Usiamo il mare per il trasporto di quote

Data pubblicazione: 15-set-2013 8.27.52

Abbiamo detto che gli scandagli e le elevazioni in una mappa sono riferite ad un particolare livello del mare (Datum o LRS per i fondali e lmm per le altitudini). Naturalmente mappe particolari, o particolari esigenze, usano differenti livelli di riferimento.

A questo punto possiamo allora chiederci. "dal momento che il mare è orizzontale (d'accordo, è una superficie equipotenziale eccetera) e lo prendo come riferimento "di mappa", perché non usarlo anche per il trasporto della quota?"

Una doverosa premessa: questa procedura è frutto della mia esperienza, e non ne ho mai trovato riscontro nei testi ufficiali.

Essa vale in un intorno limitato, laddove lo stabilimento non sia troppo significativo o per distanza o per presenza di bassi fondali o per presenza di different densità dell'acqua.

Quando possiamo ipotizzare di usare questa tecnica? Direi in tre occasioni:

- per determinare un punto di quota su una struttura che si affaccia sul mare

- per trasportare una quota oltre uno specchio acqueo impiegando un operatore

- per trasportare una quota oltre uno specchio acqueo impiegando due operatori

Per effettuare questo lavoro avremo bisogno solo di conoscere il tempo (un normale orologio) e la distanza verticale fra il livello dell'acqua e un punto di riferimento (ben definito e con caratteristiche tali che permettano il posizionamento di una stadia), quindi per lo più basta un doppio metro da muratore. Se poi siamo nel primo caso o se comunque vogliamo anche avere un riferimento al valore di quota ufficiale, dobbiamo anche disporre dei valori di marea rilevata, e quindi collegarci in internet al sito www.mareografico.it o altri siti che forniscano questo dato.

Innanzi a tutto sarà bene dare un'occhiata alle previsioni. Sia meteo che di marea. Infatti la tecnica funziona solo con condizioni di calma (già onde piccole, caratteristiche del vento di brezza o di normali cause perturbatrici nei porti rendono imprecisa la lettura) e conviene effettuare le osservazioni a cavallo dell'alta marea o della bassa marea, momenti in cui la quota del pelo d'acqua varia più lentamente e quindi il sincronismo delle osservazioni è meno vincolante.

Per quanto riguarda il caposaldo esso deve essere ben definito e deve essere possibile porvi sopra una stadia. Infatti si possono riscontrare alcune esigenze:

- se effettuiamo un rilievo batimetrico ed osserviamo la marea durante il lavoro avremo i dati per la correzione delle misure in modo da renderle coerenti con il livello di riferimento prescelto. Però se non conosciamo ancora la quota di quel punto (perché la determineremo contemporaneamente alle osservazioni di marea per non impegnare risorse in un giorno diverso) siamo legati alla disponibilità del fenomeno osservato da un mareografo ufficiale. Nel caso che essa venisse a mancare possiamo sempre ricorrere ad una livellazione "da terra" e salvare quindi il lavoro

- diciamo che il punto deve essere ben preciso e comodo per misurare, quindi deve essere affacciato sull'acqua. Normalmente lo spigolo dei moli in pietra non va bene, perché arrotondato. Preferire, se presenti, le scalette metalliche (per lo più ricavate in un piccolo ridosso e con montanti o addirittura gradini a sezione quadrata o rettangolare, quindi a spigoli vivi) oppure le piastre di fondazione di bitte e/o gru, spesso allineate, con uno spigolo vivo, al filo banchina

- per determinare il pelo del liquido ci sono varie tecniche: noi utilizzeremo quella del doppio metro da muratore che ha il suo zero sull'estremità della stecca: abbassandolo lentamente e per successivi tentativi si vedrà un momento in cui c'è il contatto con il mare, perché si formeranno delle minionde circolari. E' probabile che questo avvenga sulla cresta dell'ondicella: ripeteremo con attenzione l'operazione fino a determinare un'immersione media. Un'altra tecnica è quella consigliata per i mareografi e per la determinazione dei livelli dei liquidi nelle casse delle navi, e consiste nell'utilizzare un metro o una stecca sporcata con del gesso: il livello di immersione apparirà esattamente ed evidentemente perché il gesso sarà asportato.

Vediamo il primo caso: vogliamo portare la quota in un punto. Effettueremo tre letture (almeno), una 10 o 15 minuti prima dell'alta (o della bassa) marea, uno in corrispondenza del previsto culmine del fenomeno ed una 10 o 15 minuti dopo. Nota la marea nell'istante delle osservazioni (per averlo desunto da internet) basterà sommare la distanza verticale per ottenere la quota del punto di riferimento. Ci daremo un intorno di precisione al quale le tre osservazioni dovranno trovarsi.

Ovviamente ripeteremo, se possibile, l'osservazione in altre occasioni e potremo così spingere la nostra precisione sino ai limiti desiderati.

Una procedura analoga può venir utilizzata nel secondo caso: trasporto (con un solo operatore) di quota attraverso uno specchio acqueo (tipico dei porti dove le distanze via mare sono modeste ma il periplo dei moli con una livellazione geometrica è gravoso). In questo caso effetturemo prima una livellazione come quella sopra descritta sul primo punto, e poi la ripeteremo sull'altro. Disponendo di un solo operatore dovremo ricorrere ad una particolare tempistica. Infatti se aspettassimo il culmine del fenomeno lo potremmo rispettare solo per un punto perché per l'altro bisogna mettere in conto il tempo di trasferimento (e rischiamo di effettuare le osservazioni in un momento di salita o discesa piuttosto veloce). Quindi converrà anticipare le tre osservazioni sul primo punto in modo da concluderle prima del culmine. Poi spostarsi il più rapidamente possibile, e ripetere le tre osservazioni sul secondo punto in un momento circa speculare.

Nel terzo caso disponiamo di due operatori: basterà che essi siano contemporanemente presenti sui due punti e che le osservazioni avvengano negli stessi momenti (quelli indicati nel primo caso). In questo terzo caso non occorre nemmeno effettuare lo scarico dei dati di marea, perché ci accontenteremo di un collegamento in ambito locale (possiamo sempre farlo se vogliamo confrontare il sistema di riferiemto adottato con quello nazionale).

In tutti e tre i casi dovremo tabulare le osservazioni (con i loro tempi) e ricavarne un diagramma. Se utilizziamo le potenzialità di excel e del suo "diagramma a dispersione" saremo senz'altro facilitati.