Sonnar

L'origine "ERNOSTAR"

1894 La tripletta Cooke, sviluppata da Dennis Taylor, grazie alla sua semplicità è presto diventata un ottica molto popolare tuttavia nonostante la buona correzione alle aberrazioni ottiche, presenta una bassa luminosità f/6.8, si susseguono quindi diverse variazioni per aumentarne la luminosità.

1916 Charles M. Minor (Chicago) ne migliora la luminosità con l'inserimento di una lente positiva nello spazio anteriore. Questo obiettivo è stato prodotto da Gundlach come Ultrastigmat f/1.9 per pellicola cinematografica 35 mm, pertanto l'area di copertura molto ridotta 18x24 mm lo rende inadatto per le fotocamere a lastre di quel tempo.

1923 Ludwig Jakob Bertele (25 dic. 1900 - 16 nov. 1985), “l'enfant prodige” di 23 anni della Heinrich Ernemann AG di Dresda, rivoluziona il progetto ed inserisce un tripletto di elementi cementati costituito in sequenza da due lenti collettive ed una dispersiva, realizzando un’ottica che lascia sorpresi i tecnici della Ernemann, creando la prima ottica per fotocamera con luminosità f/2, una correzione di aberrazione sferica e cromatica ineguagliata per l'epoca in quegli anni, nel 1924 la luminosità sara portata a f/1,8.

Non solo va subito in produzione, ma per questo obiettivo, chiamato Ernostar, viene progettata la Ermanox 4,5 x 6 cm la prima fotocamera al mondo espressamente dedicata al reportage, in quanto consentiva di fotografare a mano libera in scarse condizioni di luce grazie alla luminosità dell’obiettivo, resa immortale dai celebri reportage di Erich Salomon sui politici dell'epoca in convivio informale.

Il tripletto di elementi cementati presente negli Ernostar è la base della correzione cromatica del luminosissimo Ernostar, costituito da due elementi collettivi ed il terzo dispersivo; le lenti cementate sono una necessità dell'epoca, richiesta dall'assenza di trattamento antiriflessi (1896 Planar docet), questa composizione rappresenta il primo passo verso la realizzazione del Sonnar.

L'evoluzione "SONNAR"

1925 la Ernemann AG viene acquisita dalla Zeiss Ikon AG, rimanendo come sede a Dresda e mantenendo lo stesso ruolo, Bertele può continuare il suo lavoro, cercando di eliminare le aberrazioni residue della sua creatura, un lavoro che richiese anni di studi, infine Bertele mise a punto il secondo passo evolutivo nella realizzazione dell'obiettivo in versione definitiva, che assieme al tripletto anteriore già descritto avrebbe caratterizzato, singolarmente o in tandem, la fisionomia ottica di tutti i progetti derivati.

L'evoluzione rispetto all'Ernostar era relativa al gruppo posteriore, dove al posto di due lenti singole spaziate in aria, Bertele adottò un gruppo cementato, mentre la sezione anteriore rimaneva invariata.

Il nuovo gruppo posteriore, interagisce con la struttura anteriore derivata dall'Ernostar garantendo una superiore correzione del coma e soprattutto dell'aberrazione sferica, inoltre la risultante tripletta riduce il numero di passaggi vetro/aria da 8 dell'Ernostar a 6 del nuovo Sonnar, a tutto vantaggio della brillantezza d'immagine.

Viene presentato nel 1931 il Sonnar, il nome (Sonne = Sole, in tedesco) doveva richiamare la sua luminosità!

1931 - Sonnar f/2 con 6 elementi / 3 gruppi, con gruppo posteriore costituito da un doppietto

1932 - Sonnar f/1,5 con 7 elementi / 3 gruppi il gruppo posteriore diventa tripletta

Le aberrazioni ottiche del Sonnar sono comunque superiori a quelle del Planar, ma il minor numero di superfici aria/vetro lo rende di fatto più incisivo e meno soggetto ai fenomeni di flare, più semplice di Planar, più piccolo e relativamente poco costoso, mentre nel confronto col Tessar appare di livello superiore per quanto riguarda la correzione dell’aberrazione cromatica.

Il Sonnar con le sue prestazioni eccezionali, è l’ottica con la quale vengono realizzati tre teleobiettivi per la neonata Contax I, la fotocamera 35 mm sviluppata da Kueppenbender, che la Zeiss presenta nel 1932 come risposta commerciale alla Leica, dotandola di uno strepitoso corredo di dieci ottiche intercambiabili, il sistema Contax sarà adottato dai più accreditati fotografi degli anni '30.

1936, in occasione dello svolgimento dei giochi olimpici in Germania (giochi invernali a Garmisch e olimpiade di Berlino), viene affidato a Bertele il compito di produrne un modello particolare per le riprese fotografiche delle gare; per questi eventi sportivi egli metterà a punto lo straordinario Olympia Sonnar 180 mm f/2.8, che utilizzava i due gruppi anteriori di tipica estrazione Sonnar, mentre il gruppo posteriore venne ridotto a lente singola grazie alle diverse esigenze di correzione legate ridotto angolo di campo, quest'obiettivo che rende onore all'idea geniale di Bertele sarebbe stato per decenni un'icona dello strapotere tecnico Zeiss.

Erich Salomon "Berlino 28 aprile 1886 - Auschwitz 7 luglio 1944"

"Le roi des indiscrets" era soprannominato Erich Salomon, il primo paparazzo della storia della fotografia, conosciuto per le sue tecniche di ripresa poco convenzionali.

Nel 1928 fotografò la firma del Patto Briand-Kellogg entrando nella sala e sedendosi nella postazione vuota del delegato polacco.

Il Patto Briand-Kellogg del 1928 (ufficialmente il Patto di Parigi ) accordo internazionale in cui gli stati firmatari promettono di non usare la guerra per risolvere "controversie di qualunque natura possano sorgere tra di loro". Firmato da Germania, Francia e Stati Uniti il 27 agosto 1928, e dalla maggior parte delle altre nazioni subito dopo.

Firmato solennemente il patto, i firmatari, dopo aver rinunciato all'uso della guerra cominciarono a condurre guerre senza dichiararle: 1939 Giappone invade la Manciuria, 1935 Italia invade l'Abissinia, 1939 Unione Sovietica invade la Finlandia, 1939 Germania invade la Polonia.

Erich Salomon con Ermanox e Ernostar f/2

Marlene Dietrich - Verso le quattro del mattino, poco dopo l'attivazione della linea telefonica transatlantica Marlene Dietrich telefona a sua figlia rimasta a Berlino. Hollywood, 1930.

Albert Einstein - Il primo ministro inglese Ramsay MacDonald conversa con Albert Einstein durante un ricevimento. Berlino, agosto 1931.

20 fotografie di Erich Salomon pubblicate da Repubblica al seguente link:

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/paparazzo-storia/1.html

Archives Erich Salomon. Berlinische Galerie, Landesmuseum für Moderne Kunst, Fotografie und Architektur, © Bildarchiv Preußisher Kulturbesitz

Erich Salomon, il fotografo "indiscreto", quando paparazzare era un'arte

La sua è una storia che merita di essere raccontata, per lo stile che seppe mettere nelle sue immagini, quasi delle inchieste sociologiche, e per l'invenzione assoluta di un genere, che oggi spopola sui giornali e intorno al quale c'è molto business e molta roba taroccata. Erich Salomon fu invece fotografo per caso, nato in una famiglia di banchiere berlinesi, appassionato di zoologia, fu convinto dal padre a studiare da avvocato. E l'avvocato fece, in maniera blanda, come si usava coi rampolli dell'epoca. Ma amava fare fotografie, e con un Ermanox con Ernostar f/2, Solomon si inventò un mestiere, avendo la sua famiglia perso tutto con l'iperinflazione del primo dopoguerra. Venne assunto in maniera casuale presso una casa editrice, la Ullstein, che lo spedì ad occuparsi dei cartelloni pubblicitari lungo le ferrovie. Grazie ai suoi modi di fare istruiti, e ai contatti che aveva nell'alta società, Solomon si mise a fotografare incontri ufficiali, galà, feste in ambasciata, e perfino le sedute della Corte. Ficcava la sua macchina fotografica sotto il cappello, o il mantello, e si nascondeva tra gli ospiti. E divenne allora famosissimo, e assai richiesto in tutto il mondo.

Nella fotografia che rubò all'ambasciatore Aristide Briand, fu mezzo scoperto, e pare che l'ambasciatore assai divertito disse: "Et voilà! Le roi des indiscrets".... e in questa frase c'è tutta la benevolenza e la sincerità con questi personaggi amarono allora farsi rubare qualche foto, e la benevolenza e la curiosità di un entomologo con cui Solomon li fotografava nei loro ambienti.

Lui li chiamava "momenti di disattenzione", quando una star di metteva il rossetto - e ne fotografò moltissime, del calibro di Marlene Dietrich, sdraiata a letto, con la vestaglia a pois - o quando un politico si infilava su un taxi. Momenti di distrazione non premeditati, mentre a noi oggi ce ne toccano tanti, ma tutti finti. Quando per la prima volta le sue strane foto vennero pubblicate in Inghilterra sul Weekly Graphic il redattore che era incaricato di compilare le didascalie scrisse che Solomon usava una "candid camera", ed è così che nacque quel modo di dire e di fare che ancora oggi vediamo. E davvero le sue foto sono candide, e piene di humor e di stile, come in un film di Ernst Lubitch.

E anche se le sue apparecchiature tecniche e il suo modo di lavorare assomiglia a quello dei paparazzi di oggi, che fanno finta di rubare perfino le fotografie di Alicia Silverstone che esce dall'estetista - e quante ore ad aspettare questa o quella che esce dall'estetista, e per quanti quattrini - basta guardare alcune di queste primissime paparazzate per vedere come sia l'etica che i risultati fossero ben diversi. (Carlotta Mismetti x La Repubblica 21 novembre 2008)

Nel 1933 Salomon riparò in Olanda con la sua famiglia.

Nel 1940 la Germania occupò l'Olanda, riuscì a nascondersi con la sua famiglia, fino a quando furono scoperto dai nazisti, deportati e uccisi ad Auschwitz il 7 luglio 1944

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