Calzature Bettanin
"Anzitutto devo subito precisare che col termine Pelletteria si intende un preciso gruppo di lavori, esattamente: produttori di accessori in pelle (come portafogli, borse, cinture, cinturini per orologi ecc.). In questo gruppo non rientrano i produttori di calzature, che invece appartengono al gruppo dei Calzaturieri o, quando il termine è accettato positivamente, dei Calzolai (da separare nettamente dai riparatori di calzature - Le dico questo perchè troppo spesso leggo sui giornali o sento tramite altri canali parlare di calzolai i semplici riparatori, e questo non è propriamente corretto).
1) Possibili partecipanti alla rete d'impresa: in una rete d'impresa per la Pelletteria possono rientrare tutti i produttori della pelletteria appunto, quindi: cinturai, produttori di borse, valigie, piccoli accessori in pelle come portafogli, porta carte di credito, cinturini ecc.. Ovviamente la materia principale deve essere la pelle, quindi chi usa prodotti sintetici o che comunque non è pelle sarebbe doveroso non inserirli nella rete d'impresa. Poi un altro parametro dovrebbe essere la dimensione (fatturati e num di dipendenti) delle aziende partecipanti (difficilmente una microimpresa ha da condividere qualcosa con una media impresa). Inoltre, per quanto una ditta più grande potrebbe fare da traino, è altrettanto vero che proprio per questo motivo poi potrebbe avere pretese superiori agli altri.
Altro parametro importante, anzi importantissimo, è capire quali sono gli obiettivi comuni delle aziende partecipanti (ma questo lo vediamo col punto 3)
Escluderei in modo categorico la presenza dei produttori di macchinari (non c'entrano nulla coi pellettieri).
Purtroppo io non conosco molti pellettieri ma so che in Toscana ce ne sono molti, alcuni dei quali particolarmente bravi. Un'altra zona importante è la Lombardia.
Logicamente la mia azienda non può farne parte dato che non siamo pellettieri. Sia chiaro, sono informato sul fatto che esistono pellettieri che si rinventano anche calzolai e viceversa. Io personalmente ritengo che ognuno deve fare il proprio lavoro e rispettare quello degli altri.
3) Obiettivi da raggiungere: mi permetto di affrontare subito questo punto perchè da questo dipendono le metodologie di lavoro.
Anzitutto sarebbe il caso che il gruppo d'impresa fosse costituito da aziende artigiane che già conoscono il significato di Qualità.
Detto ciò gli obiettivi potrebbero essere:
- Miglioramento della qualità dei prodotti delle varie aziende: ad esempio tramite un reciproco scambio d'informazioni tra le varie aziende (sul piatto, quindi, devono essere messe le proprie esperienze, positive e negative, sempre nel rispetto reciproco); escluderei da questo la ricerca scientifica (soprattutto se intesa all'utilizzo di macchinari): la qualità oggi si fa con le mani, con l'attenzione e la cura del particolare, la precisione nel lavoro, ma soprattutto con la passione per ciò che si sta facendo.
- Potenziamento dei marchi delle singole imprese: in un contesto socio/economico come quello di profonda crisi (anzi recessione) che stiamo vivendo è impensabile che si continui a puntare sul conto terzismo. Dico questo perchè nel mondo della pelletteria (come anche in quello della calzature) troppe aziende italiane vivono prevalentemente di conto terzismo e investono poco nel crearsi una propria rete commerciale. Il conto terzismo se da un lato può dare grandi commesse di lavoro, allo stesso tempo può non dare alcun tipo di lavoro (se la firma per cui lavori trova un altro che costa meno tu hai finito - e in questo momento sono tante le aziende che chiudono per questo problema). Quindi spingere il discorso del proprio marchio.
- Internazionalizzazione: ideale sarebbe creare un sistema per internazionalizzare le varie aziende e lo stesso gruppo d'impresa, tramite ricerca di cliente esteri o collaborazioni estere
- Aspetto culturale: spesso si sente dire che molti mestieri artigianali sono destinati all'estinzione. Se però l'aspetto culturale di questi mestieri fosse messo in primo piano, tutto ciò cambierebbe. Fondamentale diventa la tutela del mestiere, una corretta formazione del mestiere e la sua giusta promozione (il mondo dell'agricoltura insegna)
2) Metodologie di lavoro:
- Per il miglioramente della qualità dei prodotti importante eè il reciproco scambio di informazioni ed esperienze delle varie aziende partecipanti, tramite alcuni meeting dove si possono anche decidere alcune strategie comuni per il bene della categoria, sempre nel rispetto delle singole individualità
- Aspetto culturale: creare una corretta formazione delle persone direttamente all'interno delle aziende, rafforzare le collaborazioni con le scuole. E' fondamentale che il territorio conosca le aziende; è il territorio stesso che deve diventare il primo soggetto che tutela e promuove le stesse aziende (e non parlo delle fiere - personalmente non amo le piccole fiere di strada dove si promuove una non corretta immagine degli artigiani o delle piccole imprese - ma intendo creare un senso di orgoglio da parte del territorio nei confronti di queste aziende). Con le scuole: promuovere le visite nelle aziende (per i più piccoli), incentivare i periodi di stage, far si che la rete d'impresa organizzi un vero e proprio corso di formazione specifico con tanto di attestato finale riconosciuto
- Marketing e promozione: la rete d'impresa deve aiutare nell'aspetto comunicativo, di marketing, sia con strategie comuni che con strategie ad hoc per ogni singola impresa. Favorire il processo di internazionalizzazione (attraverso la partecipazione a fiere campionarie estere, attraverso la ricerca di potenziali clienti, creando meeting con i potenziali clienti ecc.)
Ovvio che per fare tutto ciò bisognerà avere alcune persone che seguano alcuni punti: la ricerca di clienti, le strategie di marketing ... mentre per quanto riguarda la parte formativa l'importnate è creare un corso condiviso e sottoscritto dalle varie aziende e che queste dedichino parte del loro tempo alla formazione stessa all'interno delle loro strutture (in questo modo chi deve imparare avrà modo di conoscere la realtà concreta della ditta, carpirne qualche segreto, conoscere anche le difficoltà quotidiane)
4) Per questo punto in parte ne ho già parlato nei punti precedenti. Credo che il segreto sia affidare ad un professionista serio (ad esempio un bravo addetto stampa) la parte della comunicazione.
Pertanto ritengo che l'investimento per far partire il progetto deve: tenere conto delle spese di creazione della rete d'impresa nuova, garantire una certa copertura finanziaria che consenta di avere quelle due o tre persone che possano seguire alcuni aspetti come la comunicazione, la ricerca dei clienti e lo studio di corrette strategie, infine un minimo di campagnia pubblicitario per il lancio.