La corretta messa a fuoco

Data pubblicazione: 23-set-2013 13.27.29

Come noto il complesso di lenti presenti nel cannocchiale dello strumento (ma anche in una macchina fotografica, un cannocchiale o semplicemente una lente da ingrandimento) genera un'immagine virtuale. Nel cannocchiale dello strumento topografico è presente anche un reticolo di collimazione che ci permette di "puntare" esattamente sull'oggetto osservato.

Anche il reticolo è soggetto al fenomeno della formazione di un'immagine virtuale.

Essa deve essere esattamente nello stesso punto di quella "principale", altrimenti uno spostamento laterale dell'occhio (e della testa) rispetto all'asse ottico del gruppo di lenti porta ad un cattivo traguardo, quindi un errore di parallasse e conseguente imprecisione della collimazione.

Proprio per poter mettere a fuoco correttamente l'immagine principale e quella del reticolo vi sono due differenti regolazioni, normalmente una grossa ghiera circolare sullo strumento e un oculare ruotabile per il reticolo.

Il topografo accorto eseguirà qualche piccolo movimento laterale della testa, sempre osservando l'immagine. Se il tutto è correttamente a fuoco non vi deve essere alcun movimento fra reticolo ed immagine.

Si noti che lo stesso discorso vale per i livelli ed i piombini ottici.

Questi ultimi non sempre hanno le due ghiere, ma sono per lo più regolabili. Nei vecchi Wild spesso erano estraibili (per la regolazione del fuoco dell'immagine) e ruotabili (per quella del reticolo); si faccia attenzione che talvolta la rotazione era bloccata, per cui, eseguendola, si otteneva un movimento di tutto il complesso ottico.