Immagini e scala

Data pubblicazione: 11-mar-2017 17.06.10

Oggi ho dovuto combattere con un problema che mi aveva già assillato in passato: quello della stampa in scala delle fotografie.

Nello specifico dovevo stampare un oggetto 1:1, in modo da poterne costruire un modello reale. Disponevo delle misure principali e di un disegno, diciamo una pianta.

Stavo cercando un sistema rapido e semplice, e non volevo ricorrere ad AutoCAD né, tanto meno, ad un programma di gestione topografica (che ben risolvono questo problema).

In effetti spesso il topografo si trova a dover inserire in una relazione qualche mappa, ad esempio un'ortofoto (oggi facilmente reperibile in rete - nell'esempio io ho usato Google Earth). Altre volte potrebbe succedere che sia disponibile una mappa scannerizzata in qualche modo o addirittura ci si potrebbe trovare di fronte ad un oggetto o una mappa cartacea da fotografare. Anche i miei amici modellisti hanno spesso questo problema perché trovano su qualche pubblicazione un piano di costruzione e devono riprodurlo nella scala desiderata (che è sempre ben differente da quella del libro!).

Dò per scontato che i miei lettori sappiano che si tratta di immagini raster e che quindi un ingrandimento non sempre porterà a risultati ottimali, in quanto le linee costituenti il disegno tenderanno ad ingrossarsi. Dò anche per scontato che si sappia che nelle ortofoto i programmi normalmente superano il problema "zoom" con un refresh dell'immagine, per cui anche zoomando (almeno finché si opera nel programma originale, ovvero prima di salvare l'immagine desiderata) si ha una risoluzione accettabile. Dò anche per scontato che si sappia che Google Earth (nello specifico) permette di salvare la schermata in adeguato formato (in alternativa cattureremo lo schermo con uno dei tanti programmi adatti).

Se invece dovessimo fotografare una mappa o un oggetto merita qui dare un consiglio: utilizzate (se possibile) una macchina fotografica su cavalletto; la disporrete su un tavolo orizzontale (se avete il buon vecchio tavolo da disegno mettetelo a bolla con una livella) e quindi rivolgete la macchina verso il basso. Per garantire la verticalità dell'asse di ripresa e il parallelismo fra il sensore e il piano su cui fotograferete usate una piccola livella, anche di modesta precisione, poggiandola sul dorso della macchina fotografica (normalmente c'è il monitor, a meno che non sia incernierato). Insomma curate questo aspetto perché ovviamente il sistema che sto per proporre non è sufficientemente potente da poter gestire foto "oblique".

Il segreto è piuttosto semplice: quando vogliamo effettuare una operazione come quella che vado a descrivere il trucco è di dimenticare l'immagine fotografica, ma considerare solo le dimensioni in cui essa è tagliata. E la taglieremo in un punto metrico noto (tanto per essere chiaro: i miei amici modellisti ritaglieranno una nave "fuori tutto" ovvero dalla verticale di prua a quella di poppa).

Probabilmente un esempio sarà più chiaro di astruse spiegazioni: desidero inserire in una relazione una pianta della "Sacchetta" di Trieste (è un porticciolo in centro città riservato alla nautica da diporto).

Il primo passo è quello di individuare la zona in Google Earth, e farne un'immagine (che sarà catturata in formato *.jpg). L'immagine sarà più grande di quella che desideriamo inserire nella nostra pubblicazione.

Come è facile intuire ci interessa la zona piena di barche, mentre i bacini a destra e sinistra hanno poca importanza.

Il passo successivo consiste nel decidere il taglio dell'immagine. Questo taglio va fatto rigorosamente su due punti (poco importa se EST o NORD, l'importante è che siano tutti e due su ordinata o su ascissa) riconoscibili in foto, e di cui possiamo conoscere le coordinate (UTM, è un'opzione di Google Earth). I punti saranno scelti in modo che il successivo taglio li veda sul bordo perché proprio da quella differenza di coordinate stabiliremo una distanza metrica reale, che sarà poi quella che useremo per il dimensionamento della foto nel documento finale.

Io ho scelto i due spigoli di molo (indicati con il pallino bianco). Ne ho determinato la coordinata E (è quella scritta sulla foto). In questo modo ho stabilito la larghezza reale, in metri (per differenza fra le due coordinate) della foto che mi interessa. Nel nostro caso sono 653 metri, che alla scala 1:5000 corrispondono a 13.06 cm, che possiamo tranquillamente arrotondare a 13.

Presa mentalmente nota del ritaglio (che poi ho indicato con linea tratteggiata in rosso) posso passare ad operare sull'immagine.

NOTA: il ritaglio lato Nord e Sud della foto, ovvero alto e basso non è determinante perché non coinvolto nel calcolo. Naturalmente sarà bene usare la dimensione maggiore per poter sperare in una maggior precisione. Voglio dire che questo esempio si basa sulla LARGHEZZA della foto, ma si sarebbe potuto basare sulla sua ALTEZZA.

Con un qualsiasi programma (gratuito!) di fotoritocco (personalmente uso Paint.NET, ma vanno bene praticamente tutti) si esegue il ritaglio definitivo (ho i due punti di riferimenti, ovvero gli spigoli dei moli già indicati con i pallini bianchi).

Qui sotto il risultato finale:

Ora sono pronto per inserire il tutto nella mia relazione. Tutti i programmi di videoscrittura, d.t.publishing eccetera permettono di inserire foto. E permettono il loro dimensionamento (per lo più chiedono le loro dimensioni grafiche una volta messe nella pagina). Io ho usato, per questo esempio, Open Office Draw (ma il concetto sarebbe applicabile alla quasi totalità dei programmi). Menu: inserisci/immagine/da file.

Come si vede dall'immagine la foto è stata importata automaticamente dal programma a tutta pagina (con rispetto dei bordi). Fatto clic con il tasto destro del mouse (ad immagine selezionata) è stato possibile accedere alla finestra delle caratteristiche, e ho individuato il parametro "dimensione", ovviamente ricordandomi di cliccare su "mantieni rapporto" perché la deformazione deve essere uguale nella direzione x ed y. Quindi ho imposto la larghezza di 13 cm e il programma ha fatto il resto.

Ed ecco il risultato finale.

Posso garantire che la successiva stampa (ovviamente con le limitazioni proprie dell'hardware - ricordiamoci che le stampanti trascinano il foglio con rulli di gomma, nel senso trasversale invece la testina si muove in maniera più affidabile, ricordiamoci che la carta è quella che è e per di più è bagnata dall'inchiostro, insomma tutto quello che farebbe mettere le mani nei capelli ad un vecchio disegnatore) ha dato valori realistici.

Del resto lo si vede già anche dal layout del foglio, su cui il reticolo è di 1x1 cm.