nave Manhattan.

Le sue previsioni si rilevano corrette, nel maggio 1940 la Germania nazista aggredisce la Francia e a giugno entra a Parigi. La partenza precipitosa causa la perdita della gran mole di lavoro fotografico realizzata in Spagna da Robert Capa, Gerda Taro e David Seymour. Capa lasciando il suo studio di Parigi, al numero 37 di rue Froidevaux affida al suo tecnico di camera oscura, l'amico ungherese Imre Weisz, il compito di mettere in salvo le pellicole, da qui inizia la storia della “valigia messicana”.

La valigia messicana, il Santo Graal della fotografia del 20° secolo

Nel 1940, Imre Weisz, nel tentativo di fuggire a sua volta, all’occupante tedesco della Francia e di ottenere un visto e un imbarco per il Messico giunge a Marsiglia, ma viene arrestato, gli venne sottratta la valigia e mandato in un campo di internamento.

La valigia finisce nelle mani del generale Francisco Aguilar Gonzalez, un diplomatico messicano di stanza alla fine degli anni 30 a Marsiglia, dove il governo messicano, sostenitore della causa repubblicana, stava aiutando i rifugiati antifascisti dalla Spagna ad emigrare in Messico.

Anche i negativi partono in viaggio per il Messico, ed in seguito alla morte del generale nel 1967, vanno in possesso di un regista a Città del Messico, Benjamin Tarver, la cui zia era molto amica del generale. Nel febbraio del 1995, dopo aver visto a Città del Messico una mostra di foto della guerra civile spagnola il signor Tarver annuncia l'esistenza dei negativi ma non vuole, mandarli negli Stati Uniti. Quelle immagini erano parte del profondo legame storico che legava la rivoluzione Messicana con la guerra civile Spagnola, ed il regista era preoccupato per la risposta dell'opinione pubblica messicana alla concessione dei negativi agli Stati Uniti.

La trattativa iniziata da Cornell Capa (Kornél Friedmann 1918-2008) fratello di Robert Capa si protrarrá per diversi anni e si concluderà nel 2007 grazie all'aiuto della regista documentarista Trisha Ziff che risiede anche lei a Citta del Messico, Tarver accetta di donare i negativi senza alcun compenso economico al Centro Internazionale di Fotografia ICP, fondato da Cornell Capa. Era il 19 dicembre 2007.

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Trisha Ziff nel 2011 ne realizza il film “La maleta mexicana” (The Mexican Suitcase), documentario della guerra civile spagnola basato sulle immagini dei tre fotografi. Trisha Ziff inoltre mantiene un sito dedicato alle immagini contenute nella "Mexican Suitcase".

Il New York Times rende disponibile una pagina interattiva in Flash del contenuto della valigia "Images of History"

Robert Capa e David Seymour hanno sempre pensato che il lavoro era stato perso durante l'invasione nazista. Muoiono ambedue convinti di ciò, Robert Capa perde la vita nel 1954 in missione in Vietnam e David Seymour perde la vita nel 1956 in missione a Suez.

In realtà la valigia era in salvo e con 4500 fotogrammi i cui contenuti erano stati accuratamente etichettati in griglie disegnate a mano fatte da Weisz che suddividevano i lavori di Robert Capa, Gerda Taro e David Seymour.

La scoperta della valigia porta alla luce la carriera finora oscurata di Gerda Taro, alla determinazione che alcune immagini attribuite a Capa sono in realtà sue. I due lavoravano a stretto contatto ed etichettato i loro lavori con nome comune Capa, rendendo difficile stabilire la reale paternità.

Robert Capa utilizza principalmente una Leica III fino alla fine di maggio 1937 in seguito utilizzerá una Contax II

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Gerda Taro utilizza in Spagna tra agosto 1936 e la metà di febbraio 1937 una Reflex Korelle 6 x 6 da metà febbraio 1937 fino alla sua morte il 26 luglio 1937 lavora con una Leica II e anche con la Leica III di Capa

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Il nonno di Ilse, Alois Schneider e il fratello Willi, il 19 luglio 1936 varcavano il confine spagnolo ad Irun, anticipando tutti. Avevano raggiunto la Spagna in sella ad una Puch 250, partendo da Hohenberg (Austria) con un viaggio di circa 2.000 Km.

Dal 19 al 25 luglio, fotografa e racconta nel suo diario l'incipit della guerra civile spagnola.

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50 anni dopo, nel 1984 Ilse Sanftl nipote di Alois Schneider, termina la stesura della sua tesi di Laurea sulla Guerra civile in Spagna utilizzando una CONTINENTAL Schreibmaschinen della madre Ilse, figlia di Alois.

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Portrait: Io e Gerda Taro con Leica III

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Portrait: Gerda Taro vista da Fred Stein, David Seymour "Chim" e Robert Capa

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Christy Moore - Viva la Quinta Brigada. Live at Barrowland Glasgow. Famosa canzone spagnola sui volontari socialisti irlandesi che hanno combattuto nella guerra civile spagnola contro Franco. La "Quinta Brigada" negli anni successivi divenne nota come "Colonna Connolly"